Google parla di “rivoluzione vegana”

Dopo l’introduzione di menu vegani per i dipendenti Google, tramite il suo amministratore delegato, si schiera a favore della scelta vegan

Eric Schmidt scelta vegana

Che Google stesse strizzando l’occhio alla scelta cruelty-free è stato chiaro fin dal momento in cui ha iniziato a proporre sempre più alternative vegan nei menu del campus offerti ai suoi dipendenti. Qualche tempo fa, però, anche Eric Schmidt – amministratore delegato di Alphabet, azienda americana che fa capo al colosso del web – si è espresso favorevolmente rispetto alla scelta 100% vegetale parlando perfino di “rivoluzione vegana” in atto. Schmidt si è detto soddisfatto dell’inversione di rotta che sta portando sempre più investitori e aziende a dirigere la propria attenzione al mercato “veg”: un esempio tra tutti può essere quello di Beyond Meat, che produce alternative vegetali alla carne con il sostegno (anche economico) di Bill Gates, fondatore di Microsoft.

Schmidt ha dedicato la propria carriera all’identificazione delle tendenze tecnologiche a livello mondiale e ha riconosciuto i prodotti alimentari vegetali come una delle sei tecnologie che consentiranno di migliorare in modo significativo la società. Sappiamo bene come gli allevamenti intensivi rappresentino una delle minacce più gravi per l’ambiente e, a questo proposito, Schmidt afferma: “Sostituire il bestiame con le piante potrebbe ridurre le emissioni di gas a effetto serra e combattere i cambiamenti climatici. L’industria della carne e quella di bovini, in particolare, emettono gas serra in quantità significative”. Sulla carne creata in laboratorio, sostiene invece che “il mondo è ormai pronto a produrre al meglio prodotti alimentari sintetici partendo dalle piante, con l’aiuto di computer e macchinari”. Egli sottolinea che la tecnologia può aiutare gli scienziati a identificare le migliori combinazioni di piante per produrre alimenti buoni sia, sia per il palato che per il nostro organismo.

“La sostituzione della carne con le proteine ​​vegetali ridurrebbe anche i costi degli alimenti nei paesi in via di sviluppo, dove il cibo è talvolta scarso. Fornire una libbra di carne al negozio di generi alimentari è un processo molto inefficiente e costoso rispetto alla consegna di una libbra di molte piante ricche di proteine. Insomma, la nostra popolazione in crescita può essere alimentata in modo più efficiente e meno costoso attraverso proteine ​​vegetali”, conclude Schmidt. Insomma, chi per esigenze di mercato – come i marchi che hanno ceduto al “veg” – e chi per soddisfare le richieste di una popolazione onnivora nel rispetto dell’ambiente – come la start-up che crea in vitro “carne vegana” di pollo e anatra – e chi per questioni ambientali, sempre più aziende stano prendendo parte a questa pacifica “rivoluzione”. Un cambiamento sostenuto, tra l’altro, anche da organizzazioni di fama mondiale come Slow Food e il Worldwatch Institute, che si schierano apertamente contro gli allevamenti intensivi.

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