“Io, papà vegano, vi dico, mio figlio sta benissimo”

Mario, papà vegano, racconta ai nostri microfoni la sua esperienza e la sua idea di educazione alimentare “Lo educo, non lo obbligo”

Bambino vegano

Mario Russo è uno sportivo, di professione, da sempre, fa lo chef nei ristoranti, negli alberghi in Italia e all’estero. La sua famiglia ha deciso di diventare vegana qualche anno fa. Il loro bambino ora ha due anni e gode di ottima salute: sia lui che la mamma seguono un’alimentazione vegana.

Mario, sei un papà snaturato?

Direi di no, amo mio figlio più di qualsiasi altra cosa al mondo ed è anche per questo che, vedendo gli effetti positivi che la scelta vegana aveva avuto su di me, anche come sportivo, con mia moglie abbiamo deciso di educare così anche nostro figlio.

 

Bambino-vegano

Mario Russo in una foto con suo figlio

Parlaci di tuo figlio, è vegano da sempre?

Mio figlio non ha mai mangiato una briciola di carne animale in tutta la sua vita

E’ stato difficile scegliere questa alimentazione per lui?

Per niente. Non ha avuto mai nessun problema, la nostra famiglia era vegana e lui segue la nostra educazione alimentare

Cosa rispondi come genitore a chi dice che lo stai obbligando a questa scelta?

Non scherziamo, non lo stiamo obbligando, lo stiamo educando. Ognuno fa la sue scelta, nella mia famiglia (Mario è di origini napoletane, ndr) ai tempi mi educarono a scegliere una strada “classica”, era l’educazione alimentare che avevano scelto per me, ma ora nel 2016 le informazioni sono davvero tante. I medici dovrebbero informarsi e non avere “paura” di aggiornarsi su queste tematiche.

Come sta il bambino?
Benissimo. Nel frattempo io e mia moglie ci siamo trasferiti in Germania, a Monaco e qui, devo dire, abbiamo fatto fatica a trovare un pediatra vegano o comunque che fosse esperto di alimentazione. Ma ci siamo fatti guidare dalla Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana: sono stati molto gentili e ci hanno dato molte informazioni. Pensi, che qui in Germania, la scala percentile (ossia l’unità di misura che si utilizza per stabilire come procede la crescita del bambino in peso e in altezza, ndr) è leggermente più “alta” di quella italiana e nostro figlio rientra perfettamente. La sua B12 è perfetta, e quella della sua mamma, ai tempi durante la gravidanza lo era altrettanto.

Allattato dalla mamma?

Sì, fino ad un anno e mezzo

Differenza fra Italia e Germania nell’atteggiamento verso il vegan, dato che sei chef le noterai molto…

Qui in Germania l’opzione vegan è naturale, è come da noi avere la carta dei dolci o dei vini. Qui io non percepisco nessun “razzismo alimentare”, passatemi il termine. La differenza sta nel fatto, secondo me, che il popolo tedesco è molto aperto alle innovazioni, a tutto quello che in qualche modo li può far stare meglio. Le faccio un esempio semplice: la tv è piena di spot sui prodotti vegan.

Come ti sei avvicinato all’alimentazione vegana?

Sono diventato vegano 3 anni fa. A Cortina, dove lavoravo, ho avuto modo di conoscere un altro sportivo come me, vegano. Tornato in Italia ho iniziato la mia ricerca: ho letto, studiato, ascoltato pareri, ci sono voluti circa 7 mesi. Ho iniziato eliminando la carne e, poi i derivati. Ho notato un netto miglioramento nelle mie prestazioni sportive. La riflessione etica è arrivata in seguito, mi sono reso conto che gli animali venivano uccisi solo per una questione di gola, di gusto...

Che sport pratichi?

Molti, ma soprattutto la boxe.

 

Intervista a cura di Federica Giordani 

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