Yoga e alimentazione: meglio la dieta vegetariana?

Secondo lo yoga si dovrebbe seguire una dieta vegetariana, scopriamo perché.

Hai iniziato a praticare Yoga da poco? Allora la questione legata all’alimentazione potrebbe essere uno dei temi che potresti dover approfondire. Per trovare una risposta adeguata dobbiamo andare un po’ in profondità, per comprendere quale sia il collegamento tra questa antichissima disciplina – nonché filosofia di vita – e la scelta vegetariana o vegana.

Yoga e alimentazione vegetariana: cosa hanno in comune?

Ammettiamolo, le prime volte che abbiamo frequentato un corso di yoga – magari semplicemente per rilassarci o per trovare sollievo dal mal di schiena – sapevamo ben poco sul nesso tra yoga e dieta vegetariana. Non dobbiamo meravigliarci. La maggior parte delle persone che iniziano a praticare lo yoga, sono convinte che questa antica disciplina consista esclusivamente nell’eseguire determinate posizioni (le “Asana”), più o meno complesse. Ma la realtà è ben più complessa poiché, oltre alle Asana, lo yoga comprende anche gli Yama, il Pranayama, la meditazione e così via.

Cosa sono gli Yama

Gli Yama sono 5 regole etiche che lo yogi – ossia chi pratica lo yoga – dovrebbe seguire. Eccole qui elencate:

Ahimsa: la non violenza
Satya: la sincerità
Asteya: il non rubare
Brahmacharya: il contenimento sessuale
Aparigraha: il non essere avidi

Attraverso questi principi etici è facile dedurre che la dieta vegetariana o vegana e lo yoga sono strettamente connessi. Ad avvalorare tale connessione vi sono anche numerosi scritti di maestri che insegnano come il cibo vegetariano sia importantissimo quando si pratica yoga.

Perché secondo lo yoga si dovrebbe seguire una dieta vegetariana?

Gli Yama ci indicano come comportarci in modo etico, nei confronti degli altri esseri viventi e del mondo intero. Il termine Yama può essere tradotto letteralmente come “astensioni”.

Tuttavia, è importante sottolineare che non si tratta di obblighi, bensì di una serie di indicazioni su quelli che sono gli atteggiamenti corretti da assumere nei confronti di tutto ciò che ci circonda.

Potremmo quindi considerare gli Yama come dei punti di riferimento per il buon vivere. Attraverso la pratica dei 5 principi Yama – secondo lo yoga – possiamo iniziare un percorso di purificazione del corpo.

Ecco nel dettaglio in cosa consistono gli Yama

Ahimsa

In sanscrito, Ahimsa significa non violenza, con la quale si intende un atteggiamento pacifico, non solo verso gli altri ma anche verso se stessi. Coloro che si nutrono di carne non possono praticare l’Ahimsa, poiché contribuiscono a danneggiare altre creature viventi.

Se vogliamo vivere in modo non violento, possiamo iniziare col cambiare le nostre abitudini alimentari. Per ben 3 volte al giorno, possiamo decidere di spezzare la catena della violenza proprio a tavola, optando per un’alimentazione che esclude il consumo di carne. Infatti, secondo lo yoga, la prima cosa che dobbiamo fare per essere in pace con noi stessi è smettere di causare infelicità nella vita di altre creature.

Satya

In sanscrito Satya significa verità, (36° sutra del 2° pada). Purtroppo, basta guardarci intorno per renderci conto che tutto ciò che concerne l’industria degli animali è spesso circondato da bugie. Dagli spot pubblicitari alle etichette dei prodotti a base di carne, che ci propinano immagini di animali che pascolano felicemente in ampi campi verdi. Purtroppo, la realtà ci catapulta in ben altri scenari.

Essi, infatti, si trovano spesso confinati in gabbie dove non hanno a disposizione lo spazio necessario per muoversi liberamente. Inoltre vengono nutriti in modo eccessivo, così da poter crescere il più possibile. Molti di questi animali sono destinati a non vedere mai la luce del giorno e a subire maltrattamenti sin dalla loro nascita.

La dieta vegetariana ci permette di prendere le distanze da questa catena. Mettere in pratica Satya significa quindi semplicemente porre la parola fine a questo sistema basato sulla menzogna.

Asteya

In sanscrito questa parola significa non rubare, (37° sutra del secondo pada). Ma cosa ha a che vedere il non rubare con la dieta vegetariana? Quando rinchiudiamo un animale in un allevamento stiamo rubando la sua libertà. E quando ne uccidiamo uno per nutrirci della sua carne gli stiamo rubando la vita.

