Carne coltivata: a Singapore arriva il primo “sì” alla vendita

Eppure la questione su come viene prodotta la carne da cellule staminali è aperta.

Le pepite di pollo fritto nate solo mediante coltura cellulare hanno ottenuto il via libera dalla Singapore Food Agency (SFA). A produrle è l’azienda Eat Just già nota per i suoi prodotti senza ingredienti di origine animale come il preparato vegetale che imita le uova, “Just Egg”. Il prodotto si chiamerà “Good Meat”.

Che cosa significa il via libera a Singapore?

L’azienda americana con sede a San Francisco aveva inviato la richiesta di approvazione alla SFA ben due anni fa e solo all’inizio del mese di Dicembre 2020 è arrivata la notizia del via libera alla vendita e alla commercializzazione. Si tratta di un segnale interessante che porta avanti di parecchi passi il tema della produzione su larga scala di questo tipo di carne che, come ha spiegato il CEO dell’azienda Josh Tetrick, deve essere chiamata “carne” a tutti gli effetti, perché lo è. Eppure, negli anni, gli epiteti come “carne pulita”, “prodotto coltivato in vitro”, “prodotto senza crudeltà” si sono moltiplicati se non altro per mancanza di informazioni precise e verificate rispetto alle procedure che sottendono alla nascita di queste fibre animali in laboratorio.

Una foto del filetto di pollo Good Meat prodotto a San Francisco – Foto tratta dal sito dell’azienda -www.goodmeat.co

Dove si mangerà la carne coltivata?

Il lancio del prodotto al pubblico avverrà al “1880” di Singapore, una ristorante molto lussuoso che servirà per primo la carne di pollo coltivata in due diversi piatti al prezzo di 23 dollari. Il primo piatto prevederà – come spiega il quotidiano “Channel New Asia” – due pepite di carne con un waffle, mentre nel secondo la carne verrà servita non impanata insieme ad un panino al vapore cinese. Inizialmente il pezzo a singola pepita, prima che venisse messa in commercio, era di 50 dollari. Secondo le parole di Terick: “La carne di pollo coltivata verrà venduta in altri stabilimenti alimentari a Singapore l’anno prossimo e nei negozi al dettaglio entro la metà o la fine del 2022“.

Come viene prodotta?

La carne di pollo di Eat Just viene realizzata all’interno dei laboratori dell’azienda tramite bioreattori da 1.200 litri, all’interno dei quali far crescere cellule staminali prelevate attraverso una biopsia da animali vivi (senza necessità che vengano uccisi) ma che al momento sono state prelevate dall’azienda in una banca delle staminali. Il processo di crescita delle cellule, attualmente, avviene all’interno di un liquido nutriente di origine vegetale, ma il via libera alla commercializzazione, come spiega Josh Tetrick, è avvenuto su un protocollo che prevedeva la crescita delle staminali in un liquido basato su siero bovino fetale, un “ingrediente” che prevede, chiaramente, la macellazione di una mucca gravida. Secondo l’azienda il siero nutritivo di origine vegetale “verrà utilizzato nella prossima linea produttiva perché al momento della presentazione del progetto alla SFA, non era ancora disponibile”.
Sul suo sito l’azienda spiega di essere partita a creare carne di pollo perché “questa è la carne maggiormente consumata nel mondo e perché “i polli, tutti insieme, consumano più mangime rispetto agli altri animali allevati. Oggi, più di un terzo delle terre libere dal ghiaccio sulla Terra e decine di milioni di ettari di foresta pluviale che brulica delle più diverse specie del nostro pianeta sono state sostituite con campi di mangime destinato ai polli”.

Quale sarà il futuro di questo prodotto?

La carne coltivata non è un bene che avrà un’ampia diffusione nell’immediato, quindi, ma i progetti dell’azienda americana sono chiari: “Stiamo considerando Singapore come il centro di produzione globale di quella che chiamiamo la “Good Meat” del nostro marchio – spiega sempre Tetrick – con uno o due stabilimenti in Europa occidentale e uno o due in Nord America. Spero che gli Stati Uniti e l’Europa occidentale seguano l’esempio di Singapore nel fornire un ambiente normativo aperto a questo nuovo prodotto”.
Ma Singapore non è la prima. Solo a fine novembre 2020,  l’altro polo caldo per gli studi sulla carne coltivata in laboratorio, Tel Aviv, ha dato casa a “The Chicken” il primo ristorante dedicato a questo tipo di alimento creato dalla startup israeliana SuperMeat.

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