Carenza di vitamina B12, uno studio conferma: più a rischio gli onnivori

Uno studio condotto negli Stati Uniti sul latte materno di un gruppo di donne evidenzia come i vegani siano meno a rischio di incorrere in carenze di vitamina B12

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L’integrazione di vitamina B12 è una questione che può riguardare tutti, indipendentemente dal tipo di dieta seguita, e le persone vegane rischiano meno di andare incontro a carenze rispetto agli onnivori: questo è quanto emerge da uno studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition e condotto dall’Università della Carolina, negli Stati Uniti, mettendo a confronto il quantitativo di vitamina B12 nel latte materno di donne vegane, latto-ovo-vegetariane e onnivore.

Condotta su un totale di 74 campioni di latte materno (29 da donne vegane, 19 da donne vegetariane e 26 da onnivore), la ricerca mostra un fatto importante: se il 20% delle partecipanti aveva un latte carente di vitamina B12 indipendentemente dal tipo di alimentazione, in generale erano le donne vegane ad avere livelli di B12 più alti nel proprio latte. Questo grazie a una integrazione corretta di questa vitamina, diversa da quella delle donne vegetariane e di quelle onnivore che non solo non la integravano, ma per la maggior parte assumevano al massimo un generico multivitaminico.

Questo, inoltre, segnala un ulteriore fatto degno di nota: la dottoressa Silvia Goggi, medico chirurgo e nutrizionista specializzata in Scienze dell’Alimentazione a base vegetale, ha spiegato ai nostri microfoni che “le persone vegane sono spesso più informate in fatto di alimentazione e hanno un rischio minore di andare incontro a carenze nutrizionali. È facile che da qui a qualche anno la carenza di vitamina B12 riguarderà solo o per la maggior parte la popolazione onnivora, decisamente meno informata sull’argomento”.

Vitamina B12: carenza e integrazione riguardano tutti

Come ci ricorda la Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana (SSNV), “un errore comune è quello di pensare che la presenza di prodotti lattiero-caseari e uova nella dieta, possa ancora garantire un apporto adeguato di Vitamina B12 (detta cobalamina), nonostante l’esclusione della carne. In realtà, il consumo di questi cibi, malgrado contengano cobalamina, non è sufficiente a soddisfare il fabbisogno vitaminico giornaliero“. Lo stesso discorso vale però anche per le persone onnivore: come ha spiegato in una rassegna pubblicata da SSNV il dottor Gianluca Rizzo, biologo e nutrizionista, né gli animali né le piante possono sintetizzare questa vitamina e la causa prevalente di deficit sono i difetti di assorbimento, pertanto questo rischio è presente anche negli onnivori“. Insomma, non è solo una dieta vegetariana o vegana a presentare il rischio di una carenza di vitamina B12, il problema è invece spesso di carattere fisiologico.

La dottoressa Goggi ha sottolinea: “Questo studio conferma due cose fondamentali: che tutte le donne in gravidanza, indipendentemente dalla loro alimentazione, devono controllare e integrare questa vitamina. È quindi importantissimo che i ginecologi guidino le proprie pazienti in questa direzione, per evitare che incorrano in carenze. In secondo luogo – conclude – è evidente sia che l’alimentazione onnivora non protegga dalle carenze, sia che gli integratori multivitaminici non siano sufficienti per integrare la vitamina B12 correttamente, come già peraltro noto dai risultati ad oggi disponibili in letteratura”.

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