“L’attivismo è una promessa”: il cortometraggio della fotografa degli animali – VIDEO

Nel cortometraggio “Promises” le dichiarazioni della fotografa: “Queste foto mi ossessioneranno per mesi, ma sono la mia promessa per loro”

“Molto tempo fa ho fatto una promessa agli animali, una promessa che sto cercando di mantenere ancora oggi: ho promesso loro che non avrei più contribuito alla loro sofferenza, che avrei usato la mia macchina fotografica per raccontare la loro storia e che non sarei più tornata indietro”.

Queste le parole di Jo-Anne Mc Arthur, foto giornalista canadese e attivista per i diritti degli animali, che fanno da sottofondo alle immagini di “Promises” (nel video qui in alto), il nuovo cortometraggio frutto del lavoro di “We animals”: un progetto ambizioso – di cui la giornalista è la fondatrice – che documenta, attraverso la fotografia, le condizioni di vita (e sfruttamento) degli animali nell’ambiente umano. “Ogni attivista sa che gli incubi non nascono nel buio, ma prendono forma sotto le luci fluorescenti degli allevamenti intensivi”. Con queste parole, forti e strazianti, la Mc Arthur ci guida all’interno di un allevamento intensivo di polli: centinaia di animali ammassati l’uno sull’altro, molti dei quali morti, malati o sofferenti, privati della propria identità per diventare “macchine” al servizio dell’uomo.

Dopo qualche scatto, l’empatia ha il sopravvento: la donna lascia da parte la macchina fotografica per dedicarsi agli animali che la circondano, incuriositi dalla sua presenza. Qui scopriamo la storia della Mc Arthur: appena ventenne e ancora onnivora, scopre la bellezza e soprattutto l’intelligenza di questi animali, nel momento stesso in cui sua madre ne adotta uno come animale domestico: da lì la consapevolezza che polli, galline, maiali o vitelli non sono diversi dai cani o dai gatti che tanto amiamo. E da quel momento nella donna nasce la volontà di fare qualcosa di concreto per gli animali negli allevamenti: “La fotografia è il mio contributo, il mio modo di far risplendere la luce in queste tenebre, la mia promessa nei loro confronti”. Un attivismo, dunque, che ha il sapore di una promessa ma anche di speranza: anche se per la fotografa è materialmente impossibile liberarli, quelle foto daranno voce alle sofferenze degli animali negli allevamenti, con l’intenzione di costruire per loro un nuovo, luminoso futuro di libertà.

Jo-Anne McArthur: gli occhi del nostro cibo

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