Il cane Angelo torna a vivere sullo schermo: la sua storia diventa un film

Un cortometraggio per raccontare la storia di Angelo, che è simile a quella di migliaia di animali altrettanto sfortunati

La storia del cane Angelo, torturato e ucciso “per divertimento” da quattro ragazzi nell’estate del 2016 a Sangineto (Cosenza), diventa ora un film: il cortometraggio, patrocinato dalla Lega Nazionale per la Difesa del Cane (LNDC), è realizzato e diretto dal giovane Andrea Dalfino e verrà presto distribuito in tutta Italia così come nelle scuole, come opera di sensibilizzazione sull’argomento, anche se non ci sono dettagli precisi sul come e il quando. “Angelo, Life of a Street Dog” racconterà, attraverso la vicenda di questo cane che ha avuto la sfortuna di incontrare sul proprio cammino delle persone crudeli, la vita di migliaia di animali come lui, vittime della bestialità umana.

Lucas, Francesco, Nicholas e Giuseppe: questi i nomi dei quattro ragazzi, poco più che ventenni, che in un pomeriggio di due anni fa postarono un video su Facebook – divenuto immediatamente virale – nel quale mostravano le sevizie inflitte a un cane randagio che si era avvicinato loro, mansueto e amichevole: tutti lo conoscevano in paese. Preso a bastonate e badilate in testa, Angelo fu poi impiccato senza pietà; chi ha avuto modo di vedere il video delle sevizie, parla di un cane che avrebbe scodinzolato fino all’ultimo istante, affettuoso perfino con le persone che avevano deciso di togliergli la vita.

Corteo cane Angelo

Sangineto, un corteo di protesta contro gli aguzzini di Angelo

“Angelo, Life of a Street Dog”, un film per dare voce a tutte le vittime innocenti

Protagonista del cortometraggio è Lapo, un meticcio bianco davvero simile ad Angelo che, però, ha avuto un destino decisamente più fortunato del suo: vissuto per qualche tempo in canile, è stato prima scelto come “attore” e poi adottato dallo stesso regista, affezionatosi molto a lui durante le riprese. “L’idea del cortometraggio è nata per raccontare attraverso la storia di Angelo la storia di tanti animali che vengono uccisi senza pietà” ha dichiarato Piera Rosati, Presidente LNDC.

“Vogliamo far capire a chiunque guarderà questo film che il valore della vita è sacro in ogni sua formasottolinea Andrea Dalfino – crediamo negli uomini come difensori dei più deboli, non come aguzzini, ma vogliamo anche che questo progetto crei un aiuto concreto per i randagi“. Per questo, tutti i proventi ricavati dal film saranno devoluti ad associazioni e volontari che si occupano quotidianamente di animali randagi, proprio come lo era Angelo.

Cane Angelo: aguzzini condannati al massimo della pena, ma niente carcere

La reazione fu immediata: quelle immagini brutali scatenarono l’indignazione dei più, la trasmissione televisiva “Le Iene” dedicò un servizio alla vicenda, nacquero pagine Facebook di protesta per chiedere pene severe per i colpevoli e centinaia di persone scesero in piazza perché Angelo trovasse giustizia. E così è stato, almeno in parte: i quattro sono stati condannati al massimo della pena, che equivale a 16 mesi di carcere dal momento che i colpevoli avevano scelto il rito abbreviato.

Il punto, però, è che i giovani non hanno trascorso e non trascorreranno nemmeno un giorno tra le sbarre perché Alfredo Cosenza, il giudice incaricato di pronunciarsi sulla questione, ha deciso di sospendere la pena per i quattro ragazzi, in quanto incensurati. Il tutto, invece, è stato tramutato nel pagamento di 2 mila euro di risarcimento per ogni parte civile costituita, oltre a sei mesi di lavori socialmente utili all’interno di un canile. Molte le proteste sul web per questa decisione, considerata inadatta considerato il capo di imputazione.

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