Coop22, SlowFood, Petrini: “Meno carne, l’Occidente dia l’esempio”

allevamento slowfood

“È necessario promuovere un modello alimentare differente, è necessario sensibilizzare a un minor consumo di proteine animali”. A parlare è Carlo Petrini fondatore di Slowfood e simbolo in Italia e nel mondo del cibo consapevole. Le dichiarazioni, apparse sul sito dell’associazione, non lasciano spazio a dubbi sulla politica intrapresa anche dal più importante baluardo della qualità a tavola nel nostro paese.

Le dichiarazioni del patron arrivano in merito a Coop22, la ventiduesima Conferenza delle Parti (Cop) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che è partita il 7 novembre scorso (nel silenzio generale del media) a Marrakech. La notizia è che per la prima volta dal 1944 al tavolo dei negoziati ci saranno anche agricoltura e allevamento, peccato, come sottolinea lo stesso Petrini, che ci entreranno solo in quanto vittime dei problemi climatici: “E’ un discorso monco se non si tengono presenti le responsabilità che questo settore ha nell’accelerare lo stesso cambiamento climatico – spiega Petrini – L’agricoltura (intesa nella sua accezione più ampia e dunque fatta anche di allevamento e pesca) incide sulle emissioni di gas serra per un terzo del loro valore complessivo, una cifra enorme che supera l’intero settore dei trasporti o della produzione di elettricità. Si può ignorare questo fattore?”. Certo che non si può, ma tant’è, contando che il neo presidente Trump sostiene che il cambiamento climatico sia un complotto volto a colpire l’industria Usa, non c’è da aspettarsi di meglio.
Petrini slowfood carneCosa propone quindi SlowFood? “È necessario – continua Petrini – promuovere un modello alimentare differente, è necessario sensibilizzare a un minor consumo di proteine animali ma di migliore qualità, bisogna incentivare metodi di allevamento che siano a basso impatto ambientale, a ciclo chiuso e non intensivi, agroecologici e attenti al benessere animale. E attenzione, queste esperienze non sono da inventare – continua – alcune esistono da migliaia di anni”. La posizione di SlowFood è chiara e non è certo etica o vegana, ma di prezioso buon senso generale (merce rarissima di questi tempi).

Ma chi deve fare il passo, da dove deve partire tutto questo, dato che pare Petrini non consideri lo sforzo immane della “comunità” vegetariana e vegana nel mondo? “I paesi ricchi sono stati fino ad ora e sono ancora i principali responsabili delle emissioni – spieg – e dunque del cambiamento climatico. Questo è un fatto. E allora ci vuole un gesto di coraggio e di onestà, tocca a noi rivedere i nostri consumi e i nostri modelli di produzione, tocca a noi segnare la strada per un cambiamento effettivamente promettente”.

E mentre Leonardo di Caprio gira il mondo con “Before the flood” spiegando il suo pessimismo rispetto alla volontà politica e generale di far partire il cambiamento, Petrini sembra decisamente più ottimista: sta di fatto che Coop21, non parlerà di questo tema, ignorando anche la FAO che, a sua volta, nell’ultimo evento dedicato alla questione climatica, ha parlato sì di allevamenti, ma non ponendoli al centro della questione.

 

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