Burger vegano non si può dire? Per l’Europa nessun inganno al consumatore

Nessun inganno ai consumatori, basta leggere l’etichetta: così la Commissione Europea risponde all’interrogazione sul “meat sounding”

nome burger vegano commissione europea

Affettato vegetale, ragù vegano, burger di soia. I nomi degli alimenti vegani che ricordano quelli dei prodotti a base di carne non sono mai andati a genio a molti onnivori, né tantomeno all’industria della carne. Per la Commissione Europea il “meat sounding” non costituisce un problema e non risulta ingannevole per i consumatori. Il pronunciamento è arrivato di recente a seguito dell’ennesima interrogazione parlamentare lanciata nel mese di novembre dagli europarlamentari Paolo De Castro (PD) e Giovanni La Via (Area Popolare), per ostacolare questo tipo di denominazione e tutelare i prodotti “della tradizione”.

La risposta europea è stata chiara: “La Commissione ribadisce come non si preveda attualmente di introdurre nuove denominazioni tutelate per i prodotti a base di carne.” L’attenzione è rivolta a quei prodotti senza denominazione protetta, quindi la maggior parte degli alimenti a base di carne. Sono esclusi, invece, i nomi di quelli regolati da specifici disciplinari e che di conseguenza non possono essere utilizzati per identificare dei prodotti vegani. “Nel caso di alimenti in cui un componente o un ingrediente che i consumatori presumono sia utilizzato, invece, sia stato sostituito – si legge nella risposta all’interrogazione parlamentare – l’etichettatura reca una chiara indicazione del componente o dell’ingrediente utilizzato per la sostituzione parziale o completa”. Nessun inganno al consumatore per la Commissione Europea che continuerà a non vietare il “meat sounding” nei prodotti vegani.

Gli oppositori del “meat sounding”

La questione dei nomi dei prodotti vegani è aperta da tempo. Tutto è iniziato sul web, quando una ragazza si è opposta alla denominazione “formaggio vegano”, proponendo di chiamare Gary gli alimenti vegetali che lo ricordano. I produttori di carne europei, poi, si sono rivolti alla Commissione Europea per richiedere l’abolizione di prodotti a base vegetale considerati “sostitutivi” di carne e insaccati. Allo stesso modo, in Germania, il Ministro dell’Agricoltura tedesco si è scagliato contro wurstel e affettati vegani. Anche Slow Food ha parlato di “inganno ai consumatori“: un trucco di marketing, secondo l’associazione, che indurrebbe consumatori ignari ad acquistare un prodotto vegano celato sotto “mentite spoglie”. Carni Sostenibili ha supportato l’interrogazione parlamentare di De Castro e La Via “per il bene dei prodotti tipici della tradizione italiana, ma soprattutto dei cittadini e consumatori di tutta l’Unione, spesso inconsapevoli di ciò che stanno realmente acquistando”.

SlowFood: “Hamburger vegano è un inganno, salviamo la tradizione”

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