Cibo e longevità: una nuova revisione spiega quali alimenti scegliere

Uno studio ombrello, ossia che mette a confronto e analizza altre decine di studi sul tema, ha analizzato i risultati su più di 1 milione di persone partecipanti ai gruppi di ricerca

Uno studio ombrello (in inglese umbrella review) è un tipo di ricerca scientifica che raccoglie e analizza i risultati di più revisioni sistematiche e meta-analisi già pubblicate su un determinato argomento. Si tratta di un livello alto nella gerarchia delle evidenze scientifiche perché, in estrema sintesi, confronta le conclusioni di più studi diversi per offrire una visione globale e riassuntiva delle prove disponibili.

Obiettivo della ricerca

Quello pubblicato lo scorso Febbraio 2025 da Advances in Nutrition, rivista scientifica della American Society of Nutrition, è uno studio ombrello che ha avuto come scopo quello di “valutare in modo sistematico e completo le associazioni tra il consumo di vari gruppi alimentari e la mortalità per tutte le cause”. L’operazione ha convolto più di 41 meta analisi per un totale di più di 1 milione di persone coinvolte nei gruppi di studio relativi alle connessioni fra ciò che mangiamo e la nostra longevità. I dati partono dalla constatazione che due terzi delle morti nel mondo sono dovute a malattie non trasmissibili come i disturbi cardio vascolari e i tumori, e ha voluto per la prima volta fare una valutazione complessiva dei dati emersi da tutte le ricerche svolte a riguardo. I gruppi di alimenti indagati dallo studio ombrello sono stati: cereali (integrali e raffinati), frutta, verdura, noci, legumi, pesce e prodotti ittici, uova, latte e latticini, carne e prodotti a base di carne (comprese carni rosse e bianche, lavorate e non lavorate), bevande zuccherate e zuccheri aggiunti.

I risultati

Le conclusioni alle quali è giunto lo studio, al quale hanno contribuito anche tre ricercatori dell’Università di Bologna, è che il consumo di carni rosse processate e non processate e il consumo di bevande zuccherate asono gli “ingredienti” di quali stare alla larga se vogliamo allungare la nostra aspettativa di vita.
Dall’altro lato ecco che il consumo di frutta secca, cereali integrali, frutta e verdura (nello studio a questo gruppo di aggiunge anche il pesce) è associato ad un minore livello di mortalità. Anche i legumi (insieme alle carni bianche) nello studio sono associati ad un minor rischio di mortalità anche se in modo meno chiaro.

Si tratta di conclusioni che non giungono certamente nuove rispetto alla lunga catena di evidenze scientifiche che nel corso degli anni si sono susseguite sul tema. Pensiamo allo studio – divenuto anche oggetto di un documentario su Netflix – che ha voluto valutare la salute cardiovascolare di 22 coppie di gemelli monozigoti (e quindi con patrimonio genetico sostanzialmente identico) invitati a mangiare per due mesi in modo sano ma con due regimi alimentari diversi: quello onnivoro e quello vegano, giungendo alla conclusione che esistono “vantaggi sulla saluta cardiometabolica per chi segue una dieta vegana sana rispetto a quella onnivora sana tra gemelli identici adulti sani. Un altro studio pubblicato sulla rivista Nature aveva indagato l’effetto delle proteine vegetali sulla salute umana, valutandole positivamente anche in relazione all’impatto ambientale.

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