Si tratta di gesti che hanno delle conseguenze importanti, a cui spesso non pensiamo minimamente. Attraverso la pratica di Asteya possiamo smettere di rubare la libertà e la vita degli animali.

Brahmacharya

Questo termine può essere tradotto come castità, (38° sutra del secondo pada). Quando non facciamo un uso improprio dell’energia sessuale, otteniamo una vitalità che si traduce in buona salute.

Questo sutra può essere collegato al vegetarianismo in quanto tutti gli animali che si trovano negli allevamenti vengono sfruttati forzando la loro riproduzione. Parliamo di pratiche come la castrazione, la manipolazione genetica e l’inseminazione artificiale.

Gli animali femmina che devono produrre latte, per esempio, sono spesso nutrite con mangimi addizionati con ormoni e continuamente fecondate al fine di indurre più gravidanze possibili. Infine, quando ormai sfruttate e incapaci di portare a termine “il loro lavoro”, questi animali, vengono inevitabilmente portate al macello.

I maschi adatti alla fecondazione, invece, vengono sfruttati per il loro sperma, mentre quelli inadatti vengono castrati. Ovviamente, l’abuso sessuale degli animali va contro la filosofia di vita dello yoga.

Aparigraha

Questo termine significa non avidità, (39° sutra del secondo pada). Molti dei problemi che affliggono il nostro pianeta sono causati proprio dall’avidità dell’uomo. Guerre, inquinamento e sfruttamento sono il risultato del voler ottenere sempre di più, senza mai soffermarsi su quelle che sono le drammatiche conseguenze.

Gli animali vengono sfruttati perché ormai considerati dei semplici prodotti. Nutriti con alimenti estranei alla loro dieta, in modo da farli ingrassare il più possibile, gli animali destinati ad arrivare nelle nostre tavole, spesso subiscono dolore, malattie e abusi.

Il cibo giusto secondo lo yoga

Nello yoga esiste il concetto dei 3 Guna: tamas, rajas e sattva. Queste sono le 3 qualità o manifestazioni della natura che possiamo trovare in tutto l’universo, applicabili anche alla nostra alimentazione. Ecco nello specifico di cosa si tratta:

Cibo tamasico: è caratterizzato da pesantezza e difficoltà digestiva. A questa categoria appartengono la carne e i suoi derivati, il pesce (frutti di mare inclusi), le uova, l’alcol, l’aglio, la cipolla, i formaggi e tutti i cibi non freschi. L’aglio e la cipolla fanno parte dei cibi tamasici in quanto, secondo i Guna, rendono difficile la digestione e di conseguenza la meditazione.

Cibo rajasico: in questo gruppo viene incluso tutto ciò che ci fornisce energia e calore, come gli eccitanti. Appartengono a questa tipologia di alimenti il caffè, il tè, le bevande dolci, gli zuccheri raffinati e la cioccolata.

Cibo sattvico: i cibi che rientrano in questo gruppo, invece, sono considerati leggeri, facili da digerire, puri, privi di spezie pesanti o sostanze eccitanti. Vi troviamo i cereali integrali, la frutta secca, i semi, la verdura, la frutta, i legumi e i germogli.

Il “cibo giusto”, secondo lo yoga, è quello che fornisce a corpo e mente un’energia di qualità. Si tratta di alimenti che favoriscono la pratica dello yoga e della meditazione.

Bisogna però ricordarsi che, in alcune situazioni, una specifica tipologia di cibo può cambiare le sue caratteristiche. Per esempio, il cibo rajasico può diventare sattvico quando si vive in luoghi particolarmente freddi, mentre il cibo sattvico può diventare tamasico quando si tende a mangiare troppo. Ecco perché, nello yoga, la moderazione nel cibo è importantissima. Infatti, una regola tradizionale afferma che, ogni volta che mangiamo, metà dello stomaco dovrebbe essere occupato dal cibo, un quarto dall’aria e un quarto da acqua.

Conclusione

Essere vegetariani è una scelta di vita che ci permette non solo di progredire nella pratica dello yoga, ma anche di mantenere il corpo in buona salute. Si tratta, però, di una decisione che deve nascere da dentro, attraverso una profonda riflessione interiore. In occidente sono ancora tantissime le persone che praticano lo yoga senza necessariamente seguire una dieta strettamente vegetariana. Tuttavia, coloro che desiderano approfondire questa pratica millenaria nel modo più corretto e completo, prima o poi si troveranno a dover prendere posizione su quelle che sono anche le regole etiche dello yoga.

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