P!nk animalista, una vecchia hit più attuale che mai

Da anni attivista PETA, c’è una canzone nel repertorio di P!nk che in questi giorni suona meno vecchia: Raise Your Glass denuncia infatti gli orrori degli allevamenti intensivi e della corrida…

Infilza un torero sotto lo sguardo distaccato di un toro e munge le donne per nutrire un vitello: sono solo alcune delle scene presenti in Raise Your Glass, successo di P!nk del 2010. Raise Your Glass è il singolo apripista del primo greatest hits (2010) di Alecia Moore, in arte P!nk, una delle più brillanti ed eccentriche popstar americane, da sempre in prima linea per la difesa degli animali (anche sulla sua pagina Facebook e Twitter). In questa frizzante uptempo, inno alla diversità e celebrazione dei cosiddetti ‘outcasts’ (gli ultimi, gli emarginati della nostra generazione) non potevano mancare quindi anche gli animali: nel video l’artista stronca la pratica degli allevamenti intensivi e della corrida in modo intelligente. E il messaggio, poche ore dopo il caso del torero 29enne incornato e morto, è inevitabilmente da ripescare…

Convinta animalista 

Nel 2009 P!nk ha prestato la sua voce per uno spot PETA contro l’utilizzo delle pellicce, presentato non a caso durante la settimana della moda di Parigi: i protagonisti sono un coccodrillo scuoiato interpretato dall’artista e un coniglio scuoiato interpretato dall’attore comico Ricky Gervais. I due vogliono indietro la loro pelle e la reclamano a una coppia facoltosa che, all’uscita da un locale, sta ritirando dal guardaroba borsa e pelliccia. Il messaggio del coccodrillo è eloquente: “Non importa quanto si paghi per acquistare abbigliamento e accessori fatti con parti di animali, saranno sempre gli animali a pagare il prezzo più alto!”.

Nel 2011 ha criticato pubblicamente la popstar Selena Gomez perché nel video di Love You Like a Love Song, girato a Malibu, appaiono dei cavalli dipinti di rosa. Il tweet della cantante (“Se qualche animalista si trovasse a Malibu vorrei segnalare che ci sono cavalli dipinti per uno stupido video musicale. Vergogna. Gli artisti dovrebbero essere più consapevoli delle loro azioni”) ha trovato pronta risposta dalla collega, che ha specificato che nessun animale è stato danneggiato: la pittura utilizzata, in polvere vegetale e non tossica, è stata applicata con spazzole e rimossa con acqua.

Nel 2012, dopo essersi imbattuta in rete nella notizia di un cane gettato nel fiume a Los Angeles, ha raccolto le informazioni necessarie e ha fornito i 5000 euro necessari per il delicato intervento su Stella che, in pericolo di vita, si è salvata ed è stata poi adottata da un’amorevole famiglia.

p!nk-peta-2015E’ dell’anno scorso invece un’altra campagna PETA anti-pellicce: in questa occasione P!nk è rimasta senza veli al grido di “I’d rather go naked than wear fur” (“Meglio nuda che con la pelliccia”). Queste le sue parole:

“Desidero che chiunque venga a sapere degli orrori che gli animali sono costretti a subire per la moda. Spero che chi ama le pellicce venga morso nel sedere dallo stesso animale che sta indossando. Ho sempre sostenuto che gli animali sono gli spiriti più puri del mondo. Non mentono o non nascondono i sentimenti, sono le creature più fedeli sulla Terra. Siate a vostro agio con la vostra pelle e lasciate che gli animali si tengano la loro”.

E, giusto per citare un’altra sua canzone, applausi alla F**kin’ Perfect P!nk!

Yuri Benaglio 

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