Indovina chi viene a cena: insomma, non siamo matti – VIDEO

La carne, il suo sistema produttivo, la sua assoluta insostenibilità viene a galla, sempre di più anche in tv (finalmente)

Insomma, non siamo matti e per quanto il “noi/voi” non funzioni molto, per una volta potrebbe anche starci. C’è un po’ di amarezza nel constatare che le cose diventano reali solo una volta che “l’ha detto la tv” ma tant’è, queste sono le regole del gioco e bisogna giocare. “Indovina chi viene a cena” su Rai Tre e Crozza su La7 sembrano essersi messi d’accordo ma l’obiettivo è la cosa importante: sempre più persone devono conoscere la verità sull’origine della carne e dei derivati animali che arrivano sulla loro tavola e sull’impatto che tutto questo ha sull’unico pianeta che abbiamo. Non si punta ad un mondo vegano, questo no, ma si punta a ristabilire il contatto con la realtà (e con la moralità): nel 2016 non è più immaginabile che ci sia chi muore di fame e di sete e che, invece, un chilo di carne costi 15mila litri d’acqua. 

C’è qualcosa che non funziona e va detto. Non possiamo aspettarci che lo facciano i politici, certo, perché sull’accordo del clima a Parigi firmano una carta che non parla di allevamento eppure è l’Onu a dire che il 18% dell’inquinamento atmosferico arriva proprio dai bovini e dalla loro assurda concentrazione sulla terra: sono 10 miliardi e potrebbero essere meno di 30 mila. Lo dice Mark Post: lui è il ricercatore che ha lavorato per creare la carne sintetica, finanziata dal co-fondatore di Google, Sergey Brin, quella che nasce dalle cellule staminali di altri bovini (che possono, però, vivere una vita lunga e felice dato che quei tessuti si possono prelevare quando saranno morti di vecchiaia). Adesso è impensabile mangiare quella carne perché costa troppo, ma fra 7 anni, dice Post intervistato da Sabrina Giannini, “la venderemo nei supermercati perché con una cellula possiamo creare 10 mila chili di carne” .

E va bene, la carne sintetica o quella a base di soia che “sanguina” ma la verità un po’ scomoda è che non c’è bisogno nemmeno di questo hamburger in provetta. La soluzione c’è già e si chiama ridurre drasticamente i livelli di consumo di carne e derivati, si chiama per chi ha fatto il collegamento (e per chi lo farà) scelta vegana. Ed è una cosa bella, bellissima che se ne parli così: dopo troppi Porta a Porta e dopo troppo dati inesatti e allarmismi da denutrizione, finalmente ci sono i fatti (anche in tv). Il web e prima ancora la saggistica ci erano arrivati, ma la storia e le abitudini non si cambiano certo in un click. Le abitudini, infatti, sono dure a morire, la tentazione della gola lo è di più: “Per chi non può rinunciare alla carne c’è il burger sintetico”,va bene, ma nel frattempo iniziamo a fare come Sylvie Guillem vegana, che era una stella della danza: “Non è più possibile continuare così – dice –  la gente può fare qualcosa adesso”. Ok, facciamola. 

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