Bambini vegani: 5 miti da sfatare con la nutrizionista – Intervista

In occasione del corso sulla dieta “veg” nei bimbi che si terrà a Milano, la dott.ssa Filippin ha risposto alle domande più frequenti sull’argomento

Bambini e alimentazione vegana: un tema molto sentito nel nostro Paese, che ha acceso numerosi dibattiti e controversie. Proprio per questo motivo, il prossimo 17 giugno si terrà a Milano il seminario “Bambini vegan – la nutrizione ottimale”, un corso dedicato ai genitori attuali e futuri, ideato per comprendere i vantaggi di una dieta 100% vegetale in tutte le fasi dell’infanzia, dallo svezzamento in avanti. Relatrici del corso saranno due dottoresse e nutrizioniste esperte nell’alimentazione vegana in età pediatrica, associate alla Rete Famiglia Veg di SSNV: la dottoressa Denise Filippin – Biologa Nutrizionista esperta in alimentazione vegetariana in gravidanza e per l’infanzia –  e la dottoressa Silvia Goggi, Medico Nutrizionista, esperta in educazione alimentare per bambini.

Proprio in occasione di questo evento, la redazione di Vegolosi.it ha raggiunto telefonicamente la dottoressa Filippin per chiederle di sfatare alcuni “miti” riguardo all’alimentazione vegana nei bambini: ecco le sue risposte alle domande più frequenti.

1- I bambini vegani assumono poche proteine?

Quella delle proteine è una delle questioni più dibattute attorno alla dieta vegana, non solo nei bambini. L’idea è quella che i bambini abbiano esigenze proteiche particolari, non soddisfatte da una dieta a base vegetale, ma non è così. “Tutti gli studi scientifici – dichiara la dottoressa – affermano che una dieta vegana ben bilanciata apporti il giusto quantitativo di proteine, anche nei bambini”. Anzi, il problema più diffuso è esattamente l’opposto: “Spesso siamo di fronte a diete non equilibrate che apportano un eccesso proteico, pericoloso per la salute. Nei bambini, in particolare, questo può portare a una maggior predisposizione a sviluppare sovrappeso e obesità in età adulta” dichiara. Per essere sicuri di fornire ai nostri bambini il giusto apporto proteico, il suo consiglio è di ricorrere spesso ai legumi, fin dallo svezzamento: nei primi mesi decorticati e ridotti in crema, successivamente anche interi, da soli o in altre preparazioni.

2- I bambini vegani rischiano carenze di calcio?

Anche qui, complice forse la tradizione, si è portati a pensare che la mancanza di alimenti di origine animale possa portare a una carenza di calcio, indispensabile per la salute di ossa e denti. Anche se pensiamo che sia necessario consumare latte vaccino e formaggio per il benessere e lo sviluppo delle ossa, non è così e questo vale soprattutto per i più piccoli: “La Società Italiana di Pediatria consiglia di non inserire nella dieta dei bimbi fino ai 12 mesi latte vaccino e parmigiano – continua – perché molto ricchi di proteine che potrebbero sovraccaricare di lavoro reni e fegato. Certamente i latticini non sono necessari per avere un’alimentazione equilibrata, i genitori devono sapere che è possibile impostare un’alimentazione 100% vegetale assolutamente adeguata anche per i più piccoli”. Tantissimi alimenti di origine vegetale sono ricchi di calcio e tra questi spiccano “tutte le verdure a foglia verde come i broccoli, la rucola, il cavolo nero, i carciofi. Anche la frutta secca – specialmente le mandorle e i semi di sesamo – è un’ottima fonte di questo minerale, che per i bambini può essere utilizzata sotto forma di crema, magari spalmata sul pane, per mantecare i cereali o per intingere polpette o verdure. Da tenere in considerazione anche i latti vegetali fortificati: scegliamo quelli più graditi al bambino, assicurandoci che siano addizionati con calcio e, possibilmente, senza zuccheri aggiunti“. Questi alimenti, ricorda la dottoressa, dovrebbero far parte dell’alimentazione di tutti, sia cotti che crudi: il contenuto di questo minerale, infatti, non viene intaccato dalla cottura. L’unico metodo di cottura sconsigliato è la lessatura, per quanto riguarda le verdure: se cotte in troppa acqua, infatti, buona parte del calcio si disperderebbe nel liquido che poi viene buttato. Meglio ricorrere alla cottura al vapore o in padella, che permettono di conservare al meglio questo minerale. “Vista la grande varietà di alimenti vegetali che abbiamo a disposizione – conclude – la dieta vegana consente senza problemi di ricoprire il nostro fabbisogno di calcio, anche nei bambini”.

3- I bambini vegani devono assumere vitamina B12 da integratore?

