New York, stop a hot dog e bacon nelle scuole pubbliche

Il Consiglio cittadino ha approvato una risoluzione per la messa al bando dalle mense scolastiche di tutte le carni processate.

I famosi hot dog potrebbero presto sparire, a New York. Almeno, dalle mense scolastiche. Il Consiglio della città ha, infatti, approvato nei giorni scorsi una risoluzione con la quale invita il Dipartimento della Pubblica Istruzione a mettere al bando le carni lavorate dalle scuole cittadine. Niente più hot dog, dunque, ma anche bacon, affettati e ogni tipo di carne processata “per garantire – si legge nella risoluzione – che le scuole pubbliche di New York City offrano scelte alimentari sane, aiutando al contempo l’ambiente”.

Stop alle carne a scuola

La risoluzione adottata in questi giorni dal New York City Council non è, in realtà, il primo passo compiuto dalla città nella direzione della promozione, tra i più giovani, di un’alimentazione più sana a base vegetale. Già dal 2017, infatti, la città decise di inserire almeno un’opzione vegana nei menu di oltre 1200 scuole della città, invitate ad aderire alla campagna internazionale dei “Meatless Monday”, i lunedì senza carne. Una proposta estesa, proprio all’inizio di quest’anno, a tutte le 1700 scuole pubbliche locali che, di lunedì, non servono più piatti a base di carne. “Ridurre in parte il consumo di carne migliorerà la salute dei newyorkesi e ridurrà le emissioni di gas serra“, disse in quell’occasione il sindaco, Bill de Blasio. “Stiamo introducendo il lunedì senza carne in tutte le scuole pubbliche per mantenere il nostro pranzo e il nostro pianeta più green per le generazioni future”.

Scelte, dunque, che si inseriscono all’interno di quel Green New Deal presentato la scorsa primavera dal sindaco, che punta a ridurre le emissioni cittadine di gas serra del 30% entro il 2030 e all’interno del quale, fu detto in occasione della presentazione del piano verde da oltre 14 miliardi di dollari, New York avrebbe voluto inserire anche il bando degli iconici hot dog e delle carni processate da tutte le mense pubbliche cittadine, a partire proprio da scuole, ospedali e carceri, con l’obiettivo di arrivare all’eliminazione degli acquisti di carni lavorate per le strutture pubbliche entro il 2040.

Non solo New York City

Tra i principali fautori delle mosse plant-based newyorkesi dell’ultimo periodo c’è il presidente del distretto di Brooklyn, Eric L. Adams. “Non possiamo continuare a dare da mangiare ai nostri bambini sostanze che, è stato dimostrato scientificamente, aumentano il rischio di cancro”, spiegò presentando in consiglio la risoluzione per le scuole un anno e mezzo fa, Adams, che ha raccontato di essere diventato vegano principalmente per motivi di salute, dopo aver scoperto di soffrire di diabete. Proprio dalla sua esperienza è partita la sperimentazione newyorkese dei “meatless monday”, introdotta in sordina tempo fa in fase di test per la prima volta nelle scuole del popoloso distretto di Brooklyn.

Da questo punto di vista, New York rappresenta sicuramente a livello internazionale una punta avanzata della promozione pubblica delle diete a base vegetale, anche se iniziative simili sono state adottate anche in altri Stati americani, come in California, che ha rafforzato notevolmente la proposta di opzioni vegetariane e vegane nei propri menu scolastici e dove recentemente il distretto di Santa Barbara ha adottato una risoluzione di messa al bando delle carni processate simile a quella della Grande Mela. Il fronte più avanzato, sul piano educativo, sembrano rimanere tuttavia, più che le scuole, le università nelle quali, dal Portogallo alla Gran Bretagna, si moltiplicano nei servizi di ristorazione i casi di messa al bando delle carni rosse.

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