L’acqua di cocco alla conquista del mondo

coconutFino a dieci anni fa l’acqua di cocco era un prodotto sconosciuto, venduto solo in piccole botteghe biologiche a prezzo stellari. Oggi ha conquistato il mercato americano con un giro d’affari di 350 milioni di dollari (dati 2012). La si può trovare sugli scaffali dei supermercati e nella maggior parte dei negozi a qualsiasi angolo delle strade di New York. L’arrivo sulla grande distribuzione risale al 2004 e va di pari passo con la diffusione del movimento yoga nelle grandi città americane: la bevanda veniva proposta come alternativa all’acqua per l’alto contenuto di potassio e le capacità reidratanti.

I magnifici tre
Negli Stati Uniti ci sono circa 250 marchi ma il mercato è controllato da tre multinazionali. Il 60% dell’acqua di cocco venduta porta il marchio Vita Coco, un colosso nato nel 2004 che “vuole diventare ciò che Tropicana è per i succhi d’arancia e Gatorade per le bevande sportive”, ha detto Michael Kirban, fondatore e amministratore delegato dell’azienda di New York. Il brand controlla un mercato che vale 270 milioni di dollari (2013) e ha visto il suo volume d’affari crescere 300 volte tra il 2004 e lo scorso anno. Oltre all’interesse dei newyorkesi per qualsiasi prodotto salutare o presunto tale, a spingere in alto le vendite ci ha pensato prima Madonna (nel 2009 ha investito nella società guidando una crescita del 168%) poi Rihanna che è apparsa in diverse pubblicità del marchio. Ma l’esplosione dell’acqua di cocco non è passata inosservata a due grandi multinazionali americane: Coca Cola e Pepsi che oggi possiedono rispettivamente il secondo e il terzo marchio per vendite negli Stati Uniti.

Il ragazzo col furgone
Zico è il secondo brand ed è stato fondato nel 2004 (lo stesso anno di Vita Coco) a New York da Mark Rampolla che all’inizio aveva pensato di vendere la miracolosa acqua su un furgone preso a noleggio, spostandosi da una palestra all’altra per dissetare le persone dopo una lezione di yoga. Il successo non si è fatto attendere. E così il piccolo produttore che aveva conosciuto la bevanda durante una missione da volontario nel Peace corp in America centrale, ha fatto il salto. Coca Cola ha deciso di cavalcare l’onda entrando prima con una quota minoritaria per poi nel 2013 rilavare tutta la società che ha un giro d’affari di 87 milioni di dollari (nel 2007 fatturava solo 100.000 dollari).

Al terzo posto c’è O.N.E. il brand di Pepsi che dal 2006 – anno del suo lancio – è cresciuto del 1000%. Messi insieme i tre marchi hanno visto una impennata delle vendite del 2.795% dal 2007, secondo i dati diffusi dal fondatore e amministratore delegato di BevNet, John Craven.

Un passo indietro
L’acqua di cocco si estrae dalle noci ancora verdi. Nei Paesi tropicali si beve da millenni come sostituto dell’acqua e la si può acquistare da venditori ambulanti in strada. In passato è stata usata anche come reidratante iniettata direttamente in vena nei casi in  cui ci fosse carenza di soluzioni saline per flebo. Lo fecero gli inglesi in Giappone durante la Seconda guerra mondiale e ancora la pratica era molto diffusa tra i Khmer rossi della Cambogia. Si credeva infatti che avesse le stesse caratteristiche del sangue umano, affermazione smentita da diversi studi.

Oltre ai 250 marchi distribuiti negli Stati Uniti esistono piccole società che vendono acqua di cocco senza marchio direttamente dalle noci verdi. Non è difficile vedere persone in strada o fuori dalle palestre di New York con una cannuccia piantata in una noce e usata come bicchiere. Ma come tutte le mode negli ultimi mesi la pratica (mentre sta diventando un affare che va oltre la ritretta cerchia di appassionati e vanguardisti della salute) sta venedo lentamente abbandonata dai puristi del genere. Troppo commerciale per continuare a seguirla. La nuova bibita si chiama acqua di acero, estratta dall’albero praticando delle incisioni sulla corteccia. A differenza del cocco è locale, ha meno calorie e pare sia più dissetante. Ma questa è una storia che racconteremo un’altra volta.

da New York, Angelo Paura

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