Il mare del 2050: più plastica che pesci. Il docufilm del futuro distopico che ci attende

Il mockumentary dell’Istituto Oikos ambientato in Puglia ci mostra che ne sarà del nostro mare se non riduciamo drasticamente i consumi di plastica monouso. E invita all’azione individuale e collettiva

Che ne sarà dei nostri mari tra trent’anni esatti? Prova a immaginarlo “2050: Cronache marine”, il docufilm lanciato in questi giorni dall’Istituto Oikos. E lo scenario non è per niente incoraggiante. Ambientato in un Puglia stravolta dai cambiamenti ambientali, il film mette in scena un futuro distopico nel quale il mare sarà abitato più dalla plastica che dai pesci. Quello che succederà veramente, spiegano i produttori, se non ci sbrigheremo a ridurre fortemente i consumi di plastica monouso.

Viaggio in un futuro di plastica

Inserito all’interno di una più ampia campagna di comunicazione che passa attraverso i social, il docufilm racconta il futuro del mare attraverso la storia di quattro persone che hanno visto cambiare la loro vita insieme a quella del mare della propria terra: lo chef di microplastiche, la cacciatrice di sacchetti, il pescatore di bottiglie e la collezionista di packaging. In questo “viaggio nel futuro” il racconto poetico e malinconico della realtà surreale vissuta dai protagonisti lascia spaesato chi guarda. E invita all’azione.

Come ricorda il docufilm, sono infatti 11 milioni le tonnellate di plastica che ogni anno finiscono nei mari di tutto il mondo provocando danni inestimabili all’ecosistema marino e agli animali che lo abitano (e noi italiani facciamo abbondantemente la nostra parte, se consideriamo che siamo i secondi consumatori al mondo per acqua in bottiglia). Solo di microplastiche, sono tra le 70 e le 130mila le tonnellate che invadono annualmente il Mediterraneo e i mari europei con 134 specie animali vittime di ingestione di plastica, che uccide loro ed entra nella catena alimentare, fino ad arrivare a noi. Il problema ci interessa molto da vicino visto che, come ha ricordato un recente studio di Science, è proprio il nostro Tirreno ad essere messo peggio di tutti i mari del mondo con 1,9 milioni di frammenti di microplastiche per metro quadrato.

Possiamo fare la differenza

Numeri e uno scenario a breve termine quasi apocalittico, eppure scientificamente fondato, difronte al quale i produttori del mockumentary invitano alla presa di coscienza e all’azione individuale che passa, in primo luogo, attraverso la riduzione del consumo quotidiano di plastica monouso. Sul sito dell’Istituto Oikos, organizzazione non-profit impegnata nella tutela della biodiversità e nella diffusione di stili di vita più sostenibili, è possibile partecipare alla #missione2050 iscrivendosi per ricevere gratuitamente in anteprima il film da vedere accompagnato da una serie di consigli pratici per una quotidianità con meno plastica (molti li trovate che nella nostra speciale versione dedicata allo zero waste). Perché, come ricordano i produttori, “l’apocalisse non è una proiezione di un futuro prossimo, ma un presente da scongiurare attraverso un’azione collettiva che parta dalla responsabilità personale”.

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