“L’industria della carne è finita ma ancora non lo sa”. Pat Brown è tremendamente serio

Il CEO di Impossible Foods torna a parlare di futuro del cibo di origine animale: la sfida è aperta.

Quanto è vero che le percezioni di ognuno di noi sono un mondo a sé, ma quanto è altrettanto inevitabile notare che attorno a noi negli ultimi 10 anni la spinta verso una maggiore consapevolezza di che cosa sia davvero la carne e quali siano le sue “conseguenze”, è aumentata a dismisura. Probabilmente ognuno di noi ha provato, almeno una volta, un burger fatto con carne “vegetale” che imita quella animale e se non l’ha fatto, ne ha sentito parlare parecchie volte.

L’amministratore delegato dell’azienda americana Impossible Foods Pat Brown, quella che nel 2011 lanciò Impossibile Burger, è tornato con una delle sue ormai celebri frasi lapidarie e lo ha fatto durante una conferenza stampa tenutasi in streaming lo scorso 3 Dicembre durante il Web Summit e alla quale hanno assistito più di 100.000 utenti collegati.
Facendo il punto sullo stato delle innovazioni sul mondo del food, Brown ha spiegato: “La nostra missione è eliminare dal mercato l’uso di prodotti origine animale come tecnologia alimentare entro il 2035. Siamo molto seri a riguardo e crediamo che sia fattibile. Ero fiducioso che avremmo avuto successo quando ho dato vita a questa azienda, e ora sono completamente fiducioso. È la fine dei giochi per l’industria della carne come la conosciamo ma non se ne rendono ancora conto“.

Pat Brown- professore emerito nel dipartimento di biochimica della Stanford University, quindi non un imprenditore “puro” –  non usa l’espressione “tecnologia alimentare” senza un motivo. Quello che Impossible Foods sta facendo – ha spiegato – non è tanto creare dei prodotti, bensì un approccio nuovo alla creazione del cibo, modificando il concetto che ne sta alla base. Non è una battaglia solo di carattere etico, bensì di carattere economico e di “buon senso”. Le risorse alimentari di origine animale, utilizzate nel modo attuale – un sistema economico nato nei primi del ‘900 – producono poche calorie  e di scarsa qualità a fronte di un enorme dispendio di risorse alimentari, di uso dei terreni e di inquinamento. Quella alla base di carne, latte e uova, quindi, è una tecnologia alimentare che non potrà essere utilizzata ancora a lungo, non in un mondo abitato da quasi 8 miliardi di persone.

L’attuale e inevitabile sistema di produzione intensiva di carne e derivati ha portato danni incalcolabili sia dal punto di vista ecologico ma anche per la salute degli animali – prime vittime dirette – e per la salute umana. Ecco perché aziende come Impossible Foods vogliono trovare un sistema di base da applicare alla produzione non solo di burger ma di “finta” carne che possa sostituire sulle tavole di tutti (e non solo di chi mangia volentieri legumi e proteine vegetali come tofu e tempeh senza battere ciglio) qualsiasi prodotto, anche il latte (che, nelle intenzioni del nuovo progetto di Impossible dovrà avere le stesse caratteristiche e lo stesso sapore di quello vaccino ma senza esserlo, chiaramente).

Non è possibile, quindi, non vedere che il futuro va in quella direzione e che se non continuerà a farlo, di futuro sarà perfino difficile parlare.

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