USA: 223 milioni di dollari alla produzione di carne per “combattere l’inflazione”

Un circolo vizioso che non accenna a fermarsi: per arginare un problema si creano le condizioni perché si aggravino e condizioni che lo hanno, in parte, generato.

Con una mossa anacronistica e completamente anti storica, il governo Biden ha dato il via al MPPEP (Meat and Poultry Processing Expansion Program), un piano di investimenti da 223 milioni di dollari in sovvenzioni e prestiti che aumenteranno la concorrenza e le opportunità economiche per i trasformatori di carne e pollame e i produttori in tutto il paese. L’obiettivo? Quello di garantire una diminuzione dei prezzi per tutta la popolazione.

Secondo le dichiarazioni del Segretario dell’Agricoltura degli Stati Uniti Tom Vilsack, questo piano dovrebbe portare circa 11 mila posto di lavoro in più nel settore che, tradotto in termini legati allo sfruttamento animale significa aumentare di oltre 500 mila capi e 34 milioni di uccelli da carne la capacità degli impianti di lavorazione ogni anno.

Ancora una volta per risolvere problemi gravissimi umani come quelli dell’inflazione e dell’impoverimento generale della popolazione, si punta sul passato e su metodologie di produzione che creano ulteriori danni all’ambiente, peggiorando la crisi climatica che, come ha segnalato di recente anche l’Agenzia Europea dell’Ambiente, tra il 1980 e il 2020 ha provocato danni economici stimati in circa 510 miliardi di euro. Da gennaio ad aprile del 2022 la produzione di carne rossa negli USA è stata stimata attorno agli 8 milioni di tonnellate.

 

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