Più di mille animali abbandonati: in Brasile il caso di abuso più grave di sempre

Bufale, vitelli e cavalli senza acqua né cibo e decine di carcasse di animali morti: il caso scoperto a pochi chilometri da San Paolo da una ONG che ora raccoglie fondi per salvare gli animali e creare un santuario che li ospiti

È considerato, a oggi, il più grande caso di abbandono e abuso di animali in Brasile con centinaia tra bufale, vitelli e cavalli lasciati a loro stessi, affamati senza acqua né cibo. Questo è, infatti, il tragico scenario che si è trovata di fronte la ONG brasiliana ARA che lo scorso novembre, a seguito di una denuncia, ha fatto luce sul caso insieme alla Polizia Ambientale. La scoperta è avvenuta in un’azienda agricola, la Água Sumida, nella città di Brotas, nello Stato di San Paolo. 

Gli animali abbandonati

Da un primo conteggio effettuato dalle autorità, nell’azienda agricola abbandonata risultavano 335 mucche e 332 vitelli, tutti confinati in uno spazio esiguo. La conta è stata però aggiornata con il passare delle settimane fino ad arrivare al numero impressionante di 1050 bufale, di cui 600 gravide, e oltre 70 cavalli. Ma non solo, purtroppo. La polizia e gli attivisti della ONG hanno rinvenuto anche 22 carcasse di animali morti sui cui resti  – ha fatto sapere ARA – sono ora al lavoro esperti e patologi per accertare le cause della morte e le modalità del seppellimento dal momento che non è escluso che gli animali siano stati sepolti vivi.

Molto gravi sono le condizioni degli animali ancora in vita, che in queste settimane sono stati assistiti e curati da una rete di veterinari e attivisti volontari, che hanno allestito ospedali da campo per la cura delle bufale e dei cavalli. “Lo scenario che ho trovato – ha raccontato alla stampa locale uno di loro, il veterinario Maurice Vidal – mi ha fatto venire voglia di sedermi e piangere, perché era una situazione molto critica”.

I veterinari volontari si prendono cura delle bufale abbandonate di Brotas. Credits: ONG ARA

Un santuario per le bufale

Rimangono ora da accertare le responsabilità di questa abbandono di massa. Come raccontano i giornali brasiliani, il responsabile dell’allevamento era già stato multato in passato per le condizioni nelle quali versavano i suoi animali. Dopo il sopralluogo di novembre, si sarebbe difeso dicendo di non essere più in grado, a causa della pandemia, di sostenere le spese per il mantenimento degli animali e che molti di essi sarebbero morti per cause naturali e di vecchiaia. Arrestato, è stato poi subito rilasciato su cauzione in attesa che il tribunale si esprima sul rinvio a giudizio.

Intanto, a farsi carico delle centinaia di animali ancora in vita è stata proprio la ONG ARA che – non senza difficoltà legali – ha chiesto e ottenuto la custodia temporanea di bufale e cavalli e se ne sta prendendo cura. Anche attraverso una petizione internazionale, gli attivisti chiedono ora la custodia definitiva e i fondi necessari per il mantenimento degli animali, stimato in circa 5 tonnellate di cibo al giorno, solamente per quanto riguarda l’alimentazione.

Sul sito creato apposta dalla ONG per raccontare la storia delle bufale di Brotas è stato creato anche uno shop online nel quale è possibile acquistare capi di abbigliamento, vegani e sostenibili, a marchio Peta, grazie alla cui vendita sostenere l’attività di salvataggio. L’obiettivo – ha spiegato il presidente della ONG, Alex Parente – è la creazione di “un santuario dove gli animali possano vivere in tranquillità, essere nutriti e amati fino alla fine della loro vita”. 









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