Carruba: come si mangia e proprietà del sostituto del cacao

E’ marrone e sgraziato d’aspetto, ma questo baccello nasconde proprietà importanti per la salute e un gusto dolce come il cioccolato.

carruba

La carruba è un frutto prezioso con cui abbiamo perso familiarità. Adatto anche ai celiaci, non più di qualche decennio fa questo baccello essiccato occupava un degno spazio nei carretti ambulanti dei dolciumi e tra i sacchi di caramelle nei banchi al mercato nonostante il suo aspetto, a dire il vero, un po’ sgraziato. Riscopriamo allora tutte le proprietà delle carrube e come usarle in cucina!

Come si mangia e ricette con la carruba 

Farina di carrubeLa carruba ha vari e molteplici impieghi che vanno dagli sciroppi per la tosse, alle caramelle, agli alimenti per cani e gatti, ai dolci e ai liquori.

Di questo straordinario frutto si può usare qualsiasi parte: la polpa e i semi dai quali si ottiene la  farina di carrube (destinata a biscotti, dolci, creme spalmabili e torte) e le foglie per la preparazione di infusi. I semi, però, non possono essere mangiati così come sono perché molto coriacei.

Gli utilizzi della carruba riguardano soprattutto la realizzazione di prodotti alternativi al cacao e al cioccolato, soprattutto per gli intolleranti: la farina di carrube, ottenuta dai semi di carrube, viene utilizzata, infatti, proprio come sostituto del cacao soprattutto nella preparazione di bevande e di dolci, come la nostra torta sette vasetti, questi deliziosi muffin vegani o per dei biscotti di miglio; la pasta di carruba viene impiegata, invece, nella produzione del cioccolato.

Può sembrare strano, ma appena giunto a maturazione il baccello della carruba può essere consumato così com’è (o arrostito come in alcune culture), con la sua polpa zuccherina, tenace ma ancora masticabile, ricoperta da una buccia sottile di color bruno, anch’essa commestibile. Alcuni paragonano il suo sapore dolciastro, vagamente acidulo, ai fichi secchi ricoperti di cacao.

La torta sette vasetti a base di farina di carruba

Può anche essere utilizzata, come accaduto principalmente in periodi di carestia o durante la Seconda Guerra Mondiale, per la preparazione di pasta fresca, pane e bevande calde, in sostituzione del caffè solubile, dell’orzo in polvere o del cacao.

Le carrube rivestono un ruolo importante anche nell’alimentazione animale. Mangimi a base di carrube sono somministrati a cavalli (notoriamente particolarmente ghiotti di questo alimento), conigli, pollame, pappagalli e altri uccelli granivori, così come il bestiame ruminante. Non solo, sul mercato esistono biscotti per cani a base di carruba: i cani non possono mangiare il cioccolato perché contiene la teobromina, quindi alcune industrie hanno ben pensato di sfruttare la farina di carrube per la produzione di biscotti per cani. Nella penisola iberica, le carrube sono tipicamente usate per l’alimentazione dell’asino.

Proprietà

Ecco le più importanti proprietà della carruba:

– il suo sapore dolciastro ricorda quello del cioccolato col vantaggio di essere più ricco di nutrienti e meno di calorie. Inoltre, non contiene sostanze psicoattive e per questo motivo rappresenta un valido sostituto del cioccolato per quelle persone che hanno problemi di allergia o intolleranza verso quest’ultimo;

sazia: l’elevato contenuto di fibre alimentari fa della carruba un alimento con proprietà sazianti e per questo motivo la sua assunzione può costituire un valido aiuto se si è a dieta;

prevenzione dell’osteoporosi: grazie all’elevata percentuale di calcio e di fosforo;

riduzione del tasso di colesterolo nel sangue;

proprietà antiossidanti: i polifenoli estratti dai baccelli di carrube hanno un impatto positivo nel contrastare l’attività dei radicali liberi;

– ha effetti lassativi: la polpa di carruba fresca ha proprietà lassative; al contrario, invece, la farina di carrube, che ha la proprietà di assorbire acqua, rappresenta in certi casi un valido anti diarroico.

La pianta e i baccelli della carruba.

Dove si compra 

La carruba in baccelli si trova frequentemente sui banchi della frutta secca e candita alle sagre di paese (con un prezzo però abbastanza elevato); a buon mercato si trova nei negozi specializzati in sementi e frutta secca.

La farina di carrube invece può essere acquistata online (la si trova a circa 10 euro per 250 grammi), nelle erboristerie o nei negozi di prodotti alimentari naturali e biologici. Nei comuni negozi di alimentari o nei supermercati, invece, la farina di carruba risulta di difficile reperibilità.

Le carrube fresche vengono facilmente attaccate da alcune larve di insetti: quelle che sono state “visitate” dalle larve presentano piccoli fori ben visibili sulla polpa. Non occorre scartarle: basta eliminare la zona intorno al foro e mangiare il resto.
Anche quelle fresche possono essere acquistate online.

Le carrube si conservano bene in luogo asciutto e fresco, dentro un sacchetto di plastica ben chiuso, anche per diverse settimane. La conservazione è molto importante perché il rischio è quello che la polpa diventi secca e immangiabile mentre deve rimanere morbida pur essendo tipicamente densa e compatta. I sacchetti di carrube essiccate si possono comprare anche online a circa 7 euro per 400 grammi.

L’albero della carruba

Pianta di carruba: le origini

Il carrubo, il cui nome deriva dall’arabo kharrub, è una pianta sempreverde, molto longeva (può arrivare a 500 anni) e di grandi dimensioni (d’altezza sfiora i 10-12 metri, mentre il diametro della chioma spesso supera i 10 metri).

Storicamente le carrube erano associate alla figura di San Giovanni Battista, che, secondo la tradizione, si ritiene le avesse consumate nel deserto. La parola carruba, in arabo, significa “carato”; questo perché il peso delle carrube è sempre lo stesso (1 quinto di grammo) e perciò era possibile usarle in antichità come unità di misura per pesare l’oro e le altre pietre preziose.

Il carrubo nasce come albero spontaneo nelle terre del bacino orientale del Mediterraneo. La sua coltivazione pare abbia inizio soltanto al tempo dei Greci, che la estendono in Sicilia, ma sono gli Arabi che ne intensificano la coltivazione diffondendone la conoscenza fino in Marocco e in Spagna. Non manca anche chi sostiene che questi frutti sarebbero giunti sulle coste sicule per mano fenicia. La raccolta dei baccelli del carrubo avviene durante il mese di settembre e territori come quelli di Modica, Ragusa, Scicli, Comiso, Noto e Avola sono quasi interamente dedicati alla coltura di questo frutto.

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