Nuova Zelanda: prevista una tassa per le emissioni di metano degli allevamenti

Una proposta contestata duramente dagli allevatori ma che punta dritto al cuore del problema: disincentivare la produzione massiva di carne e derivati

In Nuova Zelanda vivono circa 5 milioni di persone. Sul suo territorio, al 2020, vengono allevati quasi 37 milioni di animali da carne fra mucche, pecore e cervi. In una conferenza stampa la Prima Ministra Jacinda Ardern ha spiegato che per abbassare le emissioni di metano (prodotto dal processo digestivo degli animali), l’ossido di diazoto che proviene dall’urina del bestiame e l’azoto contenuto nei fertilizzanti, entro il 2025 gli allevatori potrebbero dover pagare una tassa sulle emissioni generate dalla loro attività.

Il sistema pensato dal governo (ma che sarà al vaglio fino alla fine del mese di novembre 2022) dovrebbe basarsi sulla quantità di animali allevati nelle strutture – in base a delle autocertificazioni – e sulla possibilità sia di pagare delle tasse ma anche di poterle evitare compensando le emissioni con attività di messa a dimora di alberi o di investimenti in sistemi di produzione che abbassino le emissioni. Secondo il governo neozelandese questo sistema permetterebbe a chi è più virtuoso di avere maggiori margini di guadagno sulla produzione e, a lungo termine, di poter vendere la carne ad un prezzo maggiore perché più rispettosa dell’impatto sul clima. Questo sistema dovrebbe abbassare del 10% le emissioni entro il 2030.

Gli allevatori hanno protestato nelle scorse settimane per il progetto del governo Ardern sostenendo che questo sistema segnerebbe la fine della produzione di carne nel paese (uno dei pilastri dell’economia della Nuova Zelanda, soprattutto in termini di export). Precedentemente governo e lavoratori del settore avevano a lungo dibattuto su un piano comune per l’abbattimento dei gas serra e i primi avevano proposto un sistema che non prevedesse nessuna quota e tassazione sulle emissioni ma soli piani di riforestazione e la valutazione dei singoli allevamenti in relazione al loro effettivo potere inquinante, un piano che il governo ha ritenuto troppo oneroso e con risultati troppo a lungo termine.

L’idea di una tassazione sulla carne non è nuova: in questo caso il governo guidato dalla Adern punta sulla produzione ma da tempo di discute anche su una tassazione che punti ai consumatori, alzando le aliquote su alcuni prodotti al fine di gestire i proventi che ne derivano per azioni a favore della crisi climatica. L’idea alla base è di inserire nel prezzo del prodotto finale anche i costi ambientali derivanti dalla sua produzione.

Nell’immagine di apertura: il primo ministro Jacinda Ardern annuncia le proposte del governo sui prezzi delle emissioni agricole, con il ministro dei cambiamenti climatici James Shaw, il ministro dell’agricoltura Damien O’Connor e il ministro della gestione delle emergenze Kieran McAnulty

 

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