“Partiamo col dire che una dieta vegana non consente di assumere questa vitamina attraverso i cibi” spiega la dottoressa Filippin. “Ciò non significa che la dieta vegana sia più carente di quella onnivora – continua – ma è dovuto al fatto che questa vitamina non è né di produzione animale né di produzione vegetale: è sintetizzata da batteri e non è presente naturalmente negli alimenti. Si trova nella carne solo perché viene somministrata agli animali attraverso i mangimi; mangiando carne assumiamo semplicemente la stessa vitamina B12 che era stata somministrata agli animali tramite integratori”. Assumere la vitamina B12 da integratore non è innaturale, poi, perché “gli integratori oggi in commercio non sono di sintesi e non contengono sostanze chimiche prodotte in laboratorio. La vitamina viene prodotta semplicemente “allevando” colonie di batteri, gli stessi che la produrrebbero in natura, su piastre a base zuccherina”. L’integrazione, sottolinea la dottoressa, deve riguardare tutte le persone che seguano una dieta vegana, dallo svezzamento all’età adulta. “Per i più piccoli consiglio un integratore in gocce, più facile da dosare, visto che il quantitativo varia in base all’età. Ricordiamo che l’unica fase in cui il bambino non deve integrare la vitamina B12 è durante l’allattamento esclusivo al seno, a patto che la mamma integri correttamente la vitamina: in questo caso passa nel latte materno e il bimbo l’assume attraverso l’alimentazione”. Esistono latti vegetali fortificati con questa vitamina, “ma i quantitativi aggiunti sono talmente bassi che non possiamo considerarli buone fonti di questa vitamina”.

Bambini vegani

4- I bambini vegani crescono meno (e meno bene) dei coetanei onnivori?

“Ci sono diversi studi scientifici a cui fare riferimento: in particolare l’ultima posizione a riguardo  – del dicembre 2016 – è della Academy of Nutrition and Dietetics, un’associazione di nutrizionisti molto importante a livello mondiale, che spiega che l’alimentazione vegana è compatibile con la crescita. Alla fine dell’accrescimento, infatti, verso i 18/20 anni, quelli che sono stati bambini vegani hanno una struttura corporea e un’altezza assolutamente paragonabile a quella dei coetanei onnivori. Ciò – spiega la dottoressa Filippin – è stato sottolineato perché qualche anno fa si era visto che in alcune fasi della crescita i bimbi vegani crescono più lentamente degli altri. Questa crescita rallentata, però, viene recuperata nel tempo e, ribadisco, alla fine del periodo dell’accrescimento non c’è nessuna differenza rispetto all’altezza dei coetanei onnivori”. Unica differenza è il peso, che negli adolescenti vegani risulta inferiore: “Questo è sicuramente un fattore positivo – continua – visto che uno dei problemi principali di oggi sono sovrappeso e obesità”. Da non sottovalutare è anche il fatto che un bambino vegano sarà più propenso degli altri a mantenere nel tempo, anche da adolescente e adulto, sane abitudini alimentari: “Alcuni studi hanno dimostrato che gli adolescenti vegani preferiscono frutta e verdura, frutta secca o disidratata come spuntino, e consumano meno merendine dolci, snack salati e bibite gassate rispetto ai coetanei” conclude la dottoressa.

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5- I bambini vegani rischiano carenze di ferro?

“Il ferro è un nutriente che in realtà è molto più presente nell’alimentazione vegana rispetto ad altri tipi di alimentazione” afferma la dottoressa, che continua: “Ci sono studi che dimostrano che i vegani assumono più ferro sia dei latto-ovo-vegetariani che degli onnivori. L’unico “problema” è che il ferro vegetale è di tipo non-eme, mentre quello contenuto nella carne è di tipo eme”. Questo spesso basta a creare allarme riguardo alla dieta vegana e al suo apporto di ferro, perché si pensa che questo tipo non venga assorbito efficacemente dal nostro corpo. La dottoressa Filippin, però, è chiara: “Non ci sono problemi a riguardo: se guardiamo i quantitativi di ferro, ci rendiamo conto che – per esempio – 100 g di lenticchie contengono circa il triplo di ferro di 100 g di carne. Se ne assimila meno, certo, ma i vegetali ne contengono molto di più. Per facilitare l’assunzione di ferro non-eme, che in questo modo aumenta fino a sei volte, è utile assumere vitamina C in concomitanza con il consumo di alimenti contenenti ferro: banalmente, condire le lenticchie con del succo di limone, oppure bere acqua e limone ai pasti”. Questi consigli riguardano soprattutto i bambini nei primi due anni di vita, che indipendentemente dal tipo di alimentazione tendono a essere un po’ anemici.

La dottoressa Filippin conclude sottolineando che oggi come oggi è sempre più facile impostare un’alimentazione vegana anche per i più piccoli, grazie al contributo di associazioni di riferimento come la Rete Famiglia Veg, che riunisce professionisti ed esperti in questo tipo di alimentazione. Utili anche testi come Piatto Veg Mamy e Piatto Veg Junior, che possono aiutare a impostare – con rigore scientifico – una dieta vegana sana ed equilibrata per mamme in gravidanza e bambini, fino all’adolescenza. “In ogni caso terrei a sottolineare che i bambini vegani non devono essere seguiti più degli altri, nel loro percorso alimentare, da medici o nutrizionisti – conclude la dottoressa – ma certo si può richiedere un aiuto in caso di dubbi o perplessità, essendo quella vegana una scelta ancora poco diffusa”.

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