Il 2019 sarà l’anno del vegan e non potrebbe essere diversamente

Un cambiamento alimentare è necessario, non è più questione di punti di vista o scelte personali (sempre che lo siano mai state). Bisogna agire e subito

2019 anno vegano

Come si dice? “Le chiacchiere stanno a zero”. Espressione un po’ rozza ma che dovrebbe riassumere l’atteggiamento generale di chi è già vegano o vegetariano in questo 2019. Niente più discussioni, polemiche, lunghe colonne di botta e risposta sui social. Il mondo non avrà altra possibilità, se vuole trovare una soluzione immediata al cambiamento climatico e ai suoi immensi danni diretti e collaterali, che mettersi in testa di non mangiare più carne né i suoi derivati. Alla peggio l’obiettivo intermedio, se proprio non si riesce a fare a meno di uno sgarro senza motivo ogni tanto, sarà diventare “reducetariani”, ma seriamente.

Le chiacchiere non servono, dicevamo. Il motivo è semplice. Mentre si polemizza sul nome delle polpette vegetali (che non sono polpette, così come l’arrosto di seitan non è arrosto), il mondo dell’economia e della ricerca scientifica stanno già lavorando in un mondo nel quale mangiare carne animale non sarà più normale. E’ già realtà, non ci sono dubbi. Se una delle regole per capire come girano le cose è “segui i soldi”, i dobloni stanno andando lì.
Ricapitoliamo alcune tracce per risolvere questo “giallo”:

  • McDonald’s ha messo gli occhi sulla finta carne di Impossible burger
  • Beyond Meat sta spopolando, arriverà presto in tutto il mondo e all’estero (Inghilterra e Stati Uniti) è già realtà
  • Mark Post continua a lavorare sulla care in vitro e sono decine e decine le start up in America che lavorano per “coltivare carne senza bisogno di allevamenti.
  • La USDA e la FDA sempre negli USA hanno confermato che lavoreranno sulla regolamentazione della carne in vitro in tempi molto rapidi senza bisogno di nuove leggi ma operando su quelle giù presenti.
  • Un professore italiano, Giuseppe Scionti, ha inventato la carne stampata in 3d a base vegetale e la sua startup, Novameat, sta raccogliendo interesse in tutto il mondo, tanto che sono davvero pochi nel mondo i giornali che non hanno parlato di questo progetto.
  • Unilever sta lavorando a creare un prodotto alternativo alla carne da lanciare sul mercato (concorrenziale ad Impossible burger, pare) e ha comprato da poco uno dei marchi di prodotti vegan più famosi all’estero, “The vegatarian butcher”.

La carne stampata di Novameat

Ci sarebbero altri esempi, ma questi bastano per capire il trend. In questi primi giorni del 2019, sia il “The Guardian” che il “The Economist” hanno titolato sul tema sostenendo proprio che il nuovo anno sarà contrassegnato dalla necessità di cambiare stile alimentare e che le aziende lo sanno benissimo.

Qualunque sia il modo in cui si otterrà il cambiamento, c’è la speranza che il 2019 sarà un anno chiave nella revisione di un sistema alimentare globale ormai distrutto. – The Guardian

Il 2019 sarà l’anno nel quale il veganismo diventerà maistream. – The Economist

Il segnale di questo cambiamento lo si è potuto vedere chiaramente anche in Italia negli ultimi mesi dello scorso 2018 con una sorta di “verifica in negativo“. Ci sono state grandi manifestazioni pubbliche dedicate ai “benefici e alla sicurezza della carne” (soprattutto quella rossa) nonché costose campagne pubblicitarie dedicate al tema, una delle quali addirittura sostenuta economicamente dal Ministero delle Politiche Agricole italiano e passata su tutti i media grazie alla Rai.

Vegolosi.it ha anche raccontato di come un’azienda molto importante che produce latte e derivati abbia sponsorizzato i diari scolastici di migliaia di ragazzi, raccontando fra una pagina e l’altra che “Il latte ti vuole bene”.

La pagina di un diario scolastico sponsorizzato da un’azienda che produce latte e formaggi

Questo è  il segnale di una difficoltà commerciale ed economica: fino a poco tempo fa non ci si sarebbe sognati di fare una pubblicità alla carne di per sé. Avvenne anche con il latte, ma la campagna venne sospesa dal garante perché veicolava informazioni false.
Non abbiamo ancora visto, però, pubblicità finanziate dallo Stato sulla verdura e i suoi benefici, sull’alimentazione integrale, sui legumi come fonte di proteine o sulla frutta secca.

La carne si vende meno: l’annuncio del 2016 dell’Oms sulla cancerogenità delle carni lavorate e sulla probabile cancerogenità delle carni rosse (ossia quelle dei mammiferi), dette un colpo ferale ai consumi; le inchieste rese pubbliche sugli allevamenti intensivi e l’orrore senza senso e bisogno che si cela dietro l’industria della carne ha smosso più di una coscienza e attivato più di uno dei tasti “buon senso” nelle teste di molti.

Il cerchio si chiude, le chiacchiere non servono, i fatti sono sotto gli occhi di tutti e uno sopra ogni altro: non esiste un solo buon motivo per non cambiare la propria alimentazione e farla diventare 100% vegetale. Una bella foto che gira online, mostra un ragazzo che mostra per strada un cartello scritto con un pennarello: “L’unica vera argomentazione contro il veganesimo è che non te ne importa“.

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