Piero Angela: “Greta Thunberg mi piace ma da 30 anni sappiamo e non agiamo”

Le nuove generazioni sono una speranza per il conduttore e giornalista che racconta anche il ruolo fondamentale della comunicazione sulla salute degli Oceani

Piero Angela Greta Thunberg

Uno dei volti più apprezzati e amati della divulgazione scientifica in tv, il giornalista e scrittore Piero Angela, ha commentato per la prima volta la figura della giovane attivista ecologista Greta Thunberg e, se non conoscessimo la sua perfetta aplomb, si giurerebbe di sentire un forte sospiro fra una frase e l’altra.

Durante una chiacchierata con il quotidiano “Il Messaggero”, Angela ha spiegato: “Queste cose si sapevano anche trent’anni fa, ma nessuno le voleva ascoltare. I movimenti ecologisti sono sempre esistiti. Oggi certo, le cose stanno peggiorando. Gli accordi di Parigi sono disattesi da paesi che a parole dicono di rispettarli e poi non lo fanno. Oggi si vive nell’eterno presente. Navighiamo a vista. Il problema è l’uomo”.

Le nuove generazioni: “Sete di conoscenza”

Secondo il conduttore di Superquark, le nuove generazioni che seguono Greta hanno una marcia in più, ossia l’aver studiato maggiormente rispetto a quelle precedenti, con una conseguente nuova sete di conoscenza; un dato che sembra riflettersi anche sugli ottimi indici di gradimento delle trasmissioni targate “famiglia Angela”.

Il divulgatore sottolinea anche come l’attenzione troppo blanda sul ruolo degli oceani nella nostra vita, sia pericolosa:”Si parla tanto delle foreste e poco degli oceani – spiega – gli oceani assorbono un terzo dell’anidride carbonica e producono un terzo di ossigeno in più dell’Amazzonia. Se turbiamo il loro equilibrio, dobbiamo aspettarci grandi guai”.

Perché la salute del mare è fondamentale?

Il mare, come ha spiegato in un’intervista a Vegolosi.it, il ricercatore Franco Borgogno, è fondamentale per la nostra sopravvivenza: “Il mare ci regala l’acqua che beviamo,  quella che usiamo per l’agricoltura e quindi per mangiare, regola il clima, fornisce ossigeno grazie alla fotosintesi delle alghe nei primi metri di costa. Se la biodiversità marina e la salute del mare viene compromessa, come sta già accadendo a causa delle nostre attività e dell’uso sconsiderato che facciamo della plastica, le cose andranno sempre peggio.”
Uno dei grandi problemi degli ecosistemi marini, come ha spiegato sempre Borgogno, è la plastica:”Sono stati trovati rifiuti in plastica anche sul fondo della fossa delle Marianne, la più profonda depressione oceanica conosciuta al mondo, è incredibile. Ma è anche ovvio: solamente dal 3 al 5 % dei rifiuti in plastica galleggia, il resto va a fondo. Si stima che nel 2050 il peso delle plastiche in mare supererà quello dei pesci. E’ un vero e proprio smog acquatico”.

Cosa possiamo fare noi? Per prima cosa diminuire da subito l’uso di plastica nella nostra vita quotidiana: basta poco per ottenere moltissimo e potete iniziare da questi 11 consigli pratici.

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