La bottiglia d’acqua fatta di agar-agar: biodegradabile e commestibile

Un giovane eco designer islandese ha lanciato la sua sfida all’industria della plastica presentando il progetto di una bottiglia speciale e non è l’unico oggetto bizzarro ed eco

bottiglia-da-alghe-rosseE’ nato come un compito a casa assegnato a una classe del college, ma il progetto ecosostenibile proposto dallo studente 32enne Ari Jónsson potrebbe mettere in crisi l’industria della plastica per le bottiglie di acqua minerale. Jónsson, che studia all’Accademia d’Arte di Islanda ha infatti inventato una bottiglia per l’acqua completamente naturale, biodegradabile che mantiene la sua forma quando è piena e si decompone naturalmente quando è vuota.

La sua creazione ha già debuttato al DesignMarch festival di Reykjavík: “Ho letto che ben il 50% della plastica viene usato soltanto una volta e poi gettato via. Così ho sentito il bisogno urgente di trovare un modo per sostituire almeno una parte dell’incredibile quantità di plastica che produciamo, usiamo e gettiamo via ogni giorno” ha spiegato il giovane designer.

Come è fatta?
Solo due materiali sono necessari per produrre questa bottiglia, l‘agar – derivante dall’alga rossa e già conosciutissimo in cucina – e l’acqua. Infatti, per creare le sue bottiglie alternative Jónsson, dopo svariate ricerche sulla resistenza dei materiali, ha scoperto che poteva servirsi di agar in polvere mescolato all’acqua: la miscela risultante aveva una consistenza traballante e gelatinosa, ma riscaldata acquisiva un’elasticità tale da assumere, tramite un apposito stampo, la forma di una bottiglia. Dopo qualche minuto di refrigerazione, era pronta per l’uso.

Inoltre, essendo composta da materiali naturali è possibile bere l’acqua con cui viene riempita senza alcun rischio per la salute, anche se essa tende ad acquisire un gusto particolare, comunque apprezzato da chi ha provato ad assaggiarla. Addirittura, teoricamente, la bottiglia potrebbe essere mangiata dopo aver bevuto l’acqua che contiene come fosse un bizzarro dessert giapponese. Presto dunque le alghe potrebbero essere la risposta al sempre più urgente bisogno di trovare un’alternativa alla folle quantità di plastica con cui stiamo soffocando il nostro mondo, fauna compresa.

Ma la bottiglia in agar è solo l’ultima di una serie di invenzioni volte a limitare lo spreco di materiali per arginare l’inquinamento ambientale. Ad esempio:

oohoLa sfera d’acqua Ooho, che ha vinto il Lexus Design Awards nel 2014, si ispira alla forma dell’uovo ed è composta da una membrana gelatinosa che può essere ingerita in tutta sicurezza o gettata via. Deriva, infatti, da alghe commestibili sottoposte a un processo di sferificazione, una tecnica culinaria che consente di creare delle sfere che racchiudono un liquido.

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L’eco matita Sprout, sviluppata da un gruppo di studenti del MIT, è fatta di cedro e utilizza la grafite e l’argilla al posto del piombo.Una capsula contente 20 diverse varianti di semi è montata all’estremità di ciascun esemplare, così, una volta che diventano inutilizzabili, possono essere piantate nel terreno per dar vita a delle piantine.

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Le foglie puntute della pianta di ananas possono diventare un tessuto simile alla pelle. Un materiale sostenibile, chiamato Piñatex ideato dall’imprenditrice spagnola Carmen Hijosa perfetto per realizzare borse e scarpe.

Serena Porchera

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