Dimezzata la quantità di carne sulla tavola degli Italiani in un anno

I dati del Rapporto Coop 2017 fotografano un’Italia sempre più attenta alla salute, con un aumento del consumo di frutta, verdura, frutta secca e legumi: la carne crolla

Come ogni anno il Rapport Coop, racconta stili e abitudini degli italiani in collaborazione con Nielsen. Soprattutto l’analisi dei consumi alimentari sul nostro territorio sorprende ogni anno perché sembra proprio che la carne perda terreno, sempre di più. Ma vediamo quali sono i numerosi punti di attenzione del Rapporto 2017.

Gli Italiani mangiano… tanto, ma meno proteine.

Pare che nonostante la tendenza al cibo più sano, nel nostro paese si continui a mangiare decisamente troppo rispetto alle linee guida tracciate. Secondo le analisi del rapporto, infatti, gli italiani consumerebbero al giorno circa 3600 calorie esattamente il doppio rispetto a quelle necessarie al nostro metabolismo. Il dato è il più alto d’Europa ed è secondo solamente a quello degli Stati Uniti. Tutto questo accompagna una diminuzione del consumo di grassi (rispetto al parametro del 2010) e di proteine, soprattutto di origine animale. Il fabbisogno proteico nella penisola si è spostato in modo importante sui legumi che sono andati a compensare un generale allontanamento dal consumo di carne, soprattutto rossa.

Cambiamento radicale

Facendo un’analisi comparata fra i dati riportati nel rapporto Coop 2016 e quello del 2017, emerge chiaramente un dato: se lo scorso anno i grammi di carne (sia bianca che rossa) consumati giornalmente dagli italiani erano stimati in 210 ogni giorno, oggi l’analisi spiega che sono circa 100, egualmente ripartiti fra carne bianca e rossa (dato che si presenta con questo equilibrio per la prima volta, dato che, a partire dagli anni ’60, i consumi erano sempre stati a favore della carne rossa con una prima inversione decisa lo scorso anno dopo l’allarme dell’OMS).

Il consumo di carne in 10 anni perde 2 punti precentuali nel suo ruolo nella spesa italiana, soprattutto al nord e al centro, mentre il sud e le isole puntano. sfortunatamente, sul pesce, le risorse ittiche in Italia, infatti, sono sempre più in crisi dato che nell’aprile 2017, avevamo già consumato le riserve per tutto l’anno.
Un dato molto interessante è quello legato alle fasce di spesa delle famiglie e la carne. Le famiglie alto spendenti consumano meno carne al contrario di quelle basso spendenti per le quali la carne raggiunte il 22.9 percento della quota spesa.

Aumentano i consumi di frutta e verdura, ma soprattutto cambia il loro “posizionamento” all’interno della dieta: la frutta, infatti, non è più solamente un fine pasto ma diventa spuntino di mezza giornata o parte integrante della colazione; la verdura, invece, passa dall’essere mero contorno a piatto unico o elemento predominante nei piatti. Scende invece il consumi di carboidrati e aumenta con un +10,4% il consumo di frutta secca, che sembra inserirsi perfettamente nel trend del cibo come “medicina” e come elemento di salute e cura del sé.

L’amore per il biologico sembra avere la meglio in Italia e così anche la scelta di cibi che impattano “meno”: crollano così i consumi dei prodotti con olio di palma e riguardo le uova la scelta sembra sempre più ricadere su quelle ottenute da galline allevate all’aperto e non in batteria/gabbia, anche grazie alle inchieste sempre più presenti sui media di penetrazione di massa che raccontano delle condizioni abominevoli in cui versano gli animali.

Sale anche il consumo di cibi integrali con un + 4.8% rispetto allo scorso anno: pasta, cerali e farine non raffinate sembrano avere la meglio e, anche in questo caso, il motore propulsore è la consapevolezza di prodotti decisamente più salubri. Infine, ecco la altre categorie merceologiche che hanno registrato un incremento nei consumi: prodotti senza lattosio, bevande vegetali, alimenti senza glutine, soia e sostituti proteici.

 

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