Cosmesi vegan: il mercato da 21,4 miliardi di euro entro il 2028. Ecco cos’è e come riconoscerla

Dagli ingredienti di origine naturale all’animal free, la filosofia vegan arriva anche nella scelta dei cosmetici e il mercato cresce inarrestabile.

Stando ai dati pubblicati da Vantage Market Researchil mercato dei cosmetici vegani raggiungerà il valore di 21,5 miliardi di dollari (21,4 miliardi di euro) entro il 2028. Sul fronte geografico, si stima che sarà l’area Asia-Pacifico a dominare il mercato. Secondo il report dunque anche il mondo del make-up si inizia a tingere di verde grazie anche al passo in avanti proposto dalla nuova tendenza del “clean beauty“: per ridurre il proprio impatto sul pianeta, anche trucco e skincare devono essere etici e sostenibili ed ecco perché si scelgono sempre più prodotti con ingredienti di origine naturale, senza sostanze nocive per la salute e per l’ambiente, cruelty free e vegan.  

Cos’è la cosmesi vegan?

Nel 2013 l’Unione Europea ha vietato ogni test sugli animali in ambito cosmetico e anche di importare da altrove ingredienti o cosmetici testati (poiché ci sono paesi, come la Cina, che richiedono il test sui prodotti per legge). Tuttavia il fatto che un prodotto non sia stato testato sugli animali, non lo rende automaticamente vegan e viceversa: alcuni cosmetici possono essere stati formulati con ingredienti sintetici o vegetali ma l’azienda che li produce potrebbe ricorrere ai test sugli animali.

I cosmetici vegani dunque, sono prodotti sì cruelty free ma anche, e rigorosamente, privi di ingredienti di origine animale.

E sebbene sulla carta possa sembrare facile identificare cipria, fard e rossetti vegan non è sempre così: non solo il consumatore può venir tratto in inganno da pubblicità intrise di greenwashing, ma se il cosmetico è privo di certificazioni non è neanche così intuitivo assicurarsi che sia animal free. Sebbene infatti si siano fatti molti progressi, ancora oggi moltissimi ingredienti di derivazione animale vengono utilizzati per alcuni cosmetici di uso quotidiano.

Ecco qualche esempio di quelli che si possono trovare più spesso: 

  • Guanine: la guanina è un colorante bianco perlaceo utilizzato per smalti, ombretti e illuminanti. Può essere di origine animale se ricavato dalle squame dei pesci. Può essere anche di origine sintetica, ma per saperne l’origine si dovrebbe chiedere direttamente all’azienda produttrice.
  • Sodium Caseinate: il caseinato di sodio deriva dal latte vaccino e viene utilizzato per realizzare prodotti come trattamenti per capelli o sieri per il viso.
  • Squalene: lo si può trovare anche di origine vegetale ma viene più spesso estratto dall’olio di fegato di squalo. Lo si considera un ingrediente per l’anti-invecchiamento e si utilizza per balsami per le labbra, deodoranti e idratanti per il corpo.
  • Carminio: più famosa per essere l’insetto infestante numero uno delle piante da interni, dalla cocciniglia gravida (lasciata morire, essiccata al sole e poi polverizzata), si estrae un colorante rosso, utilizzato per rossetti, fard e smalti. Servono decine di migliaia di cocciniglie per produrre pochi grammi di colorante. 

Persino i pennelli per il trucco, se non sono sintetici, sono realizzati con peli di cinghiale, scoiattolo, visone e via dicendo. Per fortuna però, grazie alla crescente sensibilizzazione sul tema, la domanda sta registrando un incremento senza precedenti e non tardano ad arrivare le risposte da brand vegan e cruelty free

Come riconoscere un cosmetico vegan 

Per essere certi di acquistare da una azienda che non testi sugli animali si possono consultare gli elenchi ufficiali, come quello della LAV, che riportano i nomi di tutte le aziende che non testano e che vendono sul territorio Europeo. Qualora l’azienda non solo fosse assente dall’elenco ma anche priva di certificazione non la si può considerare cruelty free.

Per quel che riguarda l’INCI invece, la vera carta d’identità del cosmetico, allenarsi a riconoscere le alternative vegetali agli ingredienti di origine animale è sicuramente uno step fondamentale. Soprattutto là dove non sono presenti certificazioni vegan. Qui di seguito qualche esempio di 
alternative che si utilizzano oggi come sostitute nei cosmetici:

  • Una alternativa vegana alla cheratina (inci: Hydrolyzed Keratin), proteina ricavata dai peli e dalle corna degli animali per rinforzare unghie e capelli, la si può ricavare dalla soia e dall’olio di mandorle.
  • Al posto dell’elastina (inci: Elastin), che è uno dei principali componenti del tessuto connettivo degli animali, si utilizza l’acido ialuronico, valida alternativa vegetale per idratare la pelle e proteggere i capelli.
  • Invece di ricavare l’acido stearico (inci: Stearic Acid) da grassi di derivazione animale (per saponi, deodoranti e prodotti per capelli), lo si può ottenere anche da grassi di origine vegetale come olio di palma, cocco, soia.

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