“Latte nelle scuole”: in Veneto il via alla campagna per incentivare il consumo di latte tra i bambini

“Il latte è una fonte preziosa di nutrienti”: ecco perché 40.000 alunni faranno merenda tre volte a settimana con latte e derivati, ma di sfruttamento non si parla

Latte e yogurt nelle scuole primarie per insegnare ai bambini la “buona educazione alimentare”: è la campagna promossa dal Ministero delle Politiche agricole (e realizzata col contributo dell’Unione Europea) nelle città di Padova, Treviso e Vicenza in cui, come si legge su La Tribuna di Treviso “ogni settimana 40.000 alunni faranno merenda con latte biologico e yogurt da latte fresco, scopriranno cosa avviene nelle latterie e riceveranno una borsa di prodotti lattiero-caseari da consumare in famiglia”. Insomma un’iniziativa, fa sapere il sito ufficiale “Latte nelle scuole”, atta a:

  • promuovere il consumo di latte, yogurt e formaggi;
  • informare sulle loro caratteristiche nutrizionali;
  • creare occasioni di consumo collettivo durante le quali far conoscere, “saggiare e gustare” le diverse varietà e tipologie dei prodotti, come si legge sul sito ufficiale.

Quasi 600.000 euro stanziati per ricordare alle famiglie che “il latte è una fonte preziosa e per certi versi unica di nutrienti perché è la prima fonte di calcio della dieta italiana, con un corredo di acqua, proteine di eccellente valore biologico, zuccheri e grassi in percentuale equilibrata, vitamine (soprattutto del gruppo B), e altri minerali tra cui potassio, fosforo e zinco. Eppure proprio i consumi sono in continuo calo e nettamente al di sotto delle raccomandazioni scientificamente accreditate“.

Sebbene solo un paio di anni fa venisse messa in discussione poiché ingannevole per il consumatore la campagna #oradellattenella quale nomi noti dello spettacolo come Carlo Cracco e Cristina Parodi prestavano il loro volto per spiegare quanto il consumo di latte fresco fosse “fondamentale” nella dieta, anche oggi ci si trova di fronte alla promozione di un messaggio non solo distorto, ma che non ha nessun riscontro scientifico. Alimentarsi e vivere in salute senza consumare proteine animali è più che possibile, è un’evidenza scientificamente provata e parlare di “educazione alimentare” (come affermato dall’assessore all’agricoltura Giuseppe Pan) senza spiegare anche i retroscena scioccanti che la produzione di latte comporta è quantomeno fazioso.

Eppure basta compilare un modulo online per iscrivere la propria scuola a un “percorso di scoperta del patrimonio lattiero-caseario del Veneto, del mangiar sano e della buona spesa” in cui non solo verranno distribuite 3 volte a settimana merende a base di latte e derivati, ma saranno organizzati anche laboratori per educare al gusto e alla consistenza dei vari formaggi, verranno consegnati prodotti freschi da consumare a casa e promosse attività finalizzate a insegnare alle famiglie come scegliere, gustare e conservare al meglio i latticini.

È bene ricordare invece, come segnalato dal pediatra Lucio Piermarini, che il latte è indispensabile solo nei primissimi anni di vita del neonato (per la precisione fino a due anni, secondo l’OMS) che deve assumere solo ed esclusivamente, laddove possibile, latte materno esattamente come un cucciolo di mucca riceve nutrienti adeguati esclusivamente dal latte di mucca. Inoltre, aggiunge Piermarini, la qualità del latte non è certo più quella di una volta: oggi, con la selezione genetica e con una dieta iperproteica innaturale per un bovino, si ottengono fino a 30 litri al giorno anche durante la gravidanza e quello ottenuto nella seconda parte è ricco di estrogeni. Non proprio le “proteine di eccellente valore biologico” di cui parla “Latte nelle scuole”.

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