“Gli animali hanno diritti”, il libro di Davide Montini Trotti

La giurisprudenza su un tema delicato e importantissimo che apre le porte a epocali e auspicabili rivoluzioni per il benessere animale

La storia per il riconoscimento dei diritti degli animali è lunga e travagliata. Nella cultura occidentale, ad esempio, se ne parla fin dal Settecento, quando sia Voltaire che Jeremy Bentham provarono a sollevare la questione proponendo un nuovo modo di regolare il rapporto uomo – animale.
Nel 1894 Henry Salt nel suo “Animal Rights: Considered in Relation to Social”, fu invece il primo a coniarne il termine, ma fu soltanto nel 1975 che Peter Singer, pubblicando “Liberazione Animale” diede avvio a un’ottica del tutto rivoluzionaria che per la prima volta si metteva definitivamente in opposizione all’utilizzo degli animali come cibo, come cavie e in qualunque altro contesto, da parte del genere umano.

Da allora, la discussione ha appassionato e cambiato l’esistenza di migliaia di persone che, di fatto, hanno dato vita a quello che può essere definito (se pur segnato da fratture e contrasti che lo rendono tutt’alto che coeso) il “movimento animalista” moderno. Esce ora, per i tipi di Mimesis, “Gli animali hanno diritti”, libro postumo di Davide Montini Trotti, che fu pretore a Padova a partire dagli anni Settanta; Il volume contiene una fondamentale raccolta di materiale giuridico, sentenze e studi, italiani e stranieri sui diritti degli animali.
Il testo si propone come vero e proprio punto di riferimento per chi vuole approfondire questi diritti dal punto di vista legislativo. Di fatto, più che un vero e proprio saggio, si tratta di un lavoro redazionale che unisce parti di manoscritti, redatti nel corso degli anni a notizie utilizzate come esempi e che, nell’intenzione dell’autore, avrebbero dovuto coprire l’intero campo in questione.

Gli animali hanno diritti” è, com’è facile intuire, un libro tutt’altro che facile, sia perché ovviamente ci si muove nell’ambito di aneddoti e “sfumature” legali che richiedono comunque una certa conoscenza in materia, sia perché il linguaggio usato è quello del giurista. Questo non significa però che il libro non possa essere di profondo interesse anche per “le persone che ricercano il giusto modo di agire verso gli animali” come si legge nel retro di copertina. Il ragionamento di Montini Trotti, infatti, è improntato alla ricerca della realizzazione di una carta dei diritti fondamentali degli animali, carta che ancora oggi non è stata sottoscritta dall’Unione Europea e che invece dovrebbe essere approntata al più presto per provare ad abbattere definitivamente la prevaricazione (e lo smembramento) che miliardi di animali subiscono ogni anno. Ovvio quindi che chiunque sia interessato al mondo degli animali può trovare qui numerosi spunti di riflessione.

Il volume, quindi, ci aiuta a capire come non vi siano in realtà ostacoli insormontabili, anche in ambito giuridico, a riconoscere i diritti degli animali, visto e considerato che, quest’ultimi, sono a tutti gli effetti esseri viventi autonomi e dotati di interessi. Montini Trotti avanza tre ragioni fondamentali per portare avanti la tesi di questo riconoscimento (non vi sono restrizioni di carattere generale contro la possibilità che gli animali possano essere soggetti di diritti, i diritti possono essere ricavati da un ordinamento e un giurista può essere portavoce di una nuova sensibilità sociale), un riconoscimento che ancora oggi, viene spesso bollato come assurdo, quasi non si fosse già ampiamente dimostrato (come se ce ne fosse bisogno) quale è la vera assurdità in merito, ovvero la cartesiana idea, evidentemente ancora “patrimonio” di molti (che lo ammettano meno) che gli animali siano automi, incapaci di provare dolore, perché privi di coscienza.

di Francesco Cortonesi

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