Profumi vegani: come riconoscerli?
Cosa c’è realmente nei profumi che acquistiamo? Come possiamo essere sicuri che non siano stati testati sugli animali? Consultare l’elenco LAV e PETA delle aziende cruelty-free ci può dare una mano
Dall’11 marzo 2013 è entrato in vigore il divieto assoluto di test sugli animali per i prodotti cosmetici creati in qualunque parte del mondo e venduti nella Comunità Europea; ma, a oggi, cos’è realmente cambiato nel mondo della cosmesi? Questo divieto assoluto di test sugli animali è valido solo se quegli stessi ingredienti sono stati creati appositamente per essere usati in un cosmetico. Se invece un ingrediente è stato realizzato per essere usato in un altro prodotto, non cosmetico, e quindi viene testato per quell’uso, lo stesso ingrediente potrà essere usato anche in un prodotto cosmetico, persino se testato dopo il marzo 2013, poiché i test risultano, agli occhi della legge, eseguiti per altri scopi.
Per questo la maggior parte dei profumi in commercio utilizza secrezioni ghiandolari di animali o suoi derivati sintetici. Tendenzialmente la maggior parte degli ingredienti usati attualmente nei profumi ha origine sintetica ed è caratterizzata da una profumazione che evoca quella animale.
Le sostanze di origine animale più utilizzate sono:
Ambra grigia: prodotta dal sistema digestivo del capodoglio, viene utilizzata per “fissare” il profumo e farlo durare più a lungo.
Castoreum: ricavata dalla triturazione delle ghiandole perianali del castoro, negli Stati Uniti questa sostanza si usa anche come additivo alimentare per il suo gusto pare evocativo della vaniglia e del lampone; in Europa l’uso è concesso solo nella cosmesi e nelle sigarette.
Civet: si ottiene dalle ghiandole genitali dello zibetto africano che viene allevato in gabbie proprio a tale scopo. Ha un forte odore di muschio che diventa piacevole se diluito ed abbinato a fragranze floreali.
Hyraceum: miscuglio di feci e urina prodotto dalla procavia delle rocce, viene considerato il sostituto “etico” dei precedenti due, di cui ricorda molto l’odore.
Muschio: non la variante vegetale, bensì la derivante dalle ghiandole del cervo muschiato, una specie a rischio estinzione di cui la caccia è ormai bandita. Oggi per necessità si ricorre a estratti sintetici.
Quindi, come riconoscere un profumo 100% vegan? E’ disponibile per tale ricerca un archivio costantemente aggiornato della LAV per quanto riguarda le aziende italiane, e di PETA per quelle internazionali in merito alle aziende che adottano una politica completamente cruelty free.
Serena Porchera
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