Siliconi, parabeni e petrolati nei cosmetici: perché sono da evitare?

Si tratta di tre categorie di ingredienti cosmetici considerate dannose per la salute e l’ambiente: scopriamo perché e come riconoscerle in etichetta

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Chi bazzica un po’ tra blog e siti del settore, lo sa: negli ultimi anni sul web si è mobilitata una sorta di “caccia alle streghe” nei confronti di tre tipologie di ingredienti cosmetici, considerati dannosi per la salute e l’ambiente: parliamo di siliconi, parabeni e petrolati, che vengono evitati accuratamente da chiunque abbia raggiunto un certo senso critico in campo beauty.

Siliconi: i “falsi amici” di pelle e capelli

Siliconi pelle e capelli

Molto usati in cosmetica, i siliconi sono sostanze di sintesi che hanno il compito di rendere più fluida e liscia la consistenza dei prodotti che applichiamo su pelle e capelli, rendendone in qualche modo più piacevole l’utilizzo. Ma non solo: grazie alle loro proprietà idrorepellenti e districanti, essi sono in grado di far apparire i nostri capelli più lucidi e morbidi, mentre applicare una crema a base siliconica sulla pelle del viso o del corpo la farà sembrare immediatamente più uniforme, liscia e compatta.

Mai come in questo caso le apparenze ingannano: sotto la patina siliconica che distribuiamo su pelle e capelli utilizzando prodotti che contengano queste sostanze, si nascondono in realtà capelli secchi, sfibrati e deboli e pelle asfittica e con imperfezioni. I siliconi, infatti, non hanno alcuna proprietà curativa, ma piuttosto si limitano ad agire su pelle e capelli mascherandone – e quasi sempre acuendone – i difetti.

Come riconoscere i siliconi tra gli ingredienti?

Per nostra fortuna, riconoscere questi ingredienti cosmetici (almeno quelli più comuni) in etichetta è piuttosto semplice, dal momento che il più delle volte i loro nomi terminano con il suffisso -one (per esempio “dimethicone”) oppure –siloxane (per esempio “cyclopentasiloxane”).

Petrolati: pelle (apparentemente) setosa, ma che non “respira”

petrolati nei cosmetici

Come suggerisce il loro nome, i petrolati sono sostanze che derivano dalla raffinazione del petrolio; in cosmetica si usano i cosiddetti “petrolati bianchi”, considerati liberi da impurità e quindi sicuri per la salute umana. Queste sostanze agiscono creando una sorta di “patina” idrorepellente su pelle e capelli, evitandone la disidratazione. Questa azione apparentemente benefica, in realtà, è controbilanciata dall’impossibilità per la pelle di “respirare” correttamente assorbendo ossigeno ed eliminando le tossine, che invece rimangono intrappolate nella patina creata dai petrolati. Questo si traduce in una forte azione comedogenica sulla pelle, dal momento che questi prodotti contribuiscono all’occlusione dei pori e alla formazione di brufoli e punti neri.

Come riconoscere i petrolati?

Così come i siliconi, anche i petrolati sono di facile individuazione nell’elenco degli ingredienti di un cosmetico (INCI), anche perché parliamo di una manciata di nomi da tenere a mente:

  • Petrolatum
  • Paraffinum Liquidum (o Paraffina)
  • Vaselina
  • Cera microcristallina (o Microcrystalline Wax)
  • Mineral Oil

Parabeni: pericolosi per la salute?

cosmetici parabeni

I parabeni sono sostanze utilizzate da decenni in cosmetica per via del loro potere conservante, in grado di proteggere i prodotti dalla proliferazione di batteri e dalla formazione di funghi e muffe. Il problema, però, è che queste sostanze sono in grado di penetrare a fondo nell’epidermide, rimanendo in circolo per diverso tempo nell’organismo. Una ricerca scientifica compiuta in Inghilterra ha ipotizzato la presenza di residui di queste sostanze in individui affetti da diverse tipologie di cancro, primo tra tutti quello al seno: “Gli studi suggeriscono che i parabeni e l’acido para-idrossibenzoico (che fa parte della categoria, ndr) possono essere in grado di interferire con gli ormoni, in particolare gli estrogeni – spiegano gli esperti – Elevati livelli di estrogeni aumentano il rischio di insorgenza del cancro al seno, soprattutto perché gli estrogeni favoriscono un alto tasso di divisione cellulare, aumentando la possibilità che si verifichino mutazioni, comprese quelle che portano al cancro al seno”.

In realtà, come sottolinea l’AIRC “il legame fra parabeni e cancro del seno non è dimostrato, dal momento che lo studio trovò traccia di parabeni in cellule prelevate da tumori mammari in un gruppo molto esiguo di pazienti, 20 donne, senza neppure effettuare un confronto con campioni di controllo“. Studi compiuti successivamente, spiegano gli esperti, non sono stati in grado di replicare il dato ma “lo stesso gruppo di ricerca britannico ha continuato a pubblicare studi sui parabeni con dati di qualità contestabile e ha sostenuto, anche pubblicamente attraverso i media, che i parabeni sono pericolosi”.

Come riconoscere i parabeni?

Nonostante ciò nel 2014 l’Unione Europea ha deciso di vietare l’utilizzo di cinque di queste sostanze in via precauzionale. Sono molte, comunque, le aziende cosmetiche che ne hanno eliminato totalmente l’utilizzo, tant’è che è sempre più facile reperire cosmetici senza parabeni anche nella grande distribuzione. Riconoscerli, in ogni caso, è molto semplice perché tutti hanno nel nome la parola “paraben” (per esempio, “ethylparaben”).

Al di là della questione legata alla salute, tutte queste sostanze sono considerate dannose per l’ambiente perché non biodegradabili, il che rende ancora più importante l’impiego di cosmetici che non le contengano. In ogni caso, è bene ricordare che esistono anche degli strumenti utili per destreggiarsi tra la nomenclatura INCI: tra questi il BioDizionario o l’EcoBiodizionario cosmetico, che permettono di conoscere l’origine di un ingrediente cosmetico e catalogarlo tramite dei “semafori” rossi, gialli o verdi, come dannoso o meno per la pelle e l’ambiente.

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