Spot Rai sulla carne rossa, risponde la nutrizionista: “Un controsenso”

La campagna nazionale dedicata al consumo di carni rosse e lo spot Rai sostengono alcune tesi di natura nutrizionale, ecco cosa ne pensa un’esperta in nutrizione vegetale

Dallo scorso 18 novembre su tutte le reti RAI sono stati messi in onda 4 spot che hanno lo scopo di spiegare perché la carne rossa, “se mangiata con equilibrio”, può portare benefici al nostro organismo. La pubblicità finanziata da Assocarni e dal Ministero della Politiche Agricole, rientra nel format Rai “A lezioni di etichetta”, un sistema di pubblicità che con grafiche e linguaggio semplici spiegano le qualità degli alimenti promossi dall’azienda che paga la presenza sulle reti nazionali.

Nello spot e nel sito dedicato alla campagna di comunicazione, “La stellina della carne bovina”, si danno una serie di indicazioni anche di carattere nutrizionale. Insieme alla dottoressa Silvia Goggi, medico, nutrizionista e membro della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana, la più importante e riconosciuta (anche a livello internazionale) nel nostro paese, abbiamo analizzato i messaggi contenuti nello spot e sul sito di Assocarni.

In neretto troverete le tesi sostenute nello spot e sul sito, sotto le risposte della nutrizionista

1  – “Consumare carne bovina con equilibrio può favorire il benessere dell’organismo”.

“È un controsenso affermare che un alimento ritenuto probabile cancerogeno per l’uomo dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (classe 2A), possa apportare dei benefici all’organismo. Provate a sostituire la parola “carne rossa” con un altro cancerogeno della medesima classe: “Consumare DDT (un insetticida vietato dal 1978 in Italia proprio per la sua pericolosità) con equilibrio può favorire il benessere dell’organismo”. Accostare un alimento probabilmente cancerogeno e “benessere dell’organismo” nella medesima frase è un ossimoro.”

2 – “La carne contiene numerosi nutrienti fondamentali per le diverse fasi della vita”.

“Non si può negare, ma la frase andrebbe completata. La carne non è la sola depositaria di questi nutrienti, che possono essere assunti attraverso una varietà alimenti vegetali. Tutti gli amminoacidi essenziali, lo zinco, il ferro: questi possono essere trovati anche negli alimenti vegetali, senza difficoltà. Vero, la vitamina B12 non c’è: ma tra l’assumerla con un integratore – come fanno i vegetariani – o attraverso un alimento probabilmente cancerogeno (vedi punto 1), vi lascio giudicare quale scelta è più logica e saggia.”

3 -“La ricchezza di sali minerali di cui spesso la popolazione è soggetta a carenza, come ferro eme, zinco e selenio, ma soprattutto il loro livello di biodisponibilità, rendono la carne bovina un alimento che può fare la differenza.”

“L’elevato livello di biodisponibilità dei nutrienti della carne, vale a dire la singola percentuale di assorbimento, è elevata, vero. Sapete perché? Perché nella carne mancano le fibre, che rallentano l’assorbimento dei nutrienti. Questo rallentamento però vale per tutti i nutrienti, anche quelli cattivi come i grassi e il colesterolo, ed è per questo che un elevato consumo di fibre è associato ad un minor rischio cardiovascolare e ad altri benefici per la salute. L’assunzione di fibre nel mondo occidentale è insufficiente a livelli allarmanti. Gli alimenti vegetali oltre a tutti i suddetti nutrienti, che vengono assorbiti in modo perfettamente sufficiente come ci dimostrano gli studi disponibili sui vegetariani, contengono fibre in quantità.”

4 – Fornisce anche acidi grassi essenziali, che devono essere introdotti proprio con gli alimenti.

Gli acidi grassi essenziali, che sono poliinsaturi, sono due: acido linoleico (omega-6) e acido linolenico (un omega-3). Va detto che gli acidi grassi della serie omega-6 sono molto diffusi sia negli alimenti vegetali, che negli alimenti di origine animale, e che quindi la carne non ne detiene certo il primato. Anzi, contiene acido arachidonico, un particolare omega-6 a lunga catena pro infiammatorio.

Dai due precursori sopra citati, che bisogna necessariamente assumere con l’alimentazione, noi sintenizziamo gli acidi grassi poliinsaturi a catena più lunga. Il rapporto ideale omega-6:omega-3 dovrebbe essere il più basso possibile, diciamo di circa 4:1. Nella dieta occidentale, Italia inclusa, questo rapporto è invece fortemente sbilanciato verso gli omega-6, arrivando a 15 o addirittura 20:1. La carne apporta omega-6 (che si trovano in quantità in qualsiasi dieta e non costituiscono un problema) in percentuale molte volte superiore agli omega-3, non facendo che contribuire in modo svantaggioso ad equilibrare questo rapporto.

In 100 g di carne bovina troviamo decisamente più acidi grassi omega-6 che omega-3 (che sono peraltro una quantità irrisoria). In sintesi: gli acidi grassi essenziali devono essere assunti con l’alimentazione, vero. Ci sono solo nella carne? Falso, anzi: nella carne si trovano in un rapporto tutt’altro che favorevole.

5 – Consumare con equilibrio carne bovina, insieme ad uno stile di vita sano, aiuta ad assumere naturalmente nutrienti chiave e composti bioattivi benefici, a livelli unici di biodisponibilità, contribuendo a garantire una dieta bilanciata in tutti gli individui.

“Abbiamo già commentato al punto 3 il tormentone dell’elevata biodisponibilità. Una dieta bilanciata può o meno contenere carne, non deve. La dieta non si definisce bilanciata se contiene carne, ma se apporta tutti i nutrienti necessari all’organismo, cosa che può benissimo accadere, come la scienza ha già dimostrato da decenni, anche senza carne – bovina o meno”.

6 – La carne contiene sostanze che fanno bene al corpo
“Interessante è il contenuto in composti bioattivi della carne bovina, cioè sostanze essenziali e con un comprovato effetto positivo sulla salute. Queste sono la carnosina, la colina, L-carnitina, l’acido linoleico coniugato (CLA), il glutatione, la taurina e la creatina, l’acido lipoico, il coenzima Q10 e i peptidi bioattivi, che svolgono attività promotrici della buona salute, tra cui attività antiossidanti, antinvecchiamento, antitumorali, antiobesità, antidiabetiche e protettive contro lo sviluppo di malattie cardiovascolari.”

In questo punto l’attenzione dei consumatori viene portata su queste singole sostanze apportate dalla carne, senza specificare che siamo in grado di sintentizzarle perfettamente da soli o di assumerle anche attraverso alimenti vegetali. Se queste singole sostanze hanno effetti positivi, il consumo di carne come tale è invece associato ad un aumentato rischio di tumori (vedi punto 1), malattie cardiovascolari e diabete, come dimostrano gli studi prospettici eseguiti su migliaia di persone seguite per anni. Bisogna infatti non solo considerare le singole sostanze che possono avere effetti positivi dall’alimento in toto, visto che quando si mangia carne bovina non si assumono solo queste ed è impossibile scinderle dal resto.

7 – “Per molto tempo le carni e i prodotti di origine animale sono stati ritenuti tra i responsabili di alcune patologie cardiovascolari per la presenza di grassi saturi e colesterolo.
I recenti studi hanno dimostrato come la correlazione non sia così diretta, sia perché i grassi saturi non sono tutti uguali (ad esempio, l’acido stearico contenuto nelle carni si è dimostrato ad effetto neutro sul colesterolo), sia perché oggi, a differenza del passato, il consumo nazionale di carne è rivolto in modo particolare a tagli magri a bassissima percentuale di grassi saturi.”

“I grassi saturi hanno come effetto indiretto quello di aumentare il colesterolo. Vero che ne esistono diversi (e nella carne non c’è solo acido stearico, ma anche molti altri), ma in ogni caso perché i consumatori dovrebbero accontentarsi di un’influenza neutra sui livelli di colesterolo e quindi sul rischio cardiovascolare, quando le evidenze dimostrano che sostituendo le calorie provenienti da grassi saturi nella dieta con calorie provenienti da cereali integrali o acidi grassi insaturi il rischio cardiovascolare migliora? I grassi saturi non sono vitamine.

Siamo perfettamente in grado di sintetizzare quelli che ci servono, e i LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento dei Nutrienti per la popolazione Italiana) si raccomandano che i grassi saturi non superino il 10% delle kcal totali giornaliere. Non andrebbe certo incoraggiato il consumo di alimenti che ne contengono, quando in Italia la prima causa di morte rimane, ahimè, quella per cardiopatia ischemica.”

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