Sardegna, per animali e biodiversità “catastrofe di proporzioni inimmaginabili”

Nei roghi degli ultimi giorni sull’isola hanno perso la vita moltissimi animali di allevamento e della fauna selvatica: con gli incendi il danno all’ecosistema locale è incalcolabile

Una “catastrofe di proporzioni inimmaginabili, che avrà conseguenze per i prossimi 15 anni a venire”. Così Giovanni Contini, ispettore regionale delle Guardie Zoofile della Sardegna, ha definito l’ecatombe che si sta verificando in Sardegna in queste ore. Al momento è difficile calcolare quanti siano gli animali che hanno perso la vita negli incendi che negli ultimi giorni  hanno distrutto ventimila ettari di terreni e boschi, case, aziende agricole, vigneti e uliveti: pecore, galline, mucche, cavalli negli allevamenti, ma anche cani e gatti in canili e gattili. E, ancora, insetti, volatili, cinghiali, volpi, cervi e tutta la fauna selvatica rimasta intrappolata tra le fiamme nei boschi, nei recenti, nelle stalle, nei rifugi. Da giorni i volontari delle associazioni animaliste sono impegnati nell’azioni di salvataggio, che hanno permesso di salvare molti animali, in alcuni casi anche in maniera “miracolosa”, come nel caso del rifugio per cani di Cabras, dove sono stati messi in salvo da Enpa e Vigili del Fuoco tutti i 40 cani ospitati dalla struttura, andata completamente distrutta.

Danni incalcolabili all’ecosistema

Se una prima stima economica dei danni totali dei roghi parla di circa 1 miliardo di euro, incalcolabili sono invece – dicono gli esperti – le conseguenze sull’intero ecosistema: insieme alle vite degli animali d’allevamento e di quelli selvatici morti negli incendi e alla distruzione di boschi e terreni, è un intero habitat, con il suo patrimonio millenario di biodiversità di flora e fauna, a essere perso per sempre quando il fuoco spazza via tutto, come è avvenuto nell’Oristanese in questi giorni.

E’ anche per questo che, proprio le associazioni animaliste ancore impegnate nei salvataggi, già riportano l’attenzione sulla necessità di prevenire gli incendi con attività a tutto campo, che vanno da un più attento monitoraggio dello stato dei boschi all’impegno globale contro i cambiamenti climatici. “E’ una tragedia che poteva essere evitata”, ha detto Carla Rocchi, presidente nazionale di Enpa. “Nonostante l’altissimo numero dei Forestali presenti, gli incendi in Sardegna ci sono ogni anno e la Regione dimostra ancora una volta la solita inefficacia nel prevenirli, priva di concreti servizi di monitoraggio. Da tempo Enpa propone come deterrente la sospensione della caccia nei territori che hanno subito incendi, soluzione mai accolta dalle Regioni”. Sempre l’Enpa ha chiesto al Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani di effettuate un calcolo degli animali che hanno perso la vita in questi giorni, che sia fermato subito ogni abbattimento di altri animali in tutta l’isola e che sia sospesa la ripresa della caccia a settembre.

La mano dell’uomo

Le indagini accerteranno se e in che misura gli incendi di questi giorni siano di origine dolosa. Certamente, le alte temperature e la siccità hanno favorito il propagarsi delle fiamme e tengono altissima l’allerta anche per le prossimi ore. Da questo punto di vista, gli squilibri del clima sempre più marcati legati ai cambiamenti climatici ai quali stiamo assistendo anche quest’estate e non solamente in Italia, rilevano, se non altro, una mano “indiretta” dell’uomo in fenomeni dalle conseguenze disastrose che ormai interessano tutto il Pianeta, dalla lontana Amazzonia fino alla nostra Sardegna.

 

In apertura la foto di un agnello gravemente ustionato e ferito salvato in Sardegna dalla Lav

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