Mangrovie sempre più a rischio: un progetto e un libro per conoscerle meglio

Il 26 luglio è la giornata dedicata alla conservazione di questa specie vegetale tanto preziosa quanto in pericolo: un progetto di riforestazione e un romanzo ci aiutano a conoscerla meglio

Il 50% di superficie in meno in appena 40 anni. È la perdita di biodiversità legata alle mangrovie che sta colpendo alcune zone dell’Africa: foreste uniche nel loro genere che, con solo metà tronco immerso nell’acqua e l’altra metà che fuoriesce, rappresentano dei ecosistemi dove pesci, uccelli e altre specie animali vi trovano rifugio – e che oggi sono evidentemente sempre più in pericolo. Il 26 luglio è la giornata che, da dieci anni, l’Unesco dedica alla conservazione di questa specie vegetale la cui perdita – stimano gli esperti – potrebbe ulteriormente dimezzarsi nei prossimi anni, con gravi conseguenze per l’ambiente, ma anche per milioni di persone la cui economia, principalmente legata alla pesca, dipende da queste foreste.

Mangrovie a rischio in Africa

In occasione della giornata mondiale, l’associazione Mani Tese ha presentato “Ethaka (“seme”, in lingua Lomwe), il progetto con il quale da dieci anni promuove avanti un’azione di riforestazione della mangrovie in Mozambico e Kenya, Paesi nei quali questa specie vegetale è particolarmente a rischio: l’innalzamento del livello del mare, l’intensificazione delle tempeste, la deforestazione, lo sviluppo urbano, l’inquinamento e la costruzione di dighe sono tra le principali cause di una perdita che – è l’allarme l’associazione – procede a un ritmo da tre a cinque volte superiore a quello delle foreste.

Un progetto per la riforestazione

Il progetto di Mani Tese, che è cofinanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo in Mozambico, si concentra sui villaggi di Inhangome, Morropue e Icidua, situati provincia di Zambezia, al centro del Paese, e vede il coinvolgimento dei cittadini in attività di riforestazione che includono la coltivazione di piantine di mangrovie in un vivaio e il loro successivo spostamento nei luoghi dove cresceranno. L’iniziativa coinvolge anche le università locali e mette in relazione tutela della biodiversità e contrasto alla crisi climatica.

“Dal momento che le foreste di mangrovie offrono un prezioso aiuto in termini di protezione dagli shock climatici e nella preservazione dei terreni costieri e della biodiversità – spiega Samuele Tini, Regional Manager – Africa Orientale di Mani Tese – ci siamo impegnati in un’attività di riforestazione e conservazione dei mangrovieti, che si affianca a un’analisi da parte di università locali specializzate che permetterà di caratterizzare gli habitat forestali costieri”.

Considerata l’importanza delle mangrovie anche per l’economia locale, il progetto ha tra gli obiettivi la promozione della giustizia climatica e il contrasto alla fame e alla povertà, che passano anche da “tecniche e modalità di gestione delle risorse rispettose del contesto naturale, con un approccio circolare e orientato alla rigenerazione delle risorse stesse”, sottolineano dall’associazione.

Consapevolezza locale

Alla riforestazione, l’intervento di Mani Tese unisce momenti di sensibilizzazione con gli abitanti dei Paesi di intervento, per far comprendere il ruolo che questi ecosistemi svolgono nei confronti dell’ambiente – trattenendo per esempio grandi quantità di anidride carbonica – e delle persone stesse, svolgendo una funzione di barriera che mitiga l’impatto di vento e onde. In Mozambico l’organizzazione promuove, poi, l’utilizzo di fornelli migliorati che permettono di impiegare biomassa vegetale e, di conseguenza, di ridurre le attività di disboscamento delle mangrovie ai fini della sua produzione.

Nella foresta di mangrovie con un libro

Come dimostra l’approccio su più fronti del progetto di Mani Tese, quello che si sviluppa intorno alle mangrovie è un mondo particolarissimo e soggetto a un equilibrio molto delicato, nel quale specie vegetali, animali e attività umane risultano strettamente interconnesse tra di loro – e sul quale gli effetti della crisi climatica possono essere devastanti.

Un libro capace di restituire a pieno questa immagine complessa è “Il paese delle maree”, di Amitav Ghosh, scrittore indiano considerato una delle più potenti e autorevoli nella riflessione culturale sulla crisi climatica. Ambientata in un luogo remoto non dell’Africa ma dell’Asia, la regione dei Sundarbans, a metà tra India e Bangladesh, la storia ha per protagonisti tre incredibili personaggi che vedono intrecciarsi le loro storie proprio in questa che è la più grande foresta di mangrovie al mondo, tutelata dalla fine degli anni Novanta come Patrimonio Unesco. Un romanzo che è un lento navigare in un universo di biodiversità davvero incredibile.

 

(In apertura Foto di Claudia Salamone su Unsplash)

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