Miley Cyrus, ti serve una lezione sugli Omega 3 vegetali da una nutrizionista: eccola

Ecco cosa va chiarito riguardo al tema degli Omega-3 e del cervello che “non funziona più bene” quando si è vegani (in breve, che non è così)

Con certezza quasi matematica avrete letto la notizia sul cambio di rotta alimentare della cantante americana Miley Cyrus, nota non solo per la sua precoce carriera artistica iniziata a 12 anni e le sue bizzarrie, ma anche per il suo amore per gli animali e la scelta vegana. La cantante ha dichiarato in una lunga intervista durante la registrazione di un podcast di aver dovuto abbandonare la scelta vegana perché “il suo cervello non funzionava più come una volta” e che, dopo aver mangiato pesce, si è sentita subito molto meglio e più “attiva”. La cantante ha anche spiegato di aver abusato di droghe e alcool per molti anni, facendo ricorso a percorsi di riabilitazione per “potersi sentire di nuovo se stessa”.

Perché Miley Cyrus dice cose inesatte?

Al di là delle scelte personali che non sono sindacabili, il messaggio lanciato dalla cantante, seguita nel mondo da milioni di follower sia sui social che nella vita reale, è sbagliato e scientificamente inesatto. Abbiamo chiesto alla dottoressa Denise Filippin, biologa e nutrizionista esperta in nutrizione vegetale, membro della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana di fare un po’ di chiarezza su questo tema e capire se davvero la dieta vegana possa danneggiare il cervello.

Si sta creando un sacco di confusione dottoressa, facciamo un po’ il punto, che ne dice?

Direi di sì. Partiamo dal principio. Gli Omega 3 sono una classe di grassi e in particolare quelli interessanti per la nutrizione umana sono l’acido alfa linolenico (indicato con la sigla ALA), l’acido docosaesaenoico (chiamato DHA) e l’acido eicosapentaenoico (indicato con EPA), quello che è considerato essenziale perché il nostro corpo non può produrlo e deve quindi essere assunto con l’alimentazione è il primo, ossia l’Ala; questo grasso è abbondante nei cibi vegetali e in particolare nelle noci, nei semi di lino, nell’olio di lino, e nei semi di chia. Va chiarito che si trova in tantissimi altri alimenti ma è facilmente deperibile per cui come fonti si considerano e consigliano queste.

Ma quindi il pesce cosa c’entra?

Quello che si trova nel pesce sono i grassi DHA ed EPA che, lo dicevamo, non sono considerati essenziali visto che il nostro corpo li produce a partire dall’ALA: non è assolutamente necessario introdurli attraverso l’alimentazione. Altro aspetto fondamentale è che la fonte di questi due grassi (DHA e EPA) non è il pesce in sé bensì le alghe e si trova nel pesce perché questi si nutrono di queste ultime direttamente o indirettamente mangiando altri pesci che le hanno ingerite.

Ma quindi se uno avesse carenze eventuali di questi grassi, non deve per forza mangiare il pesce, mi sembra di capire…

Se una persona volesse comunque assumere del DHA o dell’EPA esistono delle fonti derivate dalle alghe (sono degli oli) nei quali viene concentrato questo tipo di grassi. Per adulti e bambini, in ogni caso dai tre anni in su, l’unico vero fabbisogno è quello di ALA ed è sufficiente assumere tutti i giorni delle buone fonti di ALA e il corpo farà il suo lavoro di trasformarle in DHA ed EPA.

Curiosità: ma gli onnivori sono sempre a riparo da carenze in tal senso?

L’assunzione di ALA e DHA nella popolazione onnivora è comunque considerata insufficiente, quindi non è introducendo un po’ di pesce che si risolve un eventuale problema. Essendo grassi altamente deperibili, inoltre, con la conservazione e la cottura la maggior parte di essi vengono distrutti. Per avere una buona assunzione andrebbe mangiato pesce ogni giorno, cosa che non succede praticamente mai nell’alimentazione onnivora.

Pesce tutti i giorni… ma non si creano altri problemi?

Verrebbero assunti molti metalli pesanti (in particolare il mercurio) e diossine accumulati nella carne dei pesci a causa dell’inquinamento dei mari, elementi molto negativi per la nostra salute, soprattutto a livello neurologico.

Quindi i vegani con questo Omega-3 che devono fare?

Le linee guida prevedono solo per le donne in gravidanza, in allattamento e per i bambini al di sotto dei tre anni, di assumere delle fonti di DHA con oli di derivazione algale perché in queste fasi la crescita del cervello del bambino è molto veloce e quindi in questo caso si preferisce avere una fonte pre formata di questo grasso, ovviamente insieme all’ALA. Dai tre anni in su, invece, non esiste nessuna linea guida che preveda l’assunzione di fonti di DHA ed EPA da fonti esterne dato che il cervello è già formato quasi completamente, quindi a maggior ragione per un adulto non ha nessun valore l’assunzione di questi due grassi rispetto alla funzione nervosa. L’assunzione fondamentale, quindi, rimane quella degli ALA con gli alimenti che abbiamo elencato prima.
Sono consigliate 2 porzioni al giorno. Costituiscono 1 porzione, per esempio:

  • 30 g di noci (circa 5)
  • 1 cucchiaino di olio di semi di lino
  • 3 cucchiaini di semi di lino tritati (10 g)
  • 1 cucchiaio di semi di chia tritati (15 g)

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