Alloro: proprietà, curiosità e benefici della “pianta della saggezza”

L’alloro, oltre a cingere la testa dei sapienti, è un favoloso ingrediente in cucina: ecco come usarlo nelle vostre ricette e quali sono i suoi benefici

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L’alloro, conosciuto in botanica come laurus nobilis, è una pianta sempreverde robusta e aromatica, le cui virtù benefiche e salutari erano riconosciute già in tempi antichi. Inoltre, in Grecia veniva utilizzata per confezionare corone che destinate ai vincitori dei Giochi Pitici, una sorta di Olimpiadi in cui i partecipanti si sfidavano in gare sportive ma anche di poesie e musica. Ma quali sono i suoi utilizzi e le sue proprietà?

Usi in cucina

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In cucina le lunghe e verdissime foglie dell’alloro si utilizzano prevalentemente secche – perché questo gli consente di sprigionare maggiormente il proprio aroma – nella preparazione di primi piatti come risotti o vellutate. Sono ottime, però, anche per aromatizzare secondi piatti come gli involtini di verza, orzo e lenticchie oppure delle ottime polpette di lenticchie speziate. Con le foglie di alloro si possono preparare decotti e tisane che hanno proprietà digestive e antinfiammatorie.

Proprietà e controindicazioni

Alle foglie e alle bacche dell’alloro, ricchissime di olio essenziale, vengono riconosciute proprietà antisettiche, antiossidanti e anticancro; le foglie fresche di questa pianta sono molto ricche di Vitamina C, che sappiamo essere utilissima per stimolare le difese immunitarie dell’organismo. L’alloro ha anche proprietà antinfiammatorie e digestive e per questo viene impiegato, in decotti e tisane, in caso di coliche o disturbi della digestione, ma anche contro i dolori mestruali; questa pianta ha anche discrete proprietà espettoranti, utili per favorire l’eliminazione della tosse e del catarro nei bronchi. Date le sue proprietà infiammatorie, l’alloro può avere anche un uso esterno per alleviare dolori reumatici o in caso di ematomi da trauma. Infine, può essere utile ricordare che l’alloro è un efficace repellente naturale contro gli insetti.

Non esistono particolari controindicazioni nell’assunzione dell’alloro che, come per ogni alimento, deve comunque essere consumato nelle giuste quantità. È importante non confondere l’alloro con il lauroceraso (in botanica prunus laurocerasus), le cui foglie sono molto simili a quelle dell’alloro ma che non può essere ingerito perché tossico, né con l’oleandro, anch’esso altamente tossico.

Come conservare l’alloro

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Le foglie di alloro fresche si conservano per pochi giorni, ma possono facilmente essere essiccate in casa in modo da poter essere utilizzate tutto l’anno in cucina. È necessario partire dalle foglie integre, che devono essere sciacquate brevemente sotto l’acqua corrente e asciugate bene con un panno pulito. A questo punto si può decidere di procedere secondo due modalità differenti (valido anche per altre erbe aromatiche come salvia e rosmarino, per esempio):

  • essiccazione all’aria: è necessario raccogliere le foglie in piccoli fasci con l’aiuto di un po’ di spago da cucina. I mazzetti andranno poi riposti a testa in giù, ancora meglio se all’interno di un sacchetto di carta che accelererà il processo. Con questo metodo le foglie di alloro saranno pronte in una decina di giorni (qualcuno in più se si tratta di foglie particolarmente grandi), e in ogni caso quando risulteranno secche e fragili.
  • essiccazione in forno: è il metodo più veloce, che deve essere effettuata alla temperatura più bassa consentita dalla propria tipologia di elettrodomestico. Si procede disponendo le foglie ben distanziate tra di loro su una placca da forno, sul ripiano più basso e lasciando lo sportello del forno socchiuso; le foglie andranno girate molto spesso per evitare che brucino e saranno pronte quando risulteranno secche e friabili.

Entrambi i metodi di essiccazione consentono di conservare le foglie di alloro, in un barattolo di vetro a chiusura ermetica o all’interno di un sacchetto di carta per alimenti, per diverse settimane.

Coltivazione

L’alloro è una pianta robusta, adatta sia alla coltivazione in vaso che in terreno; preferisce i luoghi soleggiati e caldi, ma si adatta bene anche alle temperature più rigide. Si tratta di una pianta che necessita davvero di poca manutenzione, poca acqua e poche cure e che, una volta trovate le condizioni ideali, cresce spontaneamente fino a raggiungere altezze considerevoli. Essendo una pianta sempreverde, le foglie dell’alloro si possono raccogliere in ogni momento dell’anno.

Bacche di alloro

Dell’alloro si utilizzano non solo le foglie, ma anche le bacche: si tratta di piccoli frutti dal colore nero-violaceo, che vengono solitamente raccolte tra ottobre e novembre. Alle bacche di alloro sono riconosciute proprietà antiossidanti, analgesiche e antinfiammatorie, e possono essere assunte sotto forma di decotto oppure, una volta essiccate, ridotte in polvere e aggiunte a infusi e tisane. Da queste bacche si ricava anche l’olio di alloro, utilizzato per i massaggi come rimedio contro i dolori reumatici ma anche come rimedio per rinforzare i capelli.

Curiosità

Anticamente l’alloro era considerato la pianta sacra ad Apollo, divinità della musica, delle arti e della poesia. Il nome latino di questa pianta era “laurus”, mentre in Grecia era conosciuto come “dafne”. Una corona realizzata intrecciando le foglie di questa pianta – sacra al dio emblema della saggezza e dell’intelligenza – è da sempre considerata un prezioso riconoscimento di queste virtù, tanto che poeti del calibro di Dante e Petrarca sono spesso raffigurati con una corona di foglie di alloro in testa. Non è un caso quindi che la parola “laurea” derivi proprio da “laurus”, e che ancora oggi esista l’usanza di ornare il capo dei neolaureati, in qualsiasi disciplina, con una corona di alloro.

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