Il Parlamento Europeo vuole bandire l’allevamento in gabbia entro il 2027

La notizia è importante e ha un peso politico non da poco, ma l’iter legislativo si preannuncia duro. Successo per la raccolta firme: 1,4 milioni quelle raccolte

Le 170 organizzazioni che hanno sostenuto, a partire dal 2018, la raccolta firme europea per chiedere all’Europa una legislazione che fermasse l’impiego della gabbie nell’allevamento intensivo, la definiscono una “svolta storica”. La Commissione europea, infatti, prevede di vietare l’uso delle gabbie nell’allevamento che ogni anno riguarda oltre 300 milioni di galline, scrofe, vitelli, conigli, anatre, oche e altri animali allevati nell’UE, programmandone un’eliminazione graduale entro il 2027.

La Commissaria europea per la Salute Stella Kyriakides e la Vicepresidente della Commissione Věra Jourová hanno dato, in una conferenza stampa, l’annuncio della risposta della Commissione europea all’Iniziativa dei cittadini (ICE) End the Cage Age, che ha ricevuto un enorme sostegno con 1,4 milioni di firme. La proposta legislativa da parte della Commissione Europea verrà realizzata entro il 2023. “Non si tratta solo di un tema morale – ha dichiarato Kyriakides –  ma anche politico, sociale e legato alla sicurezza della salute europea e del nostro sistema alimentare. Sono certa che questo annuncio renderà felici non solo le persone che hanno firmato la petizione ma tutti i cittadini, milioni, per i quali il benessere animale è importante”.

Che cosa significa, in pratica, lo spiega una delle associazioni che ha partecipato alla raccolta firme, Compassion In World Farming: “La Commissione presenterà una proposta legislativa entro la fine del 2023 per eliminare gradualmente e vietare l’uso delle gabbie negli allevamenti. Tale proposta richiederà l’approvazione del Parlamento europeo e del Consiglio dell’UE.” Si tratta, quindi, di un grosso passo avanti perché sarà la Commissione a presentare il testo e l’appoggio all’iniziativa di basa, come si legge anche nella Risoluzione approvata, non solo sull’evidenza dell’utilizzo già in atto di metodi alternativi di allevamento in Europa, ma anche sulla comprensione del sentimento dell’82% dei cittadini che – secondo un’indagine speciale, la 442 dell’Eurobarometro – “ritiene che il benessere degli animali d’allevamento dovrebbe essere tutelato meglio di quanto non lo sia ora”.

Stella Kyriakides, della Commissione Europea Salute e Sicurezza Alimentare

“I cittadini hanno chiesto un cambiamento e la Commissione ha ricevuto il messaggio forte e chiaro – ha dichiarato Olga Kikou, la Direttrice di CIWF EU – assumendo un impegno inequivocabile e lungimirante per eliminare gradualmente l’allevamento in gabbia. Il vento sta finalmente cambiando. Rimarremo concentrati sulle istituzioni europee fino a quando non realizzeranno questa ambizione e saremo vigili per impedire che interessi particolari la indeboliscano“.

Succederà?

Si tratta senza dubbio di una buona notizia, anche se è il primo passo verso un percorso legislativo molto complesso e che si basa, come si evince dalle dichiarazioni fatte durante la seduta pubblica del Parlamento Europeo del 15 aprile scorso – anche su un’attenzione molto marcata verso le “necessità degli allevatori.

Janusz Czesław Wojciechowski, membro della Commissione Agricoltura ha dichiarato, infatti, “che gli agricoltori dovranno essere aiutati ad adottare pratiche agricole più sostenibili, fornendo loro servizi di consulenza e formazione adeguati, incentivi e programmi finanziari, per evitare una perdita di competitività e una conseguente delocalizzazione della produzione dell’UE verso paesi terzi con obiettivi meno ambiziosi in termini di benessere degli animali”.

Tra gli “effetti collaterali” del nuovo provvedimento: il business degli allevamenti

I parlamentari hanno anche chiarito che saranno valutate le condizioni legislative in merito all’uso di gabbie anche dei paesi dai quali l’Unione Europea importa: “Tutti i prodotti di origine animale importati in UE devono essere realizzati nel pieno rispetto della pertinente legislazione dell’Unione, anche per quanto riguarda l’uso di sistemi di allevamento senza gabbie. È inoltre necessario rivalutare gli accordi commerciali con i paesi terzi, per garantire che rispettino le stesse norme in materia di benessere degli animali e di qualità dei prodotti.”

Ci saranno ostacoli da superare per arrivare, finalmente, all’eliminazione del sistema delle gabbie negli allevamenti? È praticamente certo, ed è anche per questo che il limite ipotizzato per una finalizzazione della procedura legislativa è così lontano, il 2027.

Maiali in gabbia in un allevamento

Sistema, cultura, alimentazione

Anche se il benessere degli animali viene presentato come “problema che sta fortemente a cuore” al Parlamento, continua a mancare un qualsiasi cenno europeo – anche in merito al famoso piano New Green Deal e ai finanziamenti concessi alle alternative alla carne  ad una cultura alimentare diffusa che vada sempre più verso un’eliminazione graduale non tanto delle gabbie, quanto del consumo di carne e derivati. Va ricordato anche che, nell’ottobre scorso, lo spiraglio sulla votazione riguardo una possibile abolizione dei finanziamenti agli allevamenti intensivi tramite la PAC, Politica Agricola Comune, venne immediatamente chiuso, dando il via a nuovi finanziamenti per i successivi 7 anni.

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