David Quammen: “Gli allevamenti intensivi sono pericolosi, le prove le abbiamo già”

Durante un webinar tenuto per SlowFood per il progetto TerraMadre, il giornalista americano autore del bestseller “Spillover”, è tornato a spiegare le connessioni fra pandemie e scelte alimentari.

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Viene definita “One health” e potrebbe essere tradotta come “Salute globale unica” ed è quella a cui dobbiamo puntare, la soluzione e il concetto che non possono essere ignorati. Il giornalista e autore bestseller, David Quammen è chiarissimo a riguardo: ogni scelta che compiamo, da quello che mangiamo, a quanti figli facciamo, hanno un impatto indiretto ma fortissimo sulla salute globale, su quella del pianeta e, quindi, sulla nostra.

Le pandemie derivano dai nostri errori

Quammen è tornato a parlare durante un breve webinar realizzato da SlowFood in occasione di TerraMadre, mettendo ancora una volta il punto sul concetto di approccio globale al problema. “I virus – spiega – sono qualcosa di naturale, esistono da sempre e non sappiamo nemmeno quanti ce ne siano in ogni specie presente sul pianeta, sono normali, e l’unica cosa che possono fare, non essendo delle cellule, è replicarsi e concludere il loro ciclo vitale all’interno delle cellule degli animali”. Quello che succede, quindi, è che ognuno delle specie che conosciamo, ma anche le foreste, gli oceani e gli ambienti umidi hanno i loro virus particolari che non devono (o meglio, non dovrebbero) entrare in contatto con specie e ambienti diversi dai propri.
“Perché questo accade? Perché nascono le pandemie? – chiede il giornalista americano – a causa della distruzione dell’ambiente. È così che gli esseri umani entrano in contatto con le specie selvatiche, disturbando e distruggendo gli habitat e catturando gli animali per farli diventare cibo”.

Perché gli allevamenti sono pericolosi?

Non solo la distruzione delle foreste o il portare decine di centinaia di pipistrelli o altri animali selvatici nei mercati umidi di Asia e Africa, determina la probabilità sempre più alta del diffondersi di pandemie. Quammen spiega che anche gli allevamenti intensivi sono un grosso nodo della questione. “Lo abbiamo visto con il virus nipah, un virus che, nel nord della Malesia nel 1998, passò direttamente da pipistrelli della frutta ai maiali allevati che, a loro volta, vivendo in condizioni di estrema e innaturale concentrazione, si passarono il virus con enorme facilità. Questi animali, a stretto contatto con gli uomini che gestivano gli allevamenti, hanno dato il via allo spillover e alla circolazione del virus“. Ancora una volta rimane chiaro, quindi, nelle parole del giornalista autore del libro “Spillover“, che quando parliamo di “one health“, parliamo di enorme connessione fra tutto quello che ci circonda e di cui noi stessi siamo parte integrante. “Le scelte che facciamo, quello che mangiamo, come alleviamo e coltiviamo il cibo – conclude Quammen – ci possono portare ad un pianeta sano oppure allo scenario di nuove pandemie. Vi chiedo di riflettere su questo”.

Su questo tema, vi segnaliamo la pubblicazione del saggio giornalistico, “La connessione. Virus, sfruttamento animale e alimentazione” libro scritto dalla direttrice di Vegolosi.it, Federica Giordani. Lo potete comprare qui.

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