Spot pro carne rossa: Rai e Assocarni spiegano il consumo “con equilibrio”

Tomei, Assocarni: “Dobbiamo reagire alla cattiva informazione sulla carne”, mentre online partono le segnalazioni all’Istituto dell’Autodisciplina pubblicitaria.

Si chiama “La stellina della carne bovina” la nuova campagna informativa voluta da Assocarni per “reagire alla cattiva informazione su un alimento importante e sano come la carne rossa”. Un sito interamente dedicato ma soprattutto quattro spot che dal 18 novembre, stanno girando su tutti i canali Rai, compresi quelli del circuito cinema. In 30 secondi lo spot spiega come mai “mangiare carne bovina con equilibrio può contribuire al naturale benessere dell’organismo”.

Lo spot è stato realizzato con una formula particolare, quella del format “Lezioni di etichetta” inventato dalla Direzione Iniziative Speciali della concessionaria Rai Pubblicità già nel 2017. Questa tipologia di pubblicità “permette alle aziende di fornire nozioni “ad alta definizione” su caratteristiche e innovazioni di processo e prodotto a partire dalla lettura dell’etichetta”.

L’azienda paga, la Rai lo realizza e lo trasmette. Quello sulla carne rossa andrà in onda per 15 giorni. La prima a sfruttare il sistema rassicurante della lettura dell’etichetta fu l’azienda Colussi nell’aprile 2017, poi arrivarono aziende di olio, di tè freddi e ora è il turno delle carni rosse.

La piramide alimentare che mostra il ruolo della carne nella piramide alimentare della dieta mediterranea

Chi ha finanziato lo spot? Assocarni, il cui presidente è Luigi Cremonini*, fondatore dell’omonimo colosso dell’industria della carne, e il Mipaaft, ossia il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, lo Stato, insomma, insieme alla Rai, altra azienda dello Stato.

Il dirigente del ministero delle Politiche agricole, Pietro Gasparri spiega: “Abbiamo sostenuto questa campagna (progettata da Rai Pubblicità), perché  è stata una precisa richiesta del Tavolo zootecnico istituito al ministero e perché riteniamo prioritario informare il consumatore in modo da metterlo nelle condizioni di fare scelte consapevoli”.
Non solo. Lo spot dedicato alla qualità della carne rossa ha fatto da incubatore ad un nuovo progetto Rai, quello di inserire il linguaggio dei segni (LIS) nelle pubblicità del tipo “A lezioni di etichetta”.

Anche la carne di maiale rientra fra le carni rosse. Un’immagine tratta dall’inchiesta di Essere Animali sugli allevamenti che fornivano carne al consorzio Prosciutto di Parma

E’ stata Emilia Costa, Responsabile Progetti Speciali e Nuove Tendenze Rai Pubblicità a spiegare che il target a cui si mira è di “oltre 63 milioni di contatti sul target Responsabili Acquisto e di circa 15 milioni sul target del trend Be Transparent di Rai Pubblicità, individui attenti alle scelte di consumo.”

In alcune interviste Francois Tomei, direttore generale di Assocarni ha spiegato: “Vogliamo raccontare al consumatore la nostra filiera, come funziona, qual è il valore e far sapere che la carne bovina è importante e fa parte della dieta mediterranea, mangiare carne nelle giuste quantità, senza spingere sui consumi, ma per reagire alla cattiva informazione”. Nessuna “spinta ai consumi quindi” eppure sempre Tomei in un’altra intervista dice: “Tutti i pediatri riconoscono l’importanza anche per la crescita cerebrale dei bambini della carne e delle sue proteine, che è fondamentale. La carne è importante e la divulgazione di fake news, ha provocato l’abbandono della carne da parte di alcune famiglie con conseguenza gravissime”. Eppure le fake news ci sono state, ma esattamente nell’altro senso: nessun bambino ha subito danni a causa dell’eliminazione della carne, bensì dalla gestione errata di una scelta 100% vegetale.

Contrariamente a quanto è accaduto in altre situazioni, questa volta la campagna di promozione del consumo della carne non è stata realizzata puntando allo scontro/confronto con la scelta vegetariana/vegana. Non ci sono riferimenti nel sito né nello spot sulle ipotetiche carenze che l’alimentazione 100% vegetale potrebbe generare. Si usa uno strumento diretto ossia quello di sostenere quanto la carne rossa sia completa e garantisca benefici per la salute, se consumata con “equilibrio”, una parola che nel sito né nello spot viene quantificata in nessun modo, non garantendo un’informazione completa.

Spot rai carne rossa

Francois Tomei, Assocarni e Emilia Costa, Rai Pubblicità

Le reazioni da parte delle associazioni di categoria che gravitano attorno al settore della carne e dei derivati sembra farsi ogni giorno più intensa. E’ lo stesso Tomei a dichiarare: “A fronte di un calo dei consumi di carne bovina in Europa e in Italia negli ultimi dieci anni e della crescita del food social gap che porta le classi meno abbienti a mangiare meno carne per motivi economici, lo scopo della nostra proposta è quello di rendere i consumatori consapevoli dell’importanza della carne bovina italiana”. Siti web, spot a diffusione nazionale, libri, convegni: una mole di investimenti economici enormi a fronte di un problema con i consumi evidente dato anche da una sempre maggiore consapevolezza da parte dei consumatori di che cosa si cela dietro l’industria della carne con la sofferenza e l’uccisione di milioni di animali ogni anno.

Eppure chiunque abbia accesso alle informazioni, anche in rete, ha modo di sapere che l’inserimento delle carni rosse e di quelle lavorate nei cibi potenzialmente e certamente cancerogeni da parte dell’OMS non è di certo una fake news, come non lo sono i dati sull’impatto ambientale di questo settore, anche se si continua a minimizzare. Lo ha fatto di recente Ettore Prandini di Coldiretti, sostenendo che “l’allevamento nel mondo è all’origine appena del 15-18% delle emissioni globali“.  E’ difficile non capire, però, che se un solo comparto di produzione di una sola tipologia di cibo (la carne) occupa con le sue emissioni questa fetta di impatto ambientale ma occupa sulla piramide alimentare indicata dalla “stellina della carne bovina” una così piccola porzione, forse qualcosa non funziona e l’equilibrio andrebbe ristabilito lì, più che nell’alimentazione quotidiana che, se a completa base vegetale, risulta scientificamente sana e adatta a tutte le fasi di crescita dell’individuo.

Nel frattempo, online, si inizia a chiedere l’invio allo IAP  l’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, di una lettera di protesta contro lo spot, sembra che lo stesso IAP abbia certificato la correttezza dei contenuti degli spot “A lezioni di etichetta”.

*Dal sito del gruppo Inalca: “Il Gruppo Cremonini, attraverso INALCA, è leader assoluto in Italia e uno dei maggiori player europei nel settore delle carni bovine, detiene la leadership in Italia nella produzione di hamburger ed è il più grande produttore italiano di carni in scatola. Inoltre, attraverso la controllata Italia Alimentari (nata dalla fusione di Montana Alimentari e Ibis), si colloca tra i primi operatori italiani nel settore dei salumi & snack”.

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