Agricoltura verticale vegana: la prima farm a Philadelphia

Aboliti pesticidi e fertilizzanti, la Metropolis Farm di Philadelphia adotta le piante carnivore e azzera i consumi di energia

Farm vegana philadelphia

Si trova a Philadelphia la vertical farm più all’avanguardia dal punto di vista della coltivazione idroponica, del risparmio idrico e del consumo di suolo. E’ la prima azienda agricola vegana, certificata cruelty-free e si trova al secondo piano di un edificio anonimo nella periferia della città. Niente campi e spazi aperti, insomma.

Cosa contraddistingue questa Metropolis Farm dalle tradizionali vertical farm (ovvero edifici che ricreano al loro interno le situazioni ambientali adatte alla coltivazione e alla produzione di cibo)? Innanzitutto grazie alla totale assenza di pesticidi, fertilizzanti e erbicidi, la coltivazione di piantine e ortaggi avviene in modo completamente vegan come certificato dall’American Vegetarian Association. A questa peculiarità unica si aggiunge lo straordinario risparmio di acqua (pari al 98%) mediante la coltivazione indoor (basata su luce artificiale, monitoraggio della temperatura e dell’umidità oltre che di altri fattori climatici) e il suo riciclo dopo essere stata utilizzata. Infine, un innovativo impiego della robotica consente di ridurre dell’82% il consumo di energia tanto che si progetta di passare all’utilizzo di quella solare in un futuro non troppo lontano.

vertical farm veganaCurioso è il fatto che l’eventuale presenza di parassiti e insetti che possono danneggiare un ambiente sì protetto, ma non chirurgicamente sterile, viene combattuta con piante carnivore che agiscono da esercito naturale a difesa del raccolto composto da ben 120.000 piantine l’anno.

Una scelta produttiva, quella operata da questa azienda, che ha effetti immediati non soltanto sulla preservazione delle risorse, ma anche sull’incremento della qualità degli alimenti laddove eliminare fertilizzanti artificiali significa rimuovere la prima causa di inquinamento del cibo. E la comunità locale ringrazia: sì perché i prodotti coltivati, col loro altissimo livello nutrizionale, vengono distribuiti il giorno stesso della loro raccolta, nei ristoranti e nei supermercati della zona a servizio di ben 6 milioni e mezzo di persone.

Serena Porchera

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