Rissa per il vegan o per il pollo fritto? Berlino VS Arese

Mentre a Berlino viene preso d’assalto un nuovo locale vegan appena inaugurato, a Milano si forma una coda di due ore davanti a Kfc per avere il pollo fritto gratis. Un episodio a cui non avremmo voluto assistere.

KFC

Berlino, una domenica sera. Una folla di persone si riversa nel locale “Dandy Diner” e si accalca fin in strada speranzosa di entrare fino a che non interviene la polizia per riportare ordine e far proseguire senza incidenti la festa. Arese, un sabato sera. Una coda di quasi due ore si forma nel centro commerciale appena inaugurato (“Il Centro”) davanti a “KFC”, famoso per il suo pollo fritto,  fino a quando la folla non viene dispersa per evitare che la situazione degeneri ulteriormente.

Due fast food, due inaugurazioni, due diverse nazioni. Il primo vende cibo vegan cruelty free nella capitale più vegan friendly d’Europa. Il secondo distribuisce gratuitamente pollo fritto di mediocre qualità a una folla adorante che ha affrontato 10 km di coda in autostrada solo per arrivare al parcheggio.

dandy dinerIl primo ha come logo di riconoscimento la faccia stilizzata di un maialino per sottolineare che il locale propone un’alimentazione che rispetta gli animali. Il secondo è una catena americana del calibro di McDonald, quotata in borsa.

Di quale nazione vorreste essere i cittadini di fronte a questi episodi, analoghi, ma nel contempo profondamente diversi? La Germania ha dato i natali alla prima catena al mondo di supermercati 100% vegan, Veganz il cui slogan è “Wir lieben leben” (“Noi amiamo la vita”); in Italia, la patria del mangiar bene, la domenica si passa in coda per accaparrarsi l’ultima aletta di pollo fritta distribuita da una multinazionale americana.

fastfoodPensavamo di aver toccato già il fondo. A quanto pare no. Lo stesso giorno in cui la nazione è chiamata alle urne per il referendum sulle trivellazioni e il destino dell’ambiente, con un’affluenza di appena il 31%, è chiaro che sia più importante passare la giornata chiusi nel nuovo centro commerciale, fresco di inaugurazione, a ingurgitare pollo fritto gratis.

C’è un confine – la fatale e invisibile porta che conduce al delirio e al fanatismo – da non oltrepassare mai. Invece, per l’ennesima volta, siamo costretti a constatare che l'”italiano medio” non è sola una caricatura stereotipata, non è un personaggio buono solo per i cinepanettoni, non è l’incarnazione di luoghi comuni triti e ormai decaduti. Purtroppo fa parte della nostra identità nazionale. E che cali il sipario, non c’è nient’altro da aggiungere.

Serena Porchera

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