Carrefour Tivoli: il selfie con l’agnello macellato e il ciuccio. Scoppia la protesta

Le immagini indignano, ma che cosa c’è davvero dietro alla reazione immediata di così tante persone?

Queste foto hanno fatto il giro d’Italia sui social molto velocemente, lo sdegno è stato grande. Siamo a Tivoli, in un supermercato Carrefour: due dipendenti del reparto macelleria decidono di scattarsi un paio di foto, forse in un momento di pausa. La prima immagine ritrae le due donne con una testa di maialino con la bocca aperta, espressione che loro stesse ripropongono nell’istantanea. La seconda, persino peggiore, vede una delle due con in braccio la carcassa di un agnello intero a cui viene messo in bocca un ciuccio per bambini.

In poche ore le foto fanno il giro del web e le reazioni sono perlopiù di sdegno, non solo da parte della community vegetariana e vegana ma anche da parte di chi, pur mangiando carne, quelle immagini proprio non le comprende e le ritiene inutili e decisamente fuori luogo. In poche ore sono più di 21 mila le persone che firmano una petizione che chiede alla catena francese di supermercati di prendere una posizione netta contro quelle immagini ma, soprattutto, di individuare le responsabili e intervenire duramente.

E’ la stessa Carrefour Italia, sulla sua pagina Facebook a dover rispondere alle centinaia di commenti che giungono da ogni angolo d’Italia: l’indagine interna è partita e l’azienda prende le distanze da questo gesto. Nonostante questo ci sono anche alcune voci che chiedono di tutelare il lavoro delle due donne. Sul sito online “Notizialocale.it” si riporta, per esempio, una petizione che chiede di fermare la gogna mediatica ai danni delle due donne. Della petizione originale, però, non esiste traccia: “Premesso che l’atteggiamento delle commesse non sia stato eccelso – si legge-  io vorrei fare capire a tutti che la battaglia che hanno intrapreso i vegani è stolta perché: 1- Hanno preso quelle foto da un profilo privato; 2- Potevano benissimo essere in pausa (il 24 dicembre non è un giorno qualunque); 3- E’ ridicolo pensare di boicottare una catena che ha messo radici non solo in Italia ma in Europa soltanto per una bravata commessa da 2 persone.”

Ma che cosa ha scatenato tanta rabbia ed indignazione anche da parte di chi non ritiene che mangiare carne sia un problema etico? Semplice, come sempre, l’esposizione della carne macellata più è lontana dagli occhi meglio è: quell’agnello intero, con o senza ciuccio in bocca, sarebbe stato acquistato senza nessun problema da chi alla carne di agnello a tavola a Natale proprio non rinuncia: si tratta solo di una sorta di ipocrisia dovuta all’eccesso del gesto? In vetrina non crea scompensi vedere la testa di un maialino da latte macellato o di un agnello, ma che lo si contestualizzi con un ciuccio in bocca, come cucciolo umano, proprio non lo si riesce ad accettare.

Quel simbolo da neonati, quell’oggetto che richiama infanzia, protezione e consolazione, non fa altro che aprire un varco, una sorta di occhio di bue da proscenio che illumina chiaramente un fatto: la carne non è altro che questo, macellazione di animali, più o meno cuccioli, che finiscono nei nostri piatti, spesso senza che ne riconosciamo la presenza, grazie alla loro dissezione. Con o senza ciuccio, con o senza presa in giro e dileggio, quegli animali sono già stati macellati e messi in vendita per essere mangiati. Che le due lavoratrici di Tivoli, creando un’immagine così forte, abbiano mosso qualche riflessione in più?

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