Speciesism: the movie – Esclusiva

Tutti quanti abbiamo mangiato carne almeno una volta nella vita. Forse su questo sito il tasso di carnivori è molto più basso di un qualunque altro magazine online di cucina, ma di sicuro in pochi (anche tra i vegetariani) vorrebbero passare il proprio tempo a studiare la lunga storia accademica che si nasconde dietro a una parola come “specismo”. Ebbene sulla questione si sono scritte tonnellate di pagine, dagli anni ’70 a oggi. Se volete recuperare il tema e comprendere cosa si nasconde dietro a questo termine, Speciesism: The Movie potrebbe essere il documentario capace di cambiare la vostra visione del mondo per sempre.

Perché in una lunga indagine all’interno degli Stati Uniti, Mark Devries è riuscito a scoprire non solo come l’uomo moderno ha teorizzato la sua superiorità rispetto agli animali (sia dal punto di vista morale che intellettivo), ma ha anche deciso di rinchiudere la maggioranza di loro all’interno di fabbriche con un solo scopo: allevarli nel minor tempo possibile, ucciderli e poi mangiarli. Dove si trovano questi luoghi? Lontano dagli occhi delle persone che ogni giorno consumano carne. Lontani e nascosti in aree spesso irraggiungibili o gelosamente celate dagli stessi proprietari.
Devries ha deciso che la sua missione era scoprire e raccontare qualcosa rispetto a questo mondo sotterraneo. Ha usato un aereo, si è finto un’altra persona, ha corso, saltato, per riuscire a formulare una domanda: ci sono differenze tra lo schiavismo e l’uso che facciamo degli animali?
Per riuscire a rispondere alla questione Devries dopo aver provato ad accedere in modo legale all’interno degli allevamenti, con poco successo, ha deciso di farlo violando la legge. Le immagini mostrano centinaia di capannoni senza finestre in cui gli animali passano la loro breve esistenza come fossero oggetti. Nella sua ricerca il regista ha intervistato anche colui che ha dato un nome alla superiorità umana alla base della nostra civiltà. Peter Singer, il filosofo morale australiano, oggi professore di bioetica alla Princeton University.
A corredo decine di interviste a volte incredibili. Dalle persone incontrate in strada, a un esponente del partito nazista americano, fino a un vivisettore. Il colpo di genio è contenuto nei toni del film, che non è mai ideologico, sempre divertito e molto sarcastico. Nella sue introduzione a The Inner World of Farm Animals, la dottoressa Jane Goodall ha scritto: “Gli animali nelle fattorie sentono piacere e tristezza, eccitazione e risentimento, depressione, paura e dolore. Sono molto più intelligenti di quanto possiamo immaginare… sono individui con i propri diritti”.
Per ora il documentario non arriverà nelle sale italiane, ma se credete sia cosa buona e giusta vederlo, è possibile acquistarlo sul sito a questo indirizzo: http://speciesismthemovie.com/order/
Da New York  Angelo Paura

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