Estremismi di ignoranza: episodio due

Nuova puntata del dramma tv sulla scorretta comunicazione sul tema vegano: protagonista, questa volta l’avvocato Carlo Prisco. Ecco che cos’è la malattia chiamata “opinionismo” e perché è nociva

Prisco la 7 vegani

Sembra diventato un marchio di fabbrica delle trasmissioni televisive che inseriscono nel titolo la parola “vegano”: si parla di cose che non si conoscono perché la competenza su quello che si dice non è più di moda. Questa volta a farne le spese è stato il tema dell’alimentazione vegana per i più piccoli mescolata alla proposta di legge di Elvira Savino, deputata di Forza Italia  che prevederebbe “Reclusione da uno a sei anni per chi impone una dieta alimentare priva di elementi essenziali per la crescita di un minore”. La prima cosa evidente è che nella proposta di legge non si parla assolutamente di alimentazione vegana.

Ospite della trasmissione è stato l’avvocato Carlo Prisco, da molti anni sul campo e specializzato nel campo del diritto legato all’alimentazione vegan. Insieme a lui nella trasmissione su La7 “L’aria d’estate” condotta da David Parenzo c’erano Elisabetta Gardini, di Forza Italia; Giorgio Cremaschi, sindacalista e Umberto Guidoni, astronauta. Un gruppo che ha deciso, come giusto di esprimere le proprie opinioni sul tema dell’alimentazione vegana. Di fronte a loro l’avvocato Carlo Prisco che, raggiunto dai microfoni di Vegolosi.it dopo la trasmissione ha spiegato: “Purtroppo la mia scarsa fiducia nella televisione ha trovato una conferma nella trasmissione cui ho partecipato a LA7, e dove ero stato invitato per discutere della proposta di legge contro i genitori vegani. Sebbene abbia scritto un libro intero dedicato all’approccio giuridico della materia, prima ancora che potessi aprire bocca il dibattito si è spostato su questioni folkloristiche, e su temi del tutto estranei: i vaccini, il mio modo di vestire, “l’estremismo dei vegani”.

La parola “estremismo” è sempre più utilizzata per prendere le distanze dalla scelta vegana, per un unico motivo: nessuno sa di che cosa stia parlando e nel dubbio, in medio stat virtus: eccole quindi le dichiarazioni dell’astronauta Guidoni che parla di evitare gli estremismi, la agguerritissima (senza motivi) Elisabetta Gardini, capogruppo di Forza Italia al Parlamento Europeo ed attrice teatrale che sostiene che gli indiani non è assolutamente vero che siano vegetariani dato che il “pollo al curry è molto buono”. Sempre dalla ex conduttrice televisiva arriva anche l’accostamento al tema dei vaccini con quello del vegan e rivolgendosi a Prisco chiede: “Lei deve dire che è favorevole ai vaccini, altrimenti la cosa è doppiamente pericolosa”. Dall’avvocato arrivano parole di buon senso: “Non sono un medico, sono un avvocato, i vaccini non sono il mio campo”. Anche il sindacalista Cremaschi dice la sua: “Il tofu è un prodotto industriale, se mangiassimo tutti così, ecco che avremmo un sacco di danni”.
Il problema è che quando in televisione qualcuno decide di ammettere la propria ignoranza su un tema (che non significa non avere un’opinione) questo viene immediatamente letto come volontà di non esporsi, o, peggio ancora di appoggiare la causa sulla quale si è taciuto. L’umiltà, il proporre il proprio punto di vista solo relativamente a campi del sapere che si conoscono, non fa ascolti, evidentemente. Questa malattia si chiama “opinionismo” e la tv è il crogiolo del virus che ormai dilaga dovunque attecchendo e trovando sfogo sui social.

“I luoghi comuni sono difficili da contrastare nei 90 secondi che – chi l’ha cronometrato mi dice – ho avuto a disposizione- continua Prisco ai nostri microfoni –  Attacchi personali, pregiudizi e oscurantismo che hanno precluso qualsiasi reale confronto. Ho deliberatamente evitato di reagire con analoghi espedienti, poiché non in linea con la mia filosofia, ma anche in quanto del tutto inutili: nella gara a chi grida od offende di più non c’è alcun vincitore, salvo – forse – gli ascolti.”
Perché l’avvocato ha accettato l’invito? “Diciamo che mi sono fidato del fatto che La7 non è schierata”.

Il pericolo e l’errore quindi, è sempre lo stesso: la comunicazione che emerge sul tema del vegan vede come parole chiave sempre le stesse “estremismo”, “pericolo”, “moda”, parole che non hanno niente a che vedere con il tema vero, ossia una scelta alimentare libera, consigliabile e consigliata da molti medici e che è stata dichiarata sicura e equilibrata dal nostro stesso Ministero della Salute .

 

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