“Forest beat”, quanti animali meravigliosi nelle foreste vetuste dell’Italia

Una “storia” i cui protagonisti sono lupi, orsi, cervi, cinghiali e tassi: un progetto per salvaguardare le foreste vetuste e la loro fauna


Un video che racconta una “storia” speciale, i cui protagonisti sono gli animali del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM). Un albero di faggio monitorato per un anno intero dall’occhio di una telecamera nascosta, quattro stagioni che scorrono attorno a un importante crocevia di odori, segnali e messaggi lasciati quotidianamente dall’incredibile fauna dell’Appennino. Tutto questo fa parte del progetto “Forest Beat”, che attraverso “cento battiti” (ovvero 100 scatti fotografici mozzafiato) e materiale video come quello qui in alto, vuole rendere note in Italia e all’estero le faggete più antiche d’Europa, note anche come faggete vetuste.

Queste foreste sono una scoperta recente sul nostro territorio e dal 2012 sono candidate a diventare Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Si tratta di ecosistemi davvero molto rari, caratterizzati dalla presenza di alberi di età avanzata, che possono quindi trovarsi al termine del ciclo di vita. È infrequente che gli alberi riescano a compiere tutto il loro ciclo vitale fino alla morte, a causa degli interventi massicci dell’uomo, ma nelle foreste vetuste questo è possibile grazie all’assenza dell’azione dell’uomo: un ecosistema incontaminato in cui fauna e flora si incontrano senza intermediari, un tesoro troppo grande perché potesse rimanere nascosto.

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Il progetto nasce dalla volontà di rendere noto questo grande patrimonio tutto italiano, perché, come si legge sul sito ufficiale dell’iniziativa, “nonostante il grande sforzo di ricerca e divulgazione portato avanti dal PNALM e altri Enti, l’eccezionalità di una tale scoperta e l’importanza delle faggete appenniniche come ecosistema unico al Mondo non sembrano tuttora aver incontrato il dovuto interesse nel grande pubblico”. Ecco quindi un team di esperti autori, fotografi e documentaristi al lavoro per circa 2 anni – tra la primavera 2015 e l’estate 2017  – in alcune delle faggete più caratteristiche del PNALM, per ottenere una documentazione ricca e completa che possa essere anche un incentivo, oltre che alla conoscenza, anche alla conservazione del nostro patrimonio forestale.

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Un progetto che, per le modalità di realizzazione, ricorda il cortometraggio “Vacche ribelli”, film su un gruppo di mucche che hanno conquistato la libertà e che ci auguriamo possa servire a salvaguardare dalla deforestazione uno degli ambienti più ricchi, rari e interessanti del nostro paese.

Felix il bambino che pianta milioni di alberi per salvare il pianeta

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