OMS, Villarini: “Pancetta come amianto: non possiamo dirlo”

Anna villarini

Calma e pacata, ma soprattutto estremamente chiara. Ci risponde così Anna Villarini, biologa, specialista in Scienza dell’Alimentazione presso il Dipartimento di Medicina Predittiva e per la Prevenzione della Fondazione IRCCS-Istituto Nazionale dei Tumori. Vegolosi.it l’ha raggiunta per chiederle un parere circa la decisione della IARC, l’agenzia internazionale per la ricerca contro il cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha posto la carne lavorata tra gli alimenti “cancerogeni” la carne rossa tra gli alimenti “probabilmente cancerogeni”. Ci risponde pacata, concisa e chiarissima, e così ci racconta quali sono le conseguenze pratiche di questa decisione che in pochi istanti ha fatto il giro del mondo provocando un mare di polemiche in tutto il mondo. Ma lei ai nostri microfoni appare tutt’altro che stupita: gli esperti e gli scienziati dell’OMS avevano già fatto sapere, anni fa, che occorre limitare il consumo della carne rossa «perché ci sono degli elementi cancerogeni o che possono comunque favorire l’insorgenza di un tumore al colon-retto o allo stomaco». L’unica sorpresa, dice la dottoressa Villarini, è che «per la prima volta un alimento è considerato totalmente cancerogeno, ma non è una cosa che mi meraviglia più di tanto».

L’esperta in Scienza dell’Alimentazione ribadisce l’autorevolezza di questa agenzia: il parere della IARC è fondato e basato su analisi scientifiche affidabili, dunque è da prendere in seria considerazione. Non significa, come in molti in queste ore stanno sostenendo, che la carne processata fa male come l’amianto o il fumo perché sono posti nello stesso gruppo, né che una bistecca provoca il cancro: i livelli di esposizione a queste sostanze sono chiaramente e nettamente diversi, dunque è impossibile fare paragoni. «Il consumo di carne rossa, se abbinato a cereali, legumi e verdure, ha un rischio minore di provocare l’insorgenza di tumori, quindi è lo stile alimentare complessivo a fare la differenza». A questo vanno aggiunti numerosi altri fattori che rendono, perciò, impossibile ogni tentativo di paragone e accostamento, ma la dichiarazione dell’OMS – prosegue la Villarini – «ci fa porre un’attenzione ancora più forte verso questi alimenti». L’obiettivo, spiega, è rendere consapevole la popolazione dei rischi che l’assunzione di carne rossa comporta, ma poi le persone fanno la propria scelta in maniera individuale.

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