Forse la carne di pollo non è così “sana” come si crede
Uno studio italiano durato ben 19 anni ha messo in evidenza alcuni dati sulla carne di pollo che andranno poi ulteriormente verificati

Un recente studio italiano ha sollevato dubbi sulla reputazione del pollo come carne salubre. Pubblicata sulla rivista Nutrients, la ricerca è stata condotta dall’Istituto Nazionale di Gastroenterologia “Saverio de Bellis” di Castellana Grotte, in Puglia. Il team ha analizzato per 19 anni le abitudini alimentari di 4.869 adulti di mezza età, raccogliendo dati su dieta, stile di vita, anamnesi, altezza e peso. Quello pugliese è uno studio definito di “coorte” ossia un tipo di ricerca epidemiologica osservazionale in cui un gruppo di persone (la “coorte” appunto) viene seguito nel tempo per osservare come l’esposizione a un certo fattore (ad esempio dieta, fumo, esercizio fisico) influenzi l’insorgenza di una o più malattie.
I risultati indicano che un consumo settimanale di oltre 300 grammi di carne di pollo è associato a un aumento del 27% del rischio di mortalità rispetto a chi ne consuma meno di 100 grammi. Per gli uomini, il rischio sale al 61%. Inoltre, è emersa una correlazione tra l’elevato consumo di pollo e un incremento del rischio di sviluppare 11 tipi di malattie tumorali dell’apparato digerente.
Le cause precise di questi rischi non sono ancora chiare. Gli studiosi ipotizzano che la cottura ad alte temperature possa generare sostanze chimiche dannose, o che fattori legati all’allevamento, come l’uso di mangimi, ormoni o farmaci, possano influire negativamente. La differenza di rischio tra uomini e donne potrebbe essere attribuita alla maggiore quantità di carne consumata dagli uomini.
La dottoressa Rossella Donghia che fa parte del team di ricerca ha sottolineato che lo studio è di tipo osservazionale e non stabilisce un nesso causale diretto. Per confermare queste associazioni, sarebbe necessario un nuovo studio interventistico, attualmente non previsto ma che potrebbe arrivare.
In Italia, il consumo pro capite di carne di pollo è aumentato dell’8,5% nell’ultimo decennio, raggiungendo i 12,7 chilogrammi annui. Questo incremento è dovuto alla percezione del pollo come carne economica e salutare. Tuttavia, i risultati di questa ricerca invitano a una riflessione più approfondita sulle scelte alimentari e sulla necessità di ulteriori studi per comprendere appieno gli effetti del consumo di carne avicola sulla salute umana.
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