Pronti, partenza… via! Tante idee viaggio sostenibili per i ponti di primavera e l’estate

L’arrivo della bella stagione fa venire voglia di partire: ecco una selezione di proposte per farlo in maniera lenta, a contatto con la natura e nel rispetto delle comunità locali

Dalla Via Francigena alle case sull’albero in Norvegia passando per i campi di volontariato ambientale a Lampedusa: la bella stagione è ormai arrivata e tra ponti di primavera e il pensiero all’estate, ecco una raccolta di idee, luoghi e itinerari per riposare, riempire gli occhi e il cuore di bellezza e, perché no, impegnarsi in un progetto utile, provando a viaggiare in maniera lenta, a contatto con la natura e nel rispetto delle comunità locali.

A piedi è meglio

È il grande fenomeno degli ultimi anni in fatto di viaggi. E se prima era soprattutto il Cammino di Santiago, oggi numerosissimi e sempre meglio attrezzati sono anche in Italia i percorsi che si possono fare a piedi e in bicicletta. L’offerta è variegata e risponde a una domanda che la pandemia ha rafforzato rendendo ancora più forte il desiderio di esperienze all’aria aperta, a contatto con la natura, più di prossimità, meno impattanti da una parte e più introspettive dall’altra. E, se vogliamo, anche improntate al minimalismo: che sia trekking o cicloturismo, di norma lungo i cammini si viaggia solo con l’indispensabile ovvero quello che ci sta nello zaino e che si riesce a portare sulle spalle.

Per quanto riguarda i percorsi, oggi c’è davvero solo l’imbarazzo della scelta. Per chi è alle prime armi o viaggia con bambini al seguito c’è la Via degli Dei: si parte da Bologna e si arriva a Firenze lungo un itinerario senza troppi dislivelli, ricco di chicche da scoprire, come la chiusa di Casalecchio e l’Oasi faunistica di San Gherardo. Ci sono, poi, tutti i vari tratti della Via Francigena: in totale tremila chilometri da Canterbury a Roma e poi giù, fino a Santa Maria di Leuca. Il solo percorso italiano può essere spezzato in più tratti, di lunghezze e difficoltà differenti. Grazie alle numerose guide dedicate e al sito internet ufficiale della Francigena, si può organizzare l’intero viaggio in autonomia, dalla gestione delle singole tappe alla prenotazione di ostelli, alberghi e campeggi nei quali dormire (sempre consigliata, soprattutto se si viaggia in alta stagione). L’alternativa è affidarsi a tour operator specializzati che forniscono consigli e suggerimenti per la preparazione, fanno le prenotazioni e mettono a disposizione servizi aggiuntivi come il trasporto dei bagagli da una tappa all’altra, sia che si viaggi da soli che in gruppo. Collegata c’è la Via Francisca del Lucomagno: antica via romano-longobarda che da Costanza porta a Pavia – da dove si collega alla Francigena – lunga 510 km e spezzabile in più tratti tra Svizzera e Nord Italia.
Meno battuti, ma straordinariamente ricchi sono i percorsi a piedi all’interno del Parco delle Madonie, in Sicilia: un vero tesoro, ancora non troppo noto, di biodiversità lungo il quale poter ammirare alcuni dei borghi premiati negli ultimi anni come i più belli d’Italia, come Petralia Soprana.
Molto suggestivi dal punto di vista non solo naturalistico sono anche alcuni nuovi percorsi proposti in un’ottica più specificatamente solidale, come il Cammino delle Terre Mutate, che si snoda per oltre 250 km da Fabriano a L’Aquila nel cuore dell’Italia centrale colpita dai terremoti degli ultimi anni. Il cammino, che può essere fatto anche in bici, attraversa quattro Regioni – Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo – e due aree protette – il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e il Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga: un viaggio in un pezzo d’Italia bellissimo e colpito al cuore che, nelle intenzioni di chi lo promuove, serve a far sì che la memoria di ciò che è stato non svanisca e che città e borghi terremotati possono ricominciare a vivere, anche grazie al turismo.

Da non perdere: il Sentiero degli Dei (da non confondere con l’appenninica Via degli Dei), ideale anche come prima esperienza di cammino. Sono poco meno di 8 chilometri, da Agerola a Positano, nel cuore bellissimo della costiera lungo quella che Italo Calvino descrisse come «la strada sospesa sul magico golfo delle Sirene solcato ancora oggi dalla memoria e dal mito». Fu proprio qui – vuole infatti la mitologia – che gli dei salvarono Ulisse dal canto delle sirene.

Villaggi stellari

Villaggio sì, ma senza gioco aperitivo e musica sotto l’ombrellone. Piuttosto, sotto il silenzio della volta celeste, in una sera d’estate in montagna. È il tipo di vacanza “villaggistica” che si può fare in Val d’Ega, nel cuore dell’Alto Adige, a pochi chilometri da Bolzano. Qui, nel 2012 è stato inaugurato il primo Astrovillaggio d’Europa, con proposte e servizi tutti dedicati all’osservazione del cielo, dislocati in varie località della zona. A San Valentino in Campo, per esempio, si visitano il planetario, l’osservatorio astronomico e l’osservatorio solare, mentre a Collepietra si può dormire in hotel a tema che mettono a disposizione degli ospiti telescopi, riproduzioni di costellazioni, finestre sul cielo e addirittura uno space shuttle. Durante l’anno, poi, è possibile partecipare a varie attività: escursioni, anche in notturna, laboratori per bambini, tour fotografici e osservazioni guidate di un cielo tra i più luminosi e meno inquinati che abbiamo in Italia.

Da non perdere: sempre all’interno dell’Astrovillaggio c’è il Sentiero dei Pianeti, una passeggiata nel verde delle Dolomiti lunga una decina di km lungo la quale si incontrano i diversi pianeti del Sistema Solare, da Mercurio a Plutone, tutti riprodotti in scala 1:1 miliardo.

Tra le attività che è possibile fare nell’Astrovillaggio in Val d’Ega c’è anche il percorso nella casa-razzo di Collepietra

Dove l’Europa è più verde

Se da bambini avete sognato almeno una volta di dormire in una casa sull’albero, la Norvegia è la destinazione che fa per voi. E non importa se ora avete bambini al seguito oppure no: come sistemazione ricettiva, le case sull’albero sono oggi sempre più diffuse in un Paese che spesso compare ai primi posti nelle classifiche europee su stili di vita sostenibili e turismo green. In realtà, anche la nordica Norvegia ha dovuto fare i conti negli ultimi anni con il turismo di massa, che ha impattato non poco su destinazioni naturalistiche di rara bellezza, ma sta correndo a ripari e ha fissato come obiettivo una riduzione del 50% delle emissioni di carbonio legate proprio al turismo entro il 2030.
Tra le iniziative messe in campo c’è stata l’introduzione di un vero e proprio standard per le Destinazioni Sostenibili: si tratta di una certificazione che lo Stato assegna alle realtà che si impegnano a favorire un accesso turistico più rispettoso dell’ambiente e delle comunità locali. Per chi decide di visitare la Norvegia può rappresentare una bussola utile a orientarsi per scegliere dove andare e cosa fare (lo è anche il marchio Green Travel che sul sito dell’ente del turismo segnala tutte le attrazioni, le località, i mezzi di trasporto e le sistemazioni che adottano protocolli stringenti in fatto di produzione e gestione di rifiuti, energia, trasporto, uso di sostanze chimiche, ricerca dei fornitori e lotta allo spreco di cibo).

Geirangerfjord, in Norvegia © Øyvind Heen – VisitNorway.com

Tra i luoghi certificati si trovano sia località molto note come Geirangerfjord, il fiordo blu circondato da maestose cime innevate già Patrimonio dell’Umanità UNESCO, che cittadine piccole e ricche di tradizioni come Røros e i villaggi del Setesdal o, ancora, la zona selvaggia di Femund Engerda, ideale per l’osservazione della fauna selvatica locale. Per i paesaggi naturali mozzafiato che si incontrano quella a bordo di un treno norvegese è, invece, tra le esperienze ferroviarie più consigliate in Europa. È il caso, per esempio, della Ferrovia di Bergen, che attraversa paesaggi montani splendidi, da Oslo a Gol e Geilo, risalendo la valle di Hallingdal verso Finse, in alta montagna, e lungo il magnifico ghiacciaio di Hardangerjøkulen.
In generale – oltre alla notte speciale sull’albero – la Norvegia rimane destinazione ideale per l’osservazione naturalistica, dallo spettacolo dell’aurora boreale (visibile con un po’ di fortuna da ottobre ad aprile) alle gite sul ghiacciaio alle crociere nei fiordi (su traghetti e navi ormai per la maggior parte elettrici o ibridi) fino ai tour che permettono di vedere da vicino, nel loro ambiente naturale, alci, buoi muschiati, aquile e balene e agli spettacolari bagni nelle “marmitte dei giganti”, grosse buche nella roccia che risalgono all’era glaciale.

Da non perdere: il nuovissimo Museo Munch nella capitale Oslo, tra i più grandi musei al mondo dedicati a un singolo artista.

Lento fa rima con treno

A proposito di viaggi in treno, anche l’Italia punta sul turismo ferroviario, cogliendo il sempre maggior interesse per esperienze di scoperta dei territori “lente”. Al di là della possibilità di scegliere il treno come mezzo di trasporto indubbiamente meno impattante rispetto ad auto e aerei dal punto di vista delle emissioni, non mancano le proposte di tour più o meno lunghi a bordo di treni storici, che danno la possibilità di godere in modo più rilassato del paesaggio che scorre fuori dal finestrino. È il caso, per esempio, del suggestivo Trenino Verde della Sardegna: si tratta della più lunga rete ferroviaria turistica d’Europa (ben 438 km), oggi in funzione su 5 diversi percorsi, dall’entroterra verso il mare, sulla tratta Arbatax-Mandas. È percorribile, a seconda della tratta scelta, con tempi diversi a date e orari fissi di partenza (qui il calendario per i prossimi mesi) e rappresenta una modalità diversa per conoscere l’entroterra sardo. Grazie alla collaborazione tra i diversi operatori turistici del territorio, è possibile infatti associare il tour sul treno storico alla visita dei siti naturalistici, storici e archeologici toccati dalla ferrovia come Macomer, Bosa, Mandas, Laconi.

Da non perdere: il Trenino Verde delle Alpi, che corre da Domodossola a Berna, cittadina svizzera Patrimonio Unesco. Non è treno un storico, ma la scoperta del panorama alpino estivo, dai grandi finestroni panoramici delle sue carrozze modernissime, è assicurata (con, anche qui, la possibilità di scendere e associare varie escursioni lungo il percorso).

Tutti al mare

È la vacanza estiva all’italiana per antonomasia: quella al mare, lungo le riviere da Nord a Sud del Paese, a godere del blu del Mediterraneo. Se non si vuole rinunciare al mare durante la bella stagione, sfuggire a quello che gli esperti chiamano overtourism, specialmente nel pieno dell’estate, non è facilissimo: una buona soluzione può essere scegliere destinazioni meno note, magari nel primo entroterra, che permettono di alternare i giorni in spiaggia a visite a borghi e cittadine dell’interno e camminate al fresco di boschi e parchi naturali. Da questo punto di vista, una destinazione perfetta – e meno battuta di altre – è l’Abruzzo. Tra le Regioni italiane, per esempio, è quella con la maggior presenza di parchi e di aree protette: tre Parchi Nazionali, un’area marina protetta, un parco regionale e oltre trenta Riserve Naturali ne fanno – in sordina – la maggiore area naturalistica d’Europa, vero cuore verde del Mediterraneo. Il mare è molto bello in diversi punti, con panorami particolarmente suggestivi lungo la Costa dei Trabocchi, il breve tratto tra le cittadine di Ortona e Vasto puntellato, appunto, dalle antiche palafitte in mare, un tempo usate per la pesca e oggi per lo più riconvertite a uso turistico (zona che vi consigliamo di vedere a breve prima che diventi troppo “di moda”).

Da non perdere: il percorso dal mare alla montagna che da Roseto degli Abruzzi, sulla costa, conduce fino a Ovindoli, località sciistica dell’interno, passando per alcuni dei borghi e delle aree naturali più belle della Regione, dal “piccolo Tibet” dell’Altopiano di Campo Imperatore, a 1800 metri d’altezza nel mezzo del massiccio del Gran Sasso, ai borghi di Castel del Monte e Calascio, fino all’area archeologica di Fassa.

Nel campo di volontariato sull’isola di Lampedusa si può partecipare alla salvaguardia delle tartarghe Caretta Caretta che depongono le loro uova nella spiaggia dei Conigli © Legambiente

Viaggiare aiutando

Una volta veniva associato soprattutto alle missioni all’estero per progetti di tipo sanitario o educativo. Oggi per fare volontariato viaggiando non serve necessariamente andare dall’altra parte del mondo. Le realtà che permettono di trascorrere giorni, alcune settimane se non addirittura qualche mese dando una mano sono sempre più numerose e diversificate per tipologia, progetto e anche target di volontario. Oltre a quelle di taglio sociale, sono tante anche le proposte di campi legati alla tutela dell’ambiente, alla conservazione degli habitat e degli ecosistemi marini e terrestri o alla salvaguardia degli animali. Idee di viaggio adatte non più solamente ai ragazzi, ma anche a coppie o famiglie con bambini, con attività studiate apposta per coinvolgere i più piccoli, che in alcuni casi possono viaggiare anche da soli. Se questo genere di vacanza/lavoro vi attira, l’unica vera accortezza da adottare è scegliere con attenzione il progetto per il quale partire per evitare di prendere parte a campi nei quali si fa poco, si impara ancora meno e – come talvolta accade soprattutto con realtà che dovrebbero avere a che fare con l’ambiente – si rischia di apportare più danni che benefici. Il nostro consiglio è quello di rivolgersi a operatori strutturati e con una solida esperienza alle spalle. In Italia, per esempio, Legambiente e Wwf offrono molte proposte di volontariato, anche all’estero, per maggiorenni e minorenni, proprio a taglio ambientale e animalistico.

Da non perdere: il campo di volontariato di Legambiente sull’isola di Lampedusa per la tutela delle tartarughe Caretta Caretta che depongono le uova nella famosa spiaggia dei Conigli. Qui i volontari sono impiegati in turni sia diurni che notturni per favorire la sensibilizzazione dei bagnanti, il controllo dei nidi di uova e il monitoraggio della presenza delle tartarughe.

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