ONU al governo spagnolo: “Stop alla corrida per i bambini”

Secondo l’ONU, le attività di tauromachia violano la convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza: i bambini non dovrebbero essere sottoposti alla violenza della corrida.

L’ONU è decisa a proteggere lo sguardo dei bambini e degli adolescenti dalla violenza della corrida: il 22 gennaio 2018, a Ginevra, si è tenuta una sessione tra Comitato delle nazioni Unite e delegazioni del governo di Spagna conclusasi con l’inserimento di un’istanza per modificare la legislazione e vietare la partecipazione dei minorenni alle attività di tauromachia, sia come spettatori delle manifestazioni, sia, evidentemente, come “attori” della stessa. In questo quadro, l’intervento delle Nazioni Unite mira a proteggere i più piccoli dal potenziale danno psicologico generato da tutte quelle azioni che tendono a normalizzare la violenza.

“La legislazione spagnola, come quella di tutti i paesi democratici del mondo, protegge i bambini dall’esposizione alla violenza, fa solo un’eccezione, che sono le corride” spiega Ignacio Escolar, giornalista e direttore di Eldiario.es “I minori possono entrare nelle piazze per testimoniare come un animale viene torturato e possono anche essere addestrati nelle scuole di corrida su come esercitare quella violenza e quella tortura. Risulta ovvia la contraddizione tra i trattati internazionali sulla protezione dei minori che la Spagna ha firmato e ciò che si applica alla corrida”.

Infatti anche la Spagna ha firmato la convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata nel 1989, ovvero il primo documento che riconosce diritti civili, sociali e politici anche ai bambini: con questa dichiarazione le Nazioni firmatarie hanno preso l’impegno di proteggere i bambini da ogni forma di violenza e di farli crescere in contesti atti a sfruttare al massimo il loro potenziale.

Gehad Madi, membro del Comitato per i diritti dell’infanzia, afferma: “La tauromachia è una violenza estrema per i bambini, dovrebbe essere proibito per tutti i bambini sotto i 18 anni di età. All’interno del Comitato siamo molto preoccupati di proteggere i bambini dall’essere esposti a tali violenze e speriamo che il governo spagnolo e le sue diverse comunità vietino la partecipazione dei minorenni alle attività di corrida”.

Questa volta neppure il ricorso alla corrida come elemento culturale e tradizionale sembra reggere contro le critiche delle Nazioni Unite, infatti secondo  Anna Mulá, avvocato della Fondazione Franz Webe: “Il principio dell’interesse superiore del bambino, che è l’essenza stessa della Convenzione, prevale sul diritto di accesso alla cultura”.

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