Europa: 10 miliardi a favore delle alternative vegetali alla carne

Il Green new deal parte da un concetto semplice: carne e ripresa “verde” non stanno insieme, servono alternative, comunicazione adeguata e controllo sulle aziende.

L’Europa riparta da una rinascita verde, in tutti i sensi. La Commissione europea ha pubblicato Farm to Fork, iniziativa faro nell’ambito del nuovo Green Deal europeo, che prevede un sostegno finanziario di almeno 100 miliardi di euro nel periodo 2021-2027 per la transizione “verde” e si impegna a fare delle proteine alternative una pietra angolare della sua agenda di ricerca nell’ambito di questo nuovo percorso.

Nuovi modelli

Nel complesso documento pubblicato il 20 maggio 2020 scorso, uno dei focus di intervento proposti e una parte dei finanziamenti, 10 miliardi di euro, dovranno essere impiegati per il sostegno all’aumento della disponibilità e delle fonti di proteine alternative alla carne “come le proteine vegetali, microbiche, marine, da insetti e i sostituti della carne”. Anche se non mancano i riferimenti alla necessità di “migliorare le condizioni degli allevamenti” nonché al trovare nuovi modi per rendere meno inquinante la produzione della carne, un punto nel documento è molto chiaro:

Gli attuali modelli di consumo alimentare sono insostenibili sia per la salute che per l’ambiente
da molti punti di vista. Mentre nell’UE, la quantità di calorie medie assunte, la carne rossa , gli zuccheri, il sale e i grassi continuano a superare le raccomandazioni, il consumo di cereali integrali, frutta e verdure, legumi e noci è insufficiente.

Cargill carne vegana

Le proteine vegetali arrivano principalmente dai legumi e dai cereali: è da qui che si deve partire

Ecco quindi il punto. Non solo l’alimentazione standard non corrisponde ai modelli che garantirebbero una buona salute (elemento che pone sempre più a rischio le persone anche in casi di malattie epidemiche come il Covid-19) , ma in più “l’agricoltura è responsabile del 10,3% delle emissioni di gas serra dell’UE e il 70% di queste provengono dal settore animale, costituite da GHG non CO2 (metano e protossido di azoto)”.

La responsabilità delle aziende

La ripartenza dopo la pandemia, quindi, non può più ignorare politicamente il tema dell’alimentazione e dell’educazione alimentare, tanto che nel documento il punto viene spostato anche sulla responsabilità delle aziende: “La Commissione cercherà di ottenere l’impegno delle aziende e delle organizzazioni alimentari ad assumere azioni concrete in materia di salute e sostenibilità, con particolare attenzione alla riformulazione dei prodotti venduti in riferimento alle linee guida per una dieta sana e sostenibile; riducendo la loro impatto ambientale”.
Molto interessante anche il riferimento al ruolo della pubblicità: “Le campagne di marketing che pubblicizzano la carne a prezzi molto bassi devono essere evitate“. Inoltre la Commissione Europea spiega che il monitoraggio rispetto a questi temi ed impegni sarà costante:”La Commissione vigilerà su questi impegni e prenderà in considerazione misure legislative se i progressi saranno insufficienti”.

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