Bambino salva capretta dal sacrificio: l’empatia è un gioco da bambini

Bambino Nepal Capretta

Adrian ha capito: “Le caprette soffrono là…”. E’ vicino ad un tempio in Nepal, dove si portano in sacrificio capre e polli per ingraziarsi le divinità che Adrian, arriva con la sua famiglia e la sua capretta nera al guinzaglio. Non gli è subito chiaro cosa dovrà succedere ma non ci vuole molto perché scatti il suo senso di allarme.


Bambino Nepal capretta
Il bambino, ripreso dal padre con un cellulare, capisce che la capretta non farà una bella fine ascoltando le grida degli animali che, poco distante, vengono sacrificati nel tempio e così inizia a piangere disperatamente e ad allontanarsi tenendo la capretta al guinzaglio, abbracciandola e  trascinandola via con sé. I genitori, dopo qualche minuto, lasciano che Adrian si allontani con l’animale che, per il momento, ha salva la vita.
Non si tratta del primo video nè della prima testimonianza di bambini molto piccoli che mostrano tutta la loro empatia nei confronti degli animali. Pochi giorni fa ha ottenuto milioni di visualizzazioni il video di Inide-Rose, bambina irlandese che si rifiuta di mangiare il tacchino perché riconosce in esso un “animal-people” (una persona-animale) e conferma al padre di voler essere vegetariana dopo che quest’ultimo gli spiega cosa significa. Stesso copione per il piccolo Luiz Antonio che spiega alla madre (che scoppia in lacrime pochi minuti dopo) il perché non vuole mangiare il polpo così come nessun altro animale.

“I bambini – scrive Jeffrey Masson in “Il regno dell’armonia” – Sembrano percepire qualcosa di fondamentale sugli animali e la loro vita emotiva che gli adulti tendono a dimenticare: avvertono la somiglianza con il loro piccolo essere”. Questo perché, come viene ricordato anche nel saggio di psicologia antispecista “In direzione contraria” di Annamaria Manzoni, “Il rapporto dei bambini con gli altri animali è un rapporto di parità, gli animali fanno fortemente parte della nostra vita emotiva fin dalla più tenera età”. Basti pensare a peluches, vestiti, ninnoli delle camerette: solo piccoli animali che accompagnano i bambini alla scoperta di sé. Nessuna sorpresa, quindi, per questi casi “mediatici”, ma solo lo stimolo ad una più profonda e vera riflessione sulla nostra emotività perché, come scrive Jonathan Safran Foer “Quello che dimentichiamo degli animali, iniziamo a dimenticarlo anche di noi stessi”.

Nella foto interna: Adrian con la famiglia nel giorno in cui ha terminato la scuola dell’infanzia (Fonte: Facebook)

Federica Giordani